LUKE.
Sono a questa maledetta e schifosissima festa da più di un'ora e sono già stufo. Michael mi ha abbandonato per andare a trovare la sua nuova 'ragazza' che durerà si e no tre giorni, Ashton non si sa dove sia e Calum è già bello sbronzo seduto per terra accanto ai miei piedi pregandomi di aiutarlo e di ricordargli di non bere più.
Il solito coglione.Stasera non ho bevuto dato che sono io alla guida quindi mi ritrovo a guardarmi intorno a vedere gente ubriaca che non si regge nemmeno in piedi e chiedermi se pure io da ubriaco sono così. Spero tanto di no per la mia reputazione e salute mentale.
Decido di andare in cucina per prendermi un bicchiere di roba analcoli quando mi si pizza ai piedi l'ennesima ragazza ubriaca che è caduta dal divano.Alzo lo sguardo dal divano e noto che c'è Naoh che mi guarda con uno sguardo preoccupato. Prima di parlargli aiuto la ragazza sbronza ad alzarsi, le scosto i capelli dal viso e mi si gela il sangue quando incrocio i suoi occhi scuri con il trucco sbavato.
''Alisha?''
''L-Luke'' balbetta. Non si regge nemmeno in piedi, non riesce nemmeno a tenere gli occhi ben aperti. Cristo.
Le circondo la vita con un braccio e con l'altra mano le tengo il braccio destro, la aiuto a sedersi bene sul divano e le dico di stare ferma.
''Spiegami immediatamente prima che ti spacchi la faccia'' parlo con tono di ghiaccio a Noah.
Sposta lo sguardo da me a lei e da lei a me. ''Ha bevuto un po'...'' spiega.
''Dai? Non l'avevo capito capitan ovvio...'' sbuffo e mi inginocchio davanti a Alisha. ''Ti viene da vomitare?'' fa 'no' con la testa e continua a tenere gli occhi chiusi. Sospiro e guardo di nuovo Noah.
''Perché l'hai fatta bere così tanto?''Esita qualche secondo, ''Perché siamo ad una festa, e insomma... sai anche tu come funziona'' sorride tirato.
In questo momento vorrei davvero spaccargli la faccia per aver solo pensato di combinare qualcosa con lei facendola bere. ''Sei uno stronzo del cazzo.. Hai davvero pensato di portartela a letto?'' mi avvicino pericolosamente a lui.
Alza di fretta le mani e le muove davanti a me. ''No no no, aspetta. Cioé voglio dire... Alle feste si viene, si beve, ci si diverte... dai lo fai anche tu.''
''Se lo facessi con tua sorella saresti contento?'' sbotto.
Serra la mascella e mi fissa. ''Ovvio che no.''
''Allora che cazzo l'hai fatta bere così?'' alzo la voce. ''Ci sta un bicchiere due... ma lei.. cazzo ne avrà bevuti un sacco e minuta com'è non regge nulla.''
''Luke?'' mi chiama Alisha dal divano.
Mi inginocchio di fretta davanti a lei e le prendo il viso tra le mani. ''Stai male?'' Muove la testa in un 'sì' e la porto di corsa nel primo bagno che trovo. Le raccolgo i capelli e mi accuccio accanto a lei mentre rigetta tutto l'alcol della serata.
A vedere le volte che lo fa deduco che quello stronzo di Noah le ha messo in mano più di un bicchiere. Bussano alla porta che si apre subito.
''E' occupato'' rispondo senza guardare.
''Come sta?'' Noah.
''Come vuoi che stia?'' sosprio quando Alisha rimette ancora una volta. ''Sappi che sono stra incazzato e se non fosse perché devo starle vicino ti appenderei al muro.''
Lui scrolla le spalle, ''Io le avrò pur messo il bicchiere in mano, ma la bocca per bere è la sua.'' ribatte.
''Non dire stronzate. Cosa vuoi stesse capendo? Dai...'' lo liquido con un cenno del capo e lui esce dal bagno chiudendosi la porta alle spalle.
La bocca per bere è la sua... una delle stronzate più fragorose che io abbia mai sentito. Da una parte ci sta, ma quando ha visto che stava iniziando ad esagerare poteva fermarla. Ma perché fermarla se poteva starle incollato senza che lei lo rifiutasse? Aprofittatore del cazzo...
Alisha smette di rimettere e si lamenta di qualcosa. Si porta le mani ai capelli tirandoli indietro spettinandosi la sua dolce frangetta.
''Hai bisogno di qualcosa?''
Mi guarda con sguardo confuso e corruga la fronte, ripete il gesto dei capelli e appoggia la fronte sulla mia spalla. ''Portami a casa Luke.'' biascica a sotto voce.
La prendo da sotto le ginocchia a mo' di sposa e mi dirigo alla macchina senza preoccuparmi degli altri tre.
In macchina tengo la radio bassa tanto per ascoltare qualcosa per non addormentarmi, mentre accanto a me Alisha dorme bella tranquilla e beata.
Tutte le curve cerco di farle piano per non farla muovere troppo. Appena arriviamo a casa la riprendo a mo' di sposta e con alcuni sforzi e acrobazie riesco ad aprire la porta, me la chiudo con un calcio alle mie spalle e percorro il corridoio verso camera sua.Le settimane senza di lei sono state un vuoto profondo nel mio appartamento ma anche in me. Lei era una presenza costante, un uragano di energia e di gioia, poi io ho fatto la cazzata di baciarla e di rovinare tutto.
Ogni giorno andavo in camera sua e mi sedevo su suo letto immaginandomi di vederla arrivare e abbracciarmi, dirmi che andava tutto bene, che nulla era cambiato.Invece niente.
La sdraio a letto e le tolgo le scarpe. Sono indeciso se cambiarla o meno. I vestiti puzzano di alcol e di fumo, in bagno chissà su che cosa si è inginocchiata... Decido di cambiarla, tanto ormai peggio di così non può andare.
Brontola qualcosa e ne approfitto del fatto che sia sveglia per chiederle se posso cambiarla. So che è ubriaca e che non si ricorderà che gliel'ho chiesto, ma già averlo fatto è qualcosa di diverso.Le sbottono il bottone dei jeans e tiro giù la cerniera, affetto il bordo del tessuto e lo tiro giù lungo i fianchi rivelando un intimo blu scuro. Cerco di non pensare cose inappropriate e continuo fino a slifarglieli dalle caviglie. Passo alla maglia alzandole leggermente il busto per sfilare il tessuto da sotto.
Mi alzo e cerco un pigiama pulito, non trovandolo vado in camera mia per prendere una maglia e un pantaloncino da prestarle. Al ritorno la sua figura sdraiata a letto con solo l'intimo mi fa quasi star male.
Non dovrei pensarlo, non dovrei dire che è fantastica, che vorrei accarezzarle le gambe, il ventre... Non dovrei alla fine lei è come una sorella per me... Ma il mio istinto mi fa pensare a queste cose.Degluttisco e con uno sforzo immenso la vesto facendole indossare i miei vestiti.
Le do un bacio sulla fronte e le sussurro all'orecchio prima di andare a dormire: ''Buona notte piccolina''
Mi accarezza la mano e gira la testa verso di me, sorride appena ma tiene gli occhi chiusi. ''Rimani con me'' non molla la mano fino a quando non mi muovo per andare a spostare le coperte e sdraiarmi accanto a lei, la accolgo sul mio petto e la faccio addormentare con dolci carezze lungo la schiena, facendo addormentare pure me.
Era notte fonda quando aprii gli occhi per la televisione che continuava ad andare senza che nessuno la ascoltasse. Appoggiata a me, sul mio petto c'era Alisha che dormiva profondamente. Spensi la televisione e rimasi ad ascoltare per almeno cinque minuti buoni il suo respiro profondo, con un ritmo costante.
Sembrava che stesse dormendo bene e mi dispiaceva svegliarla e farle fare le scale e rischiare di svegliare i miei e i miei fratelli. Il divano era abbastanza largo e comodo per entrambi quindi la feci sdraiare comoda e presi un paio di coperte e due cuscini più comodi dall'armadio in salotto.
Sistemato il cuscino accanto a lei e sotto la sua testa con movimenti cauti per non svegliarla mi sdraiai accanto a lei. La abbracciai e la presi tra le mie braccia facendole appoggiare la testa sul mio petto.
Quella notte, è stata la notte dove dormii meglio in tutta la mia vita. Lei era con me, e mi scaldava con il suo corpo sul mio.
Lei mi proteggeva, era il mio angelo.---
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Linea sottile ~ Luke Hemmings
FanfictionAlisha Steel, una bambina di appena cinque anni perde i suoi genitori in un terribile incidente d'auto. E' figlia unica e nessun parente oltreoceano è disposto ad accoglierla. Viene data in affidamento ai migliormi amici dei suoi genitori nonché pad...