Capitolo 20

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''Che piano hai in mente?''

Io e Brianna siamo in corridoio, ci stiamo sistemando le nostre cose nei nostri armadietti e prendendo i libri per le ore successive.
Prendo il libro di storia e di filosofia e li infilo nella mia borsa a tracolla.

''Tu non ti preoccupare, ti spiego tutto dopo la prima ora. Ci troviamo qui. Devo ancora escgitarlo per bene. Se vedo Noah faccio finta di niente.'' Sono determinata più che mai.
Oggi fatalità è anche il giorno giusto, il giorno perfetto.
Ho chiesto a Brianna di portare una macchinetta fotografica o di almeno fare in modo che il suo telefono duri con la batteria, dal momento che il mio è inutilizzabile da quando mi è caduto e si è aperto a metà. Bella teconologia Hi-tech. Pf..

La lezione passa troppo velocemente per i miei gusti, per quello che voglio fare. Il mio stomaco cerca di tenere a freno le farfalle dall'agitazione che continuano a stuzzicare le mie membra.
Mentre attraversavo il corridoio per raggiungere l'aula diversi occhi si erano posati su di me e alcune bocche avevano bisbigliato qualcosa, ma io me ne ero fregata proprio come sto facendo ora con le due dietro di me che continua a parlare della mia notte focosa.
Queste però non posso ignorarle, a quanto pare la notte descritta da Noah è stata una notte davvero interessante con molti dettagli peccaminosi che non potrei nemmeno immaginare.
Non mi vergogno e non mi da nemmeno fastidio perché so che la mia vendetta mi ripagherà di tutto quanto.
Sono buona  e cara, ma quando mi partono i cinque minuti è meglio starmi lontana.

E' stato Luke ad insegnarmi a difendermi, non con le mani, ma con le vendette piccole e anche simpatiche. Vendette che fanno ridere te che sei il cervello che l'ha pensata, e gli altri che assistono alla scena.

Oggi penso che ci sarà da ridere ma devo ancora pensare a come fare per renderla il meglio possibile.
Non voglio nemmeno esagerare per rischiare di fare un continuo ''occhio per occhio, dente per dente''. La storia con Noah è finita dal primo istante che mi ha riportata a casa e deve finire definitivamente da oggi stesso.

Finalemnte la lezione finisce e mi dirigo agli armadietti dove c'è già la mia migliore amica ad aspettarmi.

''Hai pensato?''

''Si.''

''Quindi?''

Mi appoggio all'amadietto con un fianco, incrocio le mie braccia al petto e le dico: '' I ragazzi oggi hanno allenamento, finiscono appena dopo pranzo quando le lezioni saranno finite. Fai un annuncio sulla pagina ufficiale della scuola, reparto studenti, dicendo che tutti dovranno venire nel corridoio principale alle tre. Nessuno deve fare tardi, ci sarà uno spettacolo indimenticabile.'' Alzo entrambe le sopracciglia con un ghigno sulle labbra.

''Oookay, mi terrorizzi ma va bene.'' Prende il cellulare e fa quello che le ho detto, prima che lo pubblico la faccio firmare con il nome di Noah, così è sicuro che tutti lo leggeranno e verranno. Nessuno, ma proprio nessuno deve mancare allo spettacolo che ho in mente.

Mando un messaggio a Luke chiedendogli se riesce a venirmi a prendere proprio per quell'ora, senza spiegargli nulla. Voglio che ci sia pure lui, voglio che veda che ciò che mi ha insegnato l'ho messo in pratica.

A pranzo ignoro ancora una volta tutte le voci che si alzano non appena entro in mensa, sto in fila per il cibo e mentre passo tra i tavoli per andare a sedermi al solito, a qualche tavolo di distanza da Noah.
Con la coda dell'occhio noto che mi sta guardando e che lancia delle frecciatine ai suoi amici. Vedo che cerca di attirare la mia attenzione ma continuo ad ignorare. Non gliela do vinta, non gli farò vedere che ciò che ha osato dire e fare mi ha alterato immensamente e che sotto sotto mi ha anche ferita.
Ha approfittato del fatto che non ci sono stata per ampliare la sua reputazione rovinando la mia. Più che altro mi ha fatto inserire nell'etichetta di ''quelle che sono state con Lui''.

L'odio.

Linea sottile ~ Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora