<<Ragazzi ho appena avuto un'idea geniale!>> urla Stefano alzandosi in piedi sulla sedia per attirare l'attenzione di tutti. Non appena Stefano finisce la frase, Valerio scatta in piedi e si inizia a guardare intorno.
<<Che giorno è? Segnatelo sul calendario! E' un'occasione più unica che rara!>> si guadagna automaticamente un'occhiataccia da Stefano.
<<Frena l'entusiasmo Vale, prima fallo parlare e poi vediamo se è geniale.>> Babi vox populi. <<Grazie per la fiducia, Babi.- dice alzando gli occhi al cielo. - Comunque perché oggi non ci facciamo una partitella a calcio tutti insieme?>> propone non perdendo minimamente il suo entusiasmo.
<<Siete sei ragazzi, come fate tre contro tre?>> a quanto pare Nicole sa contare. <<Con tutti insieme intende anche noi ragazze.>> specifica Mara e dalla faccia che ha appena fatto, sembra che Nicole abbia appena visto un tedesco con i sandali e i calzini bianchi. <<Ma sei pazzo? Cioè, ditegli qualcosa...>> cerca di coinvolgere anche noi nel suo sgomento.
<<Io ci sto. >> alzo le spalle e sorrido a Stefano. Vedo Stefano iniziare a festeggiare. << Cosa festeggi? Per ora ha accettato solo Emma. >> gli fa notare Caro. << Sì, ma lo sappiamo tutti che se accetta Emma, accettate anche voi. >> dice ovvio Valerio e noi scoppiamo a ridere. <<L'unica in dubbio è Nicole. >> fa notare Thomas. All'improvviso Nicole si ritrova con undici paia di occhi puntati addosso. << Che palle! Se mi faccio male, me la prendo con voi.>> sbuffa e incrocia le braccia al petto. Nessuno se la sta filando più.
<< Come al solito alle magliette e ai pantaloncini pensiamo noi, intanto ho mandato Pietro a recuperare qualche paia di scarpini dalle ragazze della squadra femminile di calcio della scuola. >> ci spiega Stefano mentre usciamo dalla sala TV per avviarci verso la camera di Stefano, dove avverrà il momento sacro della scelta delle magliette.
Non ho mai visto i ragazzi muoversi così velocemente, in dieci minuti Thomas, Valerio e Stefano hanno ammassato un numero di magliette di varie squadre che sfiora il ridicolo. E poi dicono a noi che abbiamo troppi vestiti. E proprio mentre stavamo iniziando a scegliere, ecco spuntare Pietro con gli scarpini.
Mentre i ragazzi sono indaffarati a vedere i numeri degli scarpini, noi ragazze siamo in un angolo a chiacchierare. <<Io voglio la mia maglietta! >> affermo categorica. <<Tu hai una tua maglietta?>> mi domanda Nicole sconvolta. <<Certo, tutte ce l'abbiamo. Non è la prima partita che facciamo. >> dice alzando le spalle Mara. <<Cioè voi giocate a calcio? >> e niente. O la ragazza non ci arriva oppure è proprio stupida. E' da mezzora che glielo stiamo dicendo. <<Se abbiamo le magliette mi pare normale che abbiamo giocato a calcio altre volte, no grande genio? >> Babi le spiega lentamente e noi scoppiamo a ridere. Nicole si gira infastidita. Noi scoppiamo ancora di più a ridere.
Veniamo interrotte da Stefano che riporta la nostra attenzione verso di loro.
<< Qui ci sono i vostri scarpini. Quando verrete a scegliere la maglietta, ve li daremo. >> noi annuiamo tutte sincronizzate. <<Visto che Nicole non vuole giocare, almeno facciamole scegliere per prima la maglietta. >> propone Thomas e noi non abbiamo niente da ridire. Anche i ragazzi sono d'accordo però, siccome sono dei bambini, decidono di prendere prima le loro maglie e poi lasciare gli scarti a noi. Giuro che se Stefano si prende la mia maglietta, lo uccido.
<<Quale vi prendete voi?>> chiede Nicole visibilmente nervosa. Sono tentata di non dirglielo e di lasciarla cuocere nel suo brodo, cosa che sicuramente faranno Babi e Holly, però viene salvata da Mara che è troppo gentile per il suo stesso bene. <<Io prendo quella del Barcellona che ha Valerio, di solito Emma quella del Real Madrid di Stefano, Caro e Holly quelle della Juve di Vale e Babi della Lazio di Stefano, ma visto che oggi ci sono molte più magliette abbiamo più scelta.>> Nicole annuisce e cerca di vedere che magliette ci sono sul letto. <<Dai, noi abbiamo fatto. Tocca a voi.>> ci richiama Stefano.
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Ogni Volta
ChickLitEra un pomeriggio estivo quando vidi Stefano per la prima volta. Era basso, certo, più alto di me, ma era alto tanto quanto gli altri bambini di sei anni che conoscevo. Non era speciale, non era che un altro bambino che mi tirava i capelli o che ama...