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A volte, si dimenticano il tempo, le persone che abbiamo conosciuto, le emozioni che abbiamo provato, i ricordi che abbiamo creato. È come se la mente decidesse di proteggersi a qualunque costo, non importa cosa perda purché smetta di soffrire, perché le emozioni umane sono dolorose, soprattutto quando si intensificano. E gli umani sono troppo deboli per sopportarle. Viene da chiedersi perché possano provarle, le emozioni.

Il cielo era una macchia scura sulla città, non si vedeva nemmeno una stella e il freddo gelava completamente fino all'osso. Sedute vicine, con indosso dei maglioni pesanti e dei plaid, Jenna e Bonnie osservavano in silenzio il paesaggio notturno. Così come gli umani non possono sfuggire alla loro agonizzante condizione di essere ciò che sono, loro non potevano sfuggire al futuro che le attendeva. Bonnie aveva raccontato tutto alla sua migliore amica. Quando erano arrivate a casa Morghenton, avevano salutato frettolosamente Samantha ed erano salite in camera di Jen e non appena la porta si era chiusa alle loro spalle, B aveva cominciato a parlare e... non si era più fermata se non quando aveva finito di raccontare anche il più banale dettaglio. La reazione di Jenna la preoccupava più di qualunque altra cosa al mondo, non avrebbe sopportato che la sua migliore amicale voltasse le spalle. Aveva bisogno di lei più di quanto avesse mai avuto bisogno di se stessa. Così, quando Jen aveva cominciato a ridere, Bonnie era rimasta fin troppo stupita. Non sapeva bene come comportarsi, perché di tutte le reazioni che aveva previsto questa non era stata presa nemmeno in considerazione.

"Su, non guardarmi così! Non posso credere che tu non me l'abbia detto per questo motivo stupidissimo!" - aveva detto Jen.

Motivo... stupido?

Era... davvero un motivo stupido per aver paura di dire una cosa del genere... a qualcuno?

Jenna aveva smesso di ridere poco dopo e guardandola col sorriso sulle labbra aveva aggiunto: "B, sei così sciocca! Ti voglio bene, non mi importa chi  ti piace, se metti il ketchup sulla pizza o nei maccheroni aggiungi i sottaceti. Finché da persona a persona non mi fai un torto o mi ferisci irreparabilmente, per me tu sei e sarai sempre una delle persone più importanti della mia vita". Poi aveva sussurrato in maniera impercettibile, tanto che B aveva pensato d'esserselo immaginato, "Smetti di avere paura".

Adesso, era sera inoltrata. La madre di Bonnie le aveva dato il permesso di dormire da Jenna, quando l'aveva chiamata verso l'ora di cena. Stare sedute fuori, al freddo, con una semplice coperta a proteggerle era una sensazione quasi confortevole, come se non stesse davvero cambiando qualcosa. B recuperò pacchetto ed accendino, dal pavimento, accanto a lei e si accese una sigaretta.

Quando espirò, si ritrovò nel boschetto dietro la mensa... con Ana.

"L'hai già detto ad Ana? Che partirai" - chiese Jen.

"No. Non ne ho il coraggio. Non so cosa fare con lei..." - rispose B, nascondendo il volto con una mano.

Stava piangendo di nuovo. Le sembrava di non fare altro.

Jen le carezzò piano una spalla.

"Forse, dovresti dirglielo. Ma se non vuoi, allora ho da dirti solo una cosa"- disse Jen. Si voltò a guardarla negli occhi e con uno degli sguardi più seri e determinati che Bonnie le avesse mai visto fare, proseguì. "Va da lei, domattina. Non stare a chiederti se stai facendo la cosa giusta oppure no, non hai così tanto tempo per permetterti di aspettare e rimuginare. Devi agire e prendere ciò che viene, perché non dovrai avere rimorsi quando partirai. Non importa dove tu vada o quanto lontana tu possa essere, puoi provare ad avere una storia con lei, se è davvero lei che vuoi e senza di lei il tuo domani non ti appare nemmeno".

"Jen...".

"Corri il rischio, B, e non avere più paura. La tua vita non può essere condizionata da ciò che gli altri vogliono da te e dalla tua paura di deluderli. Non puoi nemmeno pretendere di rispettare gli standard che ci sono stati imposti. Tu sei tu e ci sono persone a cui vai bene così. Devi lottare per ottenere ciò che vuoi".

"Non ci riesco...".

Jenna si alzò di scatto in piedi, sembrava arrabbiata. Molto.

"Non ti permetto di dire una frase del genere! Non ti lascerò rimanere ferma, mentre ciò che vuoi è a pochi passi da te e tu nemmeno allunghi la mano per prenderlo! Lotta, B, lotta! A diciotto anni non senti di non aver vissuto davvero nemmeno un giorno? Perché io mi sentivo così prima di incontrare Will. E scommetto che anche tu hai provato la stessa sensazione dopo aver incontrato Ana".

Era vero. Bonnie aveva sentito davvero il suo corpo, dopo aver incontrato Ana. Aveva cominciato a rendersi conto del ritmo del proprio respiro e della delicatezza ed il peso dei sentimenti che aveva smesso di avvertire, per sentirli finalmente. E poi, stava per trasferirsi in un'altra città se non in un altro Stato, quindi ciò che voleva fare, perché non avrebbe dovuto farlo finché ne aveva la possibilità? Jen aveva ragione, doveva stare con Ana e non doveva temere le conseguenze di ciò che il suo cuore desiderava.

Ne avrebbe avuto davvero il coraggio?

"Sarò lì con te, in prima linea. Perciò buttati e fa' vedere a quegli idiota là fuori che non ti importa ciò che pensano" - mormorò Jenn, inginocchiandosi accanto a B e stringendole una mano.

Era questa la sua migliore amica.

"Sei proprio un'idiota, lo sai?" - mormorò di rimando B, sorridendo.

"Lo so" - rispose Jen, sorridendo a sua volta.

Se non mi tocchi tu, io non so toccare te [In Revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora