Il giorno seguente, un mercoledì, il cielo era grigio e cupo, nonostante fossero le dieci del mattino e la maggior parte delle persone fosse impantanata nella propria routine. La neve era stata spostata, durante la notte, lungo gli argini della strada ed aveva ormai assunto lo stesso colore del cielo, ma quella che sui tetti delle case, nei giardini e sugli alberi, era bianca e splendente. Luminosa come un pallido sole.
Ana Clark percorreva velocemente la strada per arrivare alla sua destinazione, la stessa strada che aveva percorso settimane prime e che l'aveva fatta soffrire tanto. Adesso camminava sicura, incurante dei ricordi, come se fossero un lieve ronzio talmente insignificante da non farci neppure caso, ma comunque con la medesima consapevolezza della loro esistenza. Non c'è niente di meglio delle parole, del parlare, lo diceva anche Bukowski! E poi, si sentiva davvero bene e ne aveva davvero bisogno. I giorni trascorsi erano stati un inferno, forse, ecco, il principio ma comunque un inferno.
Si sentiva ferma e determinata, con la forza di chi sapeva di poter andare avanti anche se si sentiva l'anima a brandelli. Questa consapevolezza la rivestiva come una seconda pelle, conferendole un aspetto nuovo, diverso. Perché le persone sono storie e come ogni storia che ci emozioni, sono più belle quando affrontano una gloriosa rinascita dalle difficoltà. Non perché prima non lo fossero o perché se non l'affrontano non sono altrettanto belle, ma perché – come per quella pratica giapponese del Kintsugi – quando dietro una persona c'è una storia che l'ha resa ciò che è, ella assume una fascino particolare.
"Ana!"- urlò eccitata Bonnie, correndole incontro lungo il marciapiede, a poche case dalla sua.
La ragazza non ebbe il tempo di dir nulla, venne travolta da un tornado dai capelli color mogano impigliati in due trecce alla francese. Il sorriso di quella fragile creatura era il suo punto di forza e il principio dell'esistenza stessa dell'universo. Non era solo amore, era qualcosa di più profondo, di totale e assoluto che dava scosse di vita nuova.
"Ehi"- sussurrò dolcemente, mentre stringeva a sé il suo amore.
Si chiese da quando era diventata così sdolcinata.
"Sono troppo felice! Non riuscivo nemmeno ad aspettare che arrivasse l'ora! Le lancette non si decidevano mai a spostarsi, stavo impazzendo!" -esclamò Bonnie, scoppiando a ridere.
Ridi, amore, ridi!
"Ah sì? Non vedevi l'ora di vedermi quindi" - insinuò Ana, facendo al contempo sembrare l'ultima frase come una domanda e un'affermazione.
Bonnie si scostò e incrociò le braccia, pur rimanendo nell'abbraccio protettivo di Ana. "Non ho mai detto una cosa del genere!" - dichiarò fintamente indignata.
Si misero a ridere assieme, scambiandosi un rapido sguardo. Che l'amore si concentri tutto in un attimo e si espanda solo poi? O che si riaccenda infinite volte, divenendo sempre più forte e intenso?Avrebbe anche potuto non essere amore per gli altri, ma loro sapevano che lo era, sapevano quello che sentivano. Nessuno può dirti come ti devi sentire o cosa devi provare, assolutamente nessuno.
Quel mattino decisero di fare una passeggiata nel parco lì vicino, quello con il parco giochi scalcinato circondato dal recinto di ferro. Camminavano mano nella mano, sorridendosi e baciandosi, comportandosi come una qualsiasi coppia. Non temevano il giudizio di nessuno, perché erano loro stesse e se agli non andavano bene, non era un problema, sarebbero sopravvissute. Perché aver paura di ciò che pensano gli altri? Di ciò che pensa chi non riesce a riconoscere l'amore, se non nelle combinazioni che altri hanno affermato essere tale? L'amore è tale e quale a se stesso, non ha esempi o standard da rispettare. È se stesso nella forma più elementare, non ha forma, è sentimento puro. Si accorda solo ad altro amore, per poter suonare quel genere di melodia che, seppur muta, emoziona come nessun'altra.
"Mi dispiace averci messo tanto" - disse Bonnie, stringendo più forte la mano di Ana. "È una sensazione meravigliosa, non so come ho fatto ad averne paura".
Ana non disse nulla, le sorrise radiosa, sentendosi invincibile.
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Se non mi tocchi tu, io non so toccare te [In Revisione]
Narrativa generale"Questa vita è una sequela di "vaffanculo" urlati ad una porta chiusa e l'unica cosa che ritorna è un'eco continua che manda a fanculo anche te." In fondo lo sapevano: le storie più rudi danno le emozioni più belle. #44 drama 16/05/2018 #9 strong 1...