Liz non ha preso per niente bene il fatto che io e Luke abbiamo deciso di iniziare una nuova vita... a Londra.
Secondo la sua opinione potevamo benissimo iniziarla qui, o semplicemente non iniziare tutto per niente. Questo non l'ha detto ad alta voce, ma io ero riuscita a sentirla comunque.
Fatto sta che all'ultimissima cena tutti insieme prima di partire, siamo riusciti tutti quanti a mettere da parte la malinconia, la tristezza e tutti gli altri sentimenti negativi che avrebbero potuto rovinare la serata, per dare spazio invece ad allegria, creare dei ricordi nuovi per poi portarceli via con noi.
Abbiamo fatto una foto di gruppo con il mitico bastone del selfie e poi ci siamo salutati. Il momento dei saluti è stato critico ma non come pensavo.Ripenso a tutto questo mentre chiudo definitivamente la valigia dopo aver controllato di avere tutto quanto.
L'appartamento verrà messo in affitto da Andrew, sapendo già chi sarà il futuro cliente.. o meglio, i futuri clienti: Ashton e il resto del gruppo hanno deciso di affittare questo appartamento in caso noi cambiassimo idea, qui saremo i benvenuti.''Hai controllato di avere tutto?'' domanda Luke in preda al panico.
''Si, abbiamo tutto. In caso ci mancasse qualcosa che lo faremo inviare da tuo padre, ok?'' cerco di tranquillizzarlo. Lui sospira e torna a controllare per l'ennesima, e spero anche ultima volta la valigia.
Dopo essere convinto di avere tutto, chiamiamo il taxi e quando arriva facciamo su e giù per le scale per caricare tutto. Devo dire che per la prima volta è un uomo a battere la donna con le proprie valigie. Luke si porta con sè anche le nostre chitarre più una piccola valigia con dentro tutti gli spartiti scritti con i ragazzi. Quindi mi batte solo per una piccola valigia, è una vittoria minima ma pur sempre una vittoria.
Il viaggio in taxi è tranquillo e silenzioso. A me non è mai piaciuto parlare in presenza di uno sconociuto che potesse sentire bene i miei discorsi, così mi concentro a guardare fuori dal finestrino a guardare la prima luce del mattino farsi strada per scacciare la notte. Pochissime persone sono già sveglie per andare a lavorare o per chi è pazzo, per andare a correre.
''Amore siamo arrivati'' mi richiama Luke dai miei pensieri. Un grandissimo formicolio si fa strada nelle mie viscere quando sento pronunciare il nomignolo ''amore'' dalle sue labbra. Suona così.. così amorevole, così sentimentale, così dolce.
Paghiamo il tassista e ci avviamo dentro l'aeroporto che è una struttura immensa, quasi impossibile da guardare in una vista unica.
Andiamo nel settore del check-in e ci mettiamo in coda.''Sicura che l'ora è giusta?''
Sbuffo, ''Si Luke. Non agitarti''
''Non sono agitato'' la sua voce quasi si alza di due ottave, tanto che il signore davanti a noi si gira e ci guarda strano.
''Andrà tutto bene Luke, te lo prometto.''
Facciamo il check-in e aspettiamo che chiamino il mio volo, nel frattempo prendo in mano il telefono e rileggo i messaggi ricevuti stamattina da tutti quanti. Messaggi che ripetono la stessa identica cosa: buon viaggio, buona fortuna, che gli mancheremo e di tornare.
Rileggendo i messaggi vorrei tanto leggere due messaggi di due persone importanti: i miei genitori.
Vorrei tanto leggere un messaggio di un loro ''in bocca al lupo'', di un augurio di buona fortuna, magari con qualche consiglio di mamma.
Invece la mamma non c'è, nemmeno il papà. Tutto ciò che sto facendo, lo sto facendo per scelta mia senza aver mai consultato nessuno per qualche consiglio, e non è stato facile.
Più di una volta avrei voluto prendere il telefono e chiamare mia madre, più di una volta avrei voluto piangere tra le sue braccia, più di una volta avrei voluto correre da papà e farmi spiegare da lui perché gli uomini sono così complicati.Tutti questi pensieri mi distraggono dalla voce femminile che proviene dall'autoparlante che sta richiamando il nostro volo. A farmene accorgere è Luke che per l'ennesima volta di quel giorno mi chiama ''amore'' e mi fa tornare nel mondo dei vivi.
Facciamo la coda per salire sull'aereo, poi una volta raggiunto il veivolo prendiamo posto.
Io sono seduta vicino al finestrino, quando viaggio ho bisogno di guardare fuori, non solo per motivi di ''salute'', ma anche per motivi miei psicologici.
Guardare fuori per vedere la strada, in questo caso il cielo, scorrere accanto a me e vedere che ogni centimetro di quel posto si sta allontanando per mettere da parte il passato e raggiungere una nuova destinazione: il futuro.Il futuro che in questo momento è seduto accanto a me, con le mani sudate per l'agitazione e la malinconia pesante che dal cuore arriva fino agli occhi, occhi azzurri come il cielo di questa mattina, occhi azzurri come l'oceano che presto sarà sotto i nostri piedi. Occhi di cui io sono perdutamente innamorata.
''Luke?'' lo chiamo con un filo di voce. ''Siamo sicuri di quello che stiamo facendo?''
''Ti stai pentendo amore?''
''No'' e sono sincera.
''Allora sì, siamo sicuri di quello che stiamo facendo. Me lo hai detto tu stessa no? Possiamo facerla.'' prende la mia mano e la fa intrecciare alle sue dita.
''Ti amo Luke''
''Ti amo amore mio''
Mai, e dico mai, mi sarei potuta stancare di sentirmi chiamare ''amore''.
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Linea sottile ~ Luke Hemmings
FanfictionAlisha Steel, una bambina di appena cinque anni perde i suoi genitori in un terribile incidente d'auto. E' figlia unica e nessun parente oltreoceano è disposto ad accoglierla. Viene data in affidamento ai migliormi amici dei suoi genitori nonché pad...