Quel giorno a lezione Bree non si è presentata e ora mi ritrovo a passare questa incredibile ora sulla storia di qualcuno o qualcosa, rischiando di addormentarmi e sbattere la testa sul tavolo.
Sapere che avrò altre due ore così mi viene l'affanno senza nemmeno correre per dieci chilometri.
Il prof. decide di farci fare cinque minuti di pausa per chi deve andare in bagno o chi invece preferisce un caffè.
Vorrei fare entrambi ma il mio corpo mi ordina di rimanere bella seduta e 'comoda' su queste sedie e cercare di dormire cinque minuti, così appoggio la testa sul banco sopra il mio braccio piegato e chiudo gli occhi.''Caffè?'' apro gli occhi di scatto dalla voce maschile accanto a me. Occhi scuri e caldi guardavano divertiti i miei coperti appena da un bicchiere in carta con dentro il caffè. ''Sembra che tu ne abbia proprio bisogno'' scherza Noah.
''Mmm, grazie'' alzo la testa piano e afferro il bicchiere dalle sue mani. Ne bevo un sorso beandomi della caffeina che solo al sapore mi sveglia fuori. ''Come mai sei qui?'' lui è più grande di me e questa lezione è per quelli del primo anno.
Scrolla le spalle. ''Mi annoiavo, ho un'ora libera prima della prossima lezione. E buttando dentro la testa ti ho vista dormire...'' sorride, ''...Non hai chiuso occhi stanotte?''
In pochi secondi ripenso a cosa è accaduto ieri notte. E non è accaduto nulla di strano. Luke è rimasto sveglio fino a tardi per finire di studiare, oggi aveva un esame. Mentre io sono rimasta chiusa in camera a sistemare gli appunti e a parlare al telefono con Brianna di quanto le piaccia Michael ecc ecc ecc..
''Sono solo stanca, poi storia non mi aiuta di certo a tenere gli occhi aperti'' alzo gli occhi al cielo e sorseggio di nuovo il mio caffè. Vengo interrotta dal professore che cerca di richiamare l'attenzione di tutti per proseguire con la lezione. Noah si abbassa sulla sedia e si alza il cappuccio sulla testa, tira fuori il telefono e inizia a giocare a Candy Crush. Scuoto la testa e provo a seguire la noiosissima lezione di Storia, sulla storia di qualcuno o qualcosa.
''Ti va di venire a pranzo con me?'' Noah mi distrae dall'attenzione che stavo avendo per il prof, ora non la recupererò mai più.
''Come?''
''Vuoi venire a pranzo con me dopo?'' domanda di nuovo continuando a far esplodere caramelle azzurre.
''Ehm.. certo, ok'' lui mi sorride e mi da un bacio sulla guancia.
''Ottimo, a dopo.'' si alza ed esce dall'aula proprio come è entrato: nessuno che se ne accorge, nessuno che se lo fila.
Due ore dopo di sbattimento posso finalmente respirare un'aria pulita e fresca che non provenga da quella maledetta aula. Brianna non l'ho ancora vista ne sentita, dopo pranzo decido di chiamarla per sentire cosa le è passato per la testa.
Sistemo i libri negli armadietti disposti per quelli che vivono fuori dal college e prendo i soldi per il pranzo e il portafoglio mettendolo in borsa. Chiudo l'anta dell'armadietto e quasi faccio un infarto.''No dico sei impazzitto?'' squittisco con il cuore in gola e la mano sul petto.
Noah mi sorride sghembo. E' appoggiato con una spalla all'armadietto accanto, le braccia incrociate al petto che mettono in risalto i suoi bicipiti. La felpa nera gli risalta gli occhi scuri e i lineamenti duri del viso: zigomi alti, mascella marcata, occhi leggermente a mandorla, cirglia così scure da fare invidia a qualsiasi marca di mascara. La bocca un poco carnosa e la barba di qualche giorno sulle guance.
''Scusa non volevo spaventarti...'' sposta lo sguardo a destra poi torna su di me, ''Sì ok, ma non così tanto'' sorride. Gli do una sberla sul braccio e insieme ci dirigiamo in mesa.
Dopo una dura lotta su chi dovesse pagare il pranzo o almeno cercare di dare la mia parte a Noah finalmente ci sediamo in un tavolo un po' nascosto dagli altri e iniziamo a mangiare. Quel giorno la mensa offriva pasticciata di pasta con verdurine (una specie di pasticcio solo con la pasta e le verdure), pizza, insalata per quelle che vogliono mantenere la linea e patatine fritte.
''Si è arrabbiato tanto Luke per la festa?'' domanda Noah giocando con una patatina fritta.
''Non tanto...'' mento. ''Si è solo arrabbiato perché aveva paura che stessi male.... e beh.. che mi potesse succedere qualcosa'' alzo le spalle e le riabbasso subito.
''Mi diaspiace sai''
Corrugo la fronte, ''Per cosa?''
''So che Luke ci tiene a te e siamo buoni amici. Non avrei voluto metterti nei guai, non avrei nemmeno voluto farti bere così tanto... però l'ho fatto.'' tiene lo sgurdo basso. Sembra che abbia perso l'appetito.
''Senti, era una festa e va sempre a finire così. Non è colpa tua, ne di nessun altro.'' Appoggio la mia mano sulla sua, quella con la patatina, e gli sorrido gentilmente. Non deve preoccuparsi, alla fine è stata anche colpa mia. Mi sono fatta trascinare dagli altri due cretini e basta. Non è successo nulla di grave.
''Ti andrebbe di venire al cinema con me uno di questi giorni? O a cena, oppure anche un gelato... O anche solo un caffè... insomma...'' si schiarisce la gola, ''Vorresti uscire con me?'' alza appena lo sguardo. Non avrei mai detto ne pensato che Noah potesse essere così timido.
''E' un appuntamento?''
''Magari più di uno, ma partiamo intanto con il primo'' sorride ancora.
''Certo, perché no''
Lui mi sorride e io ricambio.
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Linea sottile ~ Luke Hemmings
FanfictionAlisha Steel, una bambina di appena cinque anni perde i suoi genitori in un terribile incidente d'auto. E' figlia unica e nessun parente oltreoceano è disposto ad accoglierla. Viene data in affidamento ai migliormi amici dei suoi genitori nonché pad...