Capitolo 9

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Si stacca dalle mie labbra lasciando una scia umida su di esse, e creando un voto che subito sento.
Ci guardiamo negli occhi entrambi scioccati, sorpresi e forse anche spaventati.
Abbiamo il fiato corto per il bacio, non tanto per il fiato non usato, più per il fatto che ci siamo sorpresi entrambi.

Mi porto le dita sulle labbra e le accarezzo per avere la certezza del bacio.
Luke mi sta ancora guardando.

''Perché lo hai fatto?'' non so nemmeno dire che cosa sono. Non sono in grado di dire se sono più scioccata o spaventata.

''I-Io...'' chiude la bocca e rimane fermo in piedi davanti alla porta guardando il vuoto davanti a se. ''Sono un coglione'' si passa una mano nel suo ciuffo e lo tira spostando la mano sulla fronte strofinandola.

''L-Luke.. dimmi perché'' Ho bisogno di saperlo, ho bisogno di capire perché durante il bacio sono stata percossa da mille emozioni che non avevo mai provato, emozioni che non avrei mai dovuto provare con lui, ma con un altro ragazzo. Magari con Noah.

''I-Io non lo so ok. Sono tornato a casa e il primo pensiero che mi è venuto in mente è stato di baciarti.'' Non so con che forza riesce a parlare con fluidità.

Io sono senza parole, mai stata così sorpresa in vita mia. Positivo o negativo? Non saprei dire, sono talmente scossa che non potrei distinguere il bene dal male.

''Si ma Luke.. Sono tua sorella praticamente!'' alzo la voce dalla disperazione.

''No, non lo sei e non lo sei mai stata.'' Una pugnalata in pieno petto avrebbe fatto meno male di queste parole taglienti. Prende ed esce dalla porta, non solo di camera mia ma anche di casa.

''Luke dove stai andando?'' urlo correndo in corridoio. Troppo tardi, è già uscito e non so nemmeno dove è andato.

E' una situazione critica, tutto questo non sarebbe mai dovuto accadere, e le parole pronunciate da lui sono fresche e bruciano forte.
Quello che ha detto è vero, non sono sua sorella e non lo sono mai stata per il semplice fatto che con quella famiglia non ho alcun legame di sangue, ma il fatto che mi abbiano preso in affidamento alla morte dei miei genitori è qualcosa, qualcosa che indica che io ora faccio parte di quella famiglia. Non può pensare che io non lo sia. Sono cresciuta con loro giorno dopo giorno, anno dopo anno condividendo momenti belli e momenti brutti, i suoi non mi hanno mai fatto mancare  nulla e mi hanno trattato sempre come una figlia seppur io non li abbia mai chiamati mamma e papà.
E lui era il mio fratello preferito, era quello con cui parlavo di più, non penso solo perché avevamo una differenza d'età elevata, penso che sia stato più per il fatto che ci conoscevamo fin da quando eravamo in fasce.

Tutto questo è un casiono bestiale. Non so come gestire la situazione ne con chi parlarne. Probabilmente sarà andato dai suoi amici per sfogarsi, oppure alla ricerca di qualche ragazza con cui svagarsi per qualche ora.
Il solo pensiero mi crea un grande fastidio dentro, al centro del petto. E non dovrebbe!

''Cazzo!'' sbotto contro me stessa,  mi massaggio il petto dove mi ero appena colpita.

Mi lancio sul letto a pensare a ciò che è appena successo.
Luke mi ha baciata, continuo a ripetermi. E' stato... bellissimo.
Ha delle labbra morbide da far invidia al cuscino più morbido del mondo, vellutate, carnose e delicate. Mi ha baciato piano, come per paura di avermi ferita. E poi è scappato via.

Mi ha baciata perché aveva voglia di baciarmi non perché era ubriaco e mi ha scambiato per una ragazza qualunque. E' venuto nella mia stanza, mi ha detto che aveva voluto bere per ricordarsi che cosa stesse per fare, in pratica non era ubriaco. Aveva bevuto solo un paio di drink probabilmente.
L'ha fatto di sua spontanea volontà.

Mi passo una mano tra i capelli e li tiro indietro mentre cammino avanti e indietro, mi lancio a letto e mi lascio sopraffare dalla incredibile stanchezza che mi è crollata addosso.
Penserò al bacio e a parlare con Luke non appena mi sveglio.

LUKE.

''Ho fatto una stronzata, che più stronzata di così non potevo fare.'' Cammino avanti e indietro per la cucina di Michael.

''Luke perché non ti calmi e mi spieghi bene che cos'hai combinato?''

''Amico sei sordo o imbecille o cosa? Ha baciato Alisha! Sua 'sorella' da quando lei aveva cinque anni.'' spiega Calum mimando le virgolette quando pronuncia 'sorella'.

Michale spalanca gli occhi insieme alla bocca, ''Luke, sei un coglione.'' dichiara infine.

''Grazie, non lo sapevo'' sbotto irritato al massimo.

E ora che cosa faccio? Non posso tornare a casa, non ne ho nemmeno il coraggio, non potrei nemmeno spiegarle il motivo vero per cui l'ho baciata, perché non lo so nemmeno io.
Questa voglia mi è scatttata dal primo momento che ho visto Noah flirtare con lei e lei rispondergli timidamente, più che voglia era un fastidio. E se invece fosse stata gelosia? Impossibile.
Anzi era possibile eccome!
Sin da piccolo sono stato geloso di lei, più iperprotettivo ma c'è differenza?
Non riesco più a distinguere nulla.

Ho ancora la sensazione delle sue labbra morbide sulle mie, dei suoi occhi guardarmi spaventata come se fossi un mostro, come se il mondo le fosse appena crollato addosso.
Io e il mio istinto maledetto.
Ho reagito così senza pensare. Era entrata in camera sua con fare innocente, solito suo, e mi ha guardato preoccupata che stessi male, era così bella in quei suoi leggins neri e magliettina attillata e gli occhiali calati sul suo nasino.
Era splendida.

''Luke?'' mi richiama Ashton.

''Scusate... Dovete aiutarmi ragazzi, vi prego non so che cosa fare.'' mi siedo sulla sedia sbattendo la testa sul tavolo.

''Io proverei con il muro, magari è più duro e la testa si spacca meglio'' prova a fare il simpatico Cal.

''Calum, è perché sono disperato e ho bisogno anche di te, altrimenti avrei già preso la tua faccia per fare uno stampo nel muro''

''Ragazzi basta'' interviene il più grande di noi. ''Adesso torna a casa e domani mattina quando vi alzate ne parlate da adulti ok? Cercate di chiarire il motivo, e siate sinceri. Altrimenti non risolvete nulla.'' Ashton mi da una pacca sulla spalla prima di salutarci per andare dalla sua ragazza. Almeno la sua non è una sottospecie di sorella.
Che casino cazzo.

''Ha ragione Daddy Ashton. Vai a casa, dormici su e risolvete tutto domani quando avrete metabolizzato la cosa.''

''Concordo'' dice Michael.

''Tu vuoi solo che ce ne andiamo perché siamo di intralcio per la tua notte di fuoco, ma gli amici sono più importanti'' sbotta Calum

''Infatti sono qui, ma ora vorrei andare.''

''Tranquilli, ora vado'' anche nella disperazione quei due mi fanno ridere per come litigano. Ci avviamo tutti alla porta accompagnati da un Michael impaziente e lo salutiamo.
Al parcheggio prima di salire in macchina ringrazio ancora i miei amici e torno a casa.

In qualche modo devo chiarire la questione con Alisha e prima lo faccio, prima mi tolgo di questo peso che mi porto dentro da quando ho capito cosa provo realmente.

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Linea sottile ~ Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora