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Questo era il punto: si era innamorata, di un amore grande che la riempiva e la svuotava e le faceva scoppiare l'anima.

Amava come amano le persone semplici, assaporando i sorrisi della persona che amava. Eh, oddio, quei sorrisi! Avrebbero sciolto i ghiacci del Polo Nord, se solo avessero avuto il piacere di vederli.

Perché un sorriso – il suo sorriso – non era che l'ottava o la nona o assieme, la decima meraviglia del mondo.

Ma cosa possiamo farci. L'amore prende chi vuole e poi lo porta a ballare. E sulla pista siamo tutti dilettanti ballerini, timorosi di sbagliare un passo o preoccupati di inciampare ancora. E lei era proprio questo, una ballerina acerba, con le mani sudate e il respiro irregolare, in preda ad una aritmia assurda. Ma danzava e la sua danza incerta era di un'eleganza particolare, pura.

E tra un passo incerto ed un altro, ecco quella piroetta aggraziata, quel attimo inaccessibile e deliziosamente comune che la portava ad unirsi alla persona che amava. Un bacio. Un bacio ed ecco suggellato il patto tra due ballerini, tra due corpi che cercano il giusto movimento per ballare assieme.

Niente di più affascinante.

Come il vento tra i capelli durante una corsa.

Come l'acqua tiepida sul corpo, quando ci si tuffa in mare.

Come l'eleganza diafana della neve, quando cade.

L'amore è come il meravigliarsi continuo dei bambini, nasce da un'improvvisa scoperta e si accende nella propria consapevolezza.

E a proposito di consapevolezza, Bonnie cominciava a rendersi conto della frase che aveva appena pronunciato. E delle labbra di Ana contro le sue.

Un altro bacio, questa volta più feroce e vorace del precedente. Era come se Ana avesse perso il proprio autocontrollo e le stesse mostrando un'accozzaglia di sentimenti troppo indefinita per identificarli tutti. Ana si fermò un momento solo, la guardò negli occhi e per la miseria quanto erano accesi di desiderio i suoi.

"Continuo o vuoi che mi fermi?" - chiese ansante.

"Continua" - rispose Bonnie, decisa.

Ma forse tutta quella decisione era dovuta all'alcol. Anche questa volta l'avrebbe ringraziato.

"Sei sicura?"- insistette Ana.

E per farle capire quanto lo fosse, Bonnie le prese il volto tra le mani e cominciò a baciarla con trasporto. A quel punto, Ana la fece alzare in piedi e la trascinò verso il letto, senza mai staccare le proprie labbra da quelle di B. Fece stendere la ragazza sotto di sé, accarezzando le curve sotto il maglioncino e tremando per la prima volta nell'accingersi a spogliarla. Glielo sfilò con un gesto deciso, tornando a concentrarsi sulle sue labbra e sentendo le mani di Bonnie sui suoi fianchi salire sempre più su. Non l'avrebbe fermata, voleva le sue mani ovunque, così lasciò che raggiungessero la cerniera dietro la schiena. Quando la lampo fu completamente giù, si chiese se il suo corpo sarebbe piaciuto a Bonnie, temendo che ciò non accadesse. Aveva paura la rifiutasse.

Ma cosa le prendeva? Non si era mai fatta problemi di questo genere, prima.

Tornò presente a se stessa, pensando di aiutare Bonnie a sfilarle il completo. Si mise seduta sul ventre della ragazza, sfilando le maniche lentamente fino ad arrotolare la maglia del vestito attorno ai fianchi. Lo sguardo di apprezzamento che ricevette da B, le fece avvampare le guance. Non indossando il reggiseno - nonostante il suo seno importante - per Bonnie fu facile raggiungere un capezzolo e lambirlo tra le labbra. Ana ansimò e i suoi ansiti si fecero ancora più frequenti, quando Bonnie cominciò a succhiare e mordere. Si chiese distrattamente se l'avesse già fatto, ma accantonò quella domanda, gliel'avrebbe rivolta in un altro momento. Per il momento, voleva concentrarsi solo su quello che stava facendo Bonnie. Quanto le piaceva, accidenti! La ragazza passò all'altro seno, lavorandoselo per bene.

Gli ansiti di Ana erano melodici alle orecchie di B, voleva sentirne ancora, fino a quando non fosse stata la stessa Ana a dirle dismettere. Mentre leccava e succhiava, lanciava qualche occhiata al volto della ragazza, non capendo se ciò che stava facendo la eccitasse veramente.

Sì, sto decisamente sognando.

Ana era lo spettacolo più bello che avesse mai visto. Le guance imporporate di rosso, gli occhi lucidi, le labbra schiuse ed i suoi gemiti.

Bonnie voleva di più. La voleva stesa sotto di sé, sua.

Senza darle il tempo di protestare, fece stendere Ana sotto di sé. Se è un sogno, voglio che sia perfetto. Si concentrò sulla sensazione del corpo di lei, sul suo respiro e cominciò a tracciare un sentiero di baci lungo la pancia, fino a dove era raccolto il completo. Glielo sfilò lentamente, assaporando la sensazione di toglierle i vestiti e ammirando a poco a poco ogni parte di lei. Gettò il completo a terra.

B la guardò un momento solo, chiedendo con lo sguardo il permesso di andare oltre, di esplorare un frutto a lei davvero sconosciuto. Almeno in parte. Ana la guardò di rimando, nello sguardo solo l'eccitazione ed il desiderio che provava, questo spinse Bonnie a continuare. Le sfilò gli slip e i collant con un gesto rapido e ciao-ciao al voglio-vedere-il-suo-corpo-piano-piano. Non sapendo bene cosa fare, guardò il nido di lei e lo trovò bellissimo e, sebbene non se ne intendesse, sembrava pronto per lei. Ma voleva conoscerlo, voleva parlargli, voleva... Cominciò a leccare, succhiare, mordicchiare. Sentiva solo il corpo di Ana e tremava contro la sua bocca e i suoi gemiti che dominavano la stanza. Si sentiva così potente, così bene nel far godere – almeno così sperava – qualcuno. O meglio, nel far godere quella ragazza che l'aveva a lungo tormentata per quasi due mesi.

"Aspetta..."- ansimò Ana improvvisamente.

A Bonnie si fermò il cuore, mentre allontanava le labbra dal suo nido.

Vorrà che smetta, pensò frustrata. Lei non voleva affatto.

"Ti insegno una cosa" - sussurrò Ana sensualmente.

Si mise a sedere, con il suo nido pulsante in bella vista.

Nonostante tutto l'alcol che aveva buttato giù, Bonnie si sentì stranamente lucida in quel momento. Stava davvero facendo quello che stava facendo con Ana? Quella Ana? La stessa che aveva conosciuto all'Oblivion e che l'aveva accompagnata a casa?

...

Quella Ana?!

Bonnie si sentì afferrare dalle forti mani di Ana e si ritrovò stesa nello stesso punto in cui poco prima si trovava l'altra ragazza. Emise un sospiro a metà tra un ansito e un gemito. Il caschetto di Ana ricadeva tutto attorno al suo viso e la vista del suo corpo nudo era uno spettacolo delizioso. B non aveva mai visto niente di più bello in vita sua. Osservò attentamente mentre la ragazza scendeva lungo il suo corpo e lanciava per aria "gli indumenti di troppo". Ben presto si ritrovò nuda, accaldata e un po' infreddolita, ma troppo eccitata per avvertire davvero il freddo nella stanza. Ana la baciò ovunque, non lasciò a B il tempo di rivendicare il diritto di proprietà sul proprio corpo. La ragazza scese piano, tracciando lo stesso percorso che aveva tracciando Bonnie, e quando giunse al suo nido, l'attacc fu un tale shock che B urlò di piacere. Ana la stava penetrando in decisamente troppi modi, pensò Bonnie, ma non voleva assolutamente che smettesse. Ne voleva ancora, ancora.

Di più, dammi di più Ana.

E come se la ragazza l'avesse sentita, si diede da fare, facendola godere come nessun altro – ne era certa – avrebbe mai più saputo fare.

Se non mi tocchi tu, io non so toccare te [In Revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora