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Mani.

Mani che accarezzavano e amavano.

Mani roventi sulla pelle nuda.

Sulla sua pelle nuda.

Bonnie si sveglio bruscamente, mettendosi a sedere con un unico e involontario movimento. Si portò una mano sulla fronte, come a contenere i danni che il suo cervello stava cercando di elaborare. Non ricordava come, ma era riuscita a tornare a casa, verso le tre o giù di lì. Ricordava solo il profumo di Ana, il morbido sedile della sua auto...

Oh merda! Sono andata a letto con Ana!? Non è possibile, no! C-come?

Oh adesso penserà che sono una facile! Sarò stata da una volta sola, per lei? Non vorrà più vedermi dopo quello che è successo!

"Un momento..." - sussurrò Bonnie tra sé. "Perché sono andata a letto con una ragazza..? Perché sono andata a letto con Ana? Perché sto pensando tutte queste cose? Io...".

In momenti del genere, le conclusioni a cui giungiamo quando siamo ubriachi sembrano vaghi ricordi, addirittura sensazioni non nostre. Lì per lì, non ci ricordiamo tutto quel che ci è successo, l'alcol ci aveva annebbiato la mente e non ricordiamo tutto quello che abbiamo fatto o detto. La memoria ci mette un po' a farsi avanti e nonostante il nostro cervello registri ogni cosa, essa ci arriva sempre frammentata.

...Bonnie pronunciò l'unica frase che avrebbe voluto sentirsi dire senza che la ritenesse una sciocchezza: "Credo di essermi innamorata dite"...

"No...Io... No, insomma.. Ho pensato ad Ana a lungo, ho voluto vederla per tutto questo tempo.. Desideravo parlarle e conoscerla meglio, capirla, ma... non avrei mai immaginato di... di...". Bonnie scoppiò a piangere, ma pianse a quel modo in cui piangono i bambini. Si gettò tra le coperte, nascondendo il viso nel cuscino urlando, piangendo, disperandosi. Batté i pugni sul materasso, ai lati del cuscino. Non avrebbe saputo dire quando, ma dopo un po' cominciò semplicemente a singhiozzare.

Si era innamorata e tutto in lei era stato un chiaro segnale, solo che non aveva voluto vedere o ascoltare. Perché per quanto avesse desiderato innamorarsi di qualcuno, non avrebbe mai pensato che quella persona potesse essere una ragazza.

Una ragazza con cui era andata a letto, che aveva incontrato per la seconda volta solo la sera prima, accidenti!

Adesso basta, pensò B, alzandosi dal letto.

Prese un cambio dall'armadio e si diresse a passo svelto in bagno. Dopo una doccia veloce ed aver indossato leggings e felpa, tornò in camera sua a recuperare l'MP3, mentre raccoglieva i capelli in una coda alta. Non c'era niente di meglio di una bella corsa per schiarirsi le idee. Era arrivato il momento.

Scese in frettale scale, spalancando la porta e gettandosi in pasto al freddo e al mondo. Cominciò a prendere il ritmo giusto per la sua corsa, mettendo un piede avanti all'altro senza nemmeno accorgersene. Il vento gelido le schiaffeggiava il viso, ma non le importava, voleva solo correre. Correre fino ad avere i polmoni in fiamme, fino a sentire le gambe cedere, fino ad avere le mani che tremano. Fino a sentire il corpo scoppiarle e riassestarsi, come la terra dopo un terremoto. Proprio per questo le piaceva correre, perché correndo poteva portarsi allo stremo, ogni volta un po' di più. E pensare era completamente diverso, più semplice. Corse a lungo, senza meta e anche quando sentì che i polmoni non ce la facevano più, si costrinse a correre. Solo in momenti del genere si malediceva perché ingeriva nicotina.

Si fermò quando vide il fiume, rendendosi conto che stava piangendo. Ancora. Lasciò che le gambe la accompagnassero fino ad una panchina, poi vi si lasciò cadere sopra.

Quello che era successo con Ana l'aveva voluto, sebbene fosse stato l'alcol a darle il coraggio necessario per tutto quel che era successo. Non se ne pentiva, ma non sapeva come comportarsi. Era la sua prima volta e non solo con una ragazza, era proprio la prima volta che andava a letto con qualcuno. Le era piaciuto... Già. Forse perché l'aveva fatto con Ana. O forse perché amava la persona con cui l'aveva fatto e non avrebbe mai voluto cancellare quella notte, mai. Ana era stata sua, sua in un modo che non avrebbe mai immaginato o che forse aveva paura di immaginare. Si prova sempre un grande calore al petto, quando ti unisci così alla persona che ami?, si chiese Bonnie, asciugandosi il viso con le mani.

Se non mi tocchi tu, io non so toccare te [In Revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora