Capitolo 7

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Svegliarsi con un mal di pancia terribile non è proprio il massimo per iniziare una giornata. Sono già nervosa ancora prima di aprire gli occhi, prevedo già delle isterie nei confronti di qualcuno.
In bagno mi faccio una doccia veloce per rilassare i muscoli tesi, soprattutto quelli nel basso ventre. Maledetto ciclo mestruale.
Lancio mille insulti a tutti i fatti religiosi o scientifici per aver inflitto a noi donne una tale sofferenza.
Finita la doccia, mi avvolgo come sempre nel mio asciugamano e dato che Luke sta ancora dormendo non mi preoccupo di uscire dal bagno solo con l'asciugamano.

''Oh, ciao...''

Cosa?

Alzo la testa verso la voce timida di una ragazza, e a meno che Luke non sia diventato improvvisamente donna (cosa che sarei curiosa di vederlo nei panni di una donna) quella davanti a me è una vera ragazza con addosso una maglietta di Luke.
E' talmente minuta che gli fa da vestito anche se sono più propensa a dire che sia lui talmente grande che i suoi capi farebbero da vestito a tutti.

''Ciao... tuuu saresti?''

''Ehm, io sono Adele...'' alza il pollice rivolto alle sue spalle verso la porta della stanza di Luke, ''Io.. cioè lui.. cioè noi...''

''Non importa.'' taglio corto. Vederla imbarazza mi fa ridere, sono sicura che Luke non l'aveva avvertita che con lui abitava un'altra ragazza. Certo che almeno poteva farsi un po' di riguardo, che ne so, domandarmi se mi andava bene se portava una ragazza a casa, che probabilmente non avrei più visto.
Non dovrei provare questo genere di fastidio, però lo provo. Non nei confronti di Luke sia chiaro, ma nei confronti dei suoi comportamenti. Ora abito anche io in questa casa e le cose me le deve chiedere.
Ecco perché voglio trovarmene una tutta mia, così potrò evitare questi incovenienti.

Mi cambio e vado in cucina per preparare la colazione anche al terzo ospite. ''Buongiorno'' mi saluta lui già all'opera.
Controllo il corridoio che la porta del bagno sia ancora chiusa.

''Ti chiederei gentilmente di avvertirmi quando decidi di portare a casa altre delle tue vittime''

''Acida?'' domanda scherzando.

''Sono seria, Luke.'' sbotto innervosita dal suo comportamento. L'ho detto: oggi sarà una giornata davvero dura.

''Svegliata male? Spero di non aver fatto troppo rumore ieri sera..''

''Luke basta'' scivolo via dallo sgabello e mi prendo la mia tazza di caffè e un cornetto al cioccolato.

''Quello è per Adele.''

Lo addento, ''Ora è per me, grazie.'' e mi chiudo in camera a soffrire nel mio letto caldo e morbido.
Prevedo una giornata lunga.

LUKE.

''Non le sto molto simpatica vero?'' si siede sullo sgabello posto davanti all'isola della cucina, ha i capelli bagnati e indossa ancora la mia maglia di ieri sera. E' così carina con i capelli bagnati che le ricadono sul viso, gli occhi verdi da cerbiatto mi guardano preoccupati.

''Probabilmente è nel suo periodo, sai com'è, siete tutte schizzate quando avete le vostre cose.''

Lei ride, ha una risata così carina. '' Allora la capisco pienamente. Forse dovrei andare, magari non vuole avere ospiti.''

La fermo, ''No, non è un problema. Finisci pure la colazione.. Ci sarebbe stato il cornetto al cioccolato ma se lo è preso lei.''

''Non preoccuparti mi va bene quello che c'è.'' Sorseggia la sua tazza di caffè e rimaniamo in silenzio per minuti scambiandoci sguardi complici.

Entrambi sappiamo già che molto probabilmente non ci sarà un'altra nottata insieme, sia io che lei non siamo fatti per avere delle relazioni. Siamo spiriti liberi che hanno bisogno della loro libertà, che si sentono soffocare se dipendono solo da una persona.
Ecco uno dei motivi per cui sono andato via di casa molto presto.
Ed ecco perché con Adele abbiamo trovato il nostro punto d'incontro. Nessuno dei due sa che cos'è l'amore, e nessuno dei due è interessato a scoprirlo.
Sappiamo anche che questa sarà l'ultima mattina che passeremo insieme perché partirà per New York. E' stata presa all'accademia di danza, e se ne va lasciando tutti qua.

''E' molto bella'' dice di punto in bianco.

''Chi?''

''La ragazza che vive con te. E' tua sorella?''

Già, lo è molto e lo è sempre stata sin da bambina. Prima che 'diventasse' mia 'sorella' avevo addirittura una cotta per lei, ecco perché all'inizio litigavamo molto, e la rifiutavo. Lei era arrivata a  pensare che non la volessi come sorellina, ma sotto sotto era l'unica cosa che volevo per averla vicino a me ogni giorno.

''Non proprio, è una storia lunga... e dolorosa.'' ricordo ancora il dolore negli occhi di quella piccola bambina che aveva appena scoperto che i suoi genitori non sarebbero più tornati da lei per cantarle la canzone della buonanotte.
Ricordo che provai ad inventarmene una io, e più o meno lei lo aveva apprezzato. E più avanti aveva inziato a chiedermi di cantargliela ogni notte prima di dormire.

''Sorellastra quindi?''

Sospiro, ''Adele, non è una bella storia e dal momento che stai per andartene per sempre dalla mia vita non sono tenuto a spiegartela.''

Scivola dallo sgabello per raggiungermi dall'altra parte, ''Mi piace quando mi parli da stronzo così'' mi sussurra all'orecchio accarezzandomi il petto nudo.

Le blocco le carezze per il polso allontanandola da me. ''Sarà meglio che ti prepari.'' Lei si stacca e si infila in camera mia per prepararsi ad andare via.

Erano passati appena due mesi dalla scomparsa dei genitori della mia nuova sorellina.
Io dall'altra parte della parete potevo sentirla piangere ogni notte e sapevo che si svegliava con il cuscino bagnato dalle lacrime della sera precedente.
Alcune volte si svegliava urlando nel sonno e i miei genitori correvano nella sua cameretta per consolarla.
Era dura, ma lei era forte, doveva solo capirlo.
Alcune sere mentre lei dormiva io mi alzavo dal mio lettino e andavo in camera sua per vedere come stava, se stava dormendo oppure fosse sveglia. Ricordo che una sera le accarezzai la dolce gota bianca alla luce della luna e lei si era svegliata, gli occhioni scuri assonnati.
''M-Mi dispiace averti svegliata.'' le dissi a bassa voce.
''Non fa nulla, tanto non riesco a dormire.'' scrollò le spalle sotto il piumone rosa.
''Hai ancora gli incubi?'' le domandai.
''Alcune sere sì, questa sera è tranquilla, ma ho paura di addormentarmi.'' disse sotto voce abbassando lo sguardo.
''Perché?''
''Perché vedo i miei genitori morti. Ho paura Luke.'' Alzò lo sguardo nei miei, il terrore nei suoi, il dolore nei miei.
''P-Posso?'' domandai indicandole il letto.
Lei seguì il mio dito, poi si spostò facendomi posto in quel letto troppo grande per una bambina piccola come lei.
Mi sdraiai accanto a lei, mi misi sul un lato per guardarla negli occhi, le presi la manina piccola nella mia sotto le coperte.
''Ci sono io questa notte con te.'' Le dissi, e iniziai a cantare a bassa voce le prime parole che mi vennero in mente.
Raccontai di una principessa che si sentiva smarrita, sola, quando invece poteva combattere tutti questi lati negativi trovando la forza interiore e capire che dentro era forte e che con la sua forza sarebbe riuscita a sconfiggere tutto il buio del mondo.
''Non lasciarmi mai da sola'' mi disse stringendo la mia manina.
''Mai.'' le dissi, quasi fosse una promessa.

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Linea sottile ~ Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora