Capitolo 10

3K 201 46
                                    

LUKE.

Sdraiato a letto fisso il soffitto cercando di collegare i pezzi per creare e risolvere questo puzzle mandato in mille pezzi per un gesto mio poco adatto.

Baciare Alisha? Ma cosa mi era saltato per la testa? Ok, non siamo fratelli ma lo siamo diventati con il passare del tempo, e tra virgolette anche legalmente dal momento che i miei genitori l'hanno presa sotto la loro responsabilità accenttando il compito che gli avevano assegnati i genitori di Alisha.

Questo è un enorme problema, un problema globale.
I ragazzi mi hanno detto di parlarle, per dirle cosa? Che ho sbagliato, che non dovevo farlo e di rincominciare da capo? Non posso, non possiamo tornare indietro e fare finta che tutto questo non sia mai accaduto.

Sono sveglio da tutta la notte cercando una scusa per il motivo per cui l'ho fatto, senza trovarne alcuna.
Da coglione le ho persino detto: ''Non ho bevuto molto per ricordarmi ciò che stavo per fare.''
Lei mi aveva guardato confusa e poi io mi sono incollato alle sue labbra da bravo coglione.

Quando mi sono staccato sul suo viso c'era un'espressione di confusione, panico e forse anche delusione.
Non potevo tornare indietro ormai il danno l'ho fatto devo solo cercare di rimediare in qualche modo e se non lo faccio oggi non lo farò più. E soprattutto se me ne sto qui a letto a continuare a rimurginare su ciò che è accaduto sicuramente non risolvo un bel niente.

Vorrei soltanto sapere che cos'ha pensato lei dopo il bacio. Mi odierà per questo, mi odierà per aver rovinato tutto.
Non riesco a smettere di darmi la colpa.

Il mio telefono squilla con un semplice bip segno che mi è arrivato un messaggio:

Calum: Le hai parlato? Coglione..

Sorrido a quel mona perché so che lo sta facendo apposta ad evidenziare cosa sono per tutti i casini che sollevo. Gli rispondo:

Io: Non ancora... Sto pensando.

Calum: Tu che pensi? Muoviti che più tardi ci dobbiamo trovare per le prove...

Ecco, ci mancavano anche le prove, me ne ero pure scordato.

Io: Si lo so, stupido...

Calum: stupido sarai te. Appena arrivi ti prendo a calci in culo.

Io: Non vedo l'ora ;D

Lascio il telefono sul comodino e mi alzo per indossare già i vestiti per uscire, vorrei stare in tutta ma dopo ciò che è accaduto girare mezzo nudo per casa non è il massimo per cercare di risolvere le cose.

Mi passo una mano tra i capelli spettinati e poi sul viso sentendo una leggera barba pizzicarmi il palmo della mano. 
Apro la porta di camera mia e controllo se provengono rumori dalla cucina o dal bagno... via libera.
Corro in bagno e chiudo la porta dietro di me, mi spoglio e mi faccio una doccia veloce prima di uscire e indossare di nuovo i vestiti. La mia intelligenza non ha limiti.

Appena finisco vado in cucina a preparare la colazione anche per lei. Inizio ad essere agitato perché più di una volta mi cade la forchetta dalle mani trovandomi costretto a sciacquarla o cambiarla, rompo anche un bicchiere dentro il lavello peché mi era scivolato dalle mani.
Non dovrei essere così agitato, insomma devo solo chiarire il fatto del bacio e assicurarmi che sia tutto come prima, alla fine un bacio è un bacio, non siamo mica andati a letto insieme.
E allora perché ho tutta questa paura?

Sento la porta del bagno aprirsi e subito torno di nuovo nel panico come se non ci fossi mai uscito.
Poi sento i suoi dolci talloni picchiare sulle mattonelle, farsi sempre più vicini, sta arrivando in cucina.

Ci siamo, dico a me stesso.

Ci siamo.

ALISHA.

Lo sento uscire dalla camera e correre in bagno per chiudersi la porta alle spalle e aprire l'acqua della doccia subito dopo.
Lo sento anche canticchiare, solo che non è il suo solito tono. E' un tono da uno che cerca di distrarsi da ciò che sta per affrontare. E, ovviamente, io lo capisco benissimo.

Ci siamo dentro entrambi fino al collo in questa situazione, non so nemmeno come affrontarla, cosa dirgli, che parole usare.
Ho solo una domanda in mente che continua a bussarmi nel cervello da tutta notte: Perché lo ha fatto, perché io.

E' stato strano baciarlo, avrebbe dovuto scandalizzarmi molto di più e invece di arretrare appena sentii le sue labbra sulle mie mi lasciai fare. Anzi, avrei voluto baciarlo ancora di più.

Ok, baciare è bello ecc ecc.. e lui è bellissimo ecc ecc.. ma rimane pur sempre mio 'fratello' da un punto di vista legale, per quanto mi riguarda siamo ancora ottimi amici di infanzia che.. va beh.. hanno scoperto il mondo degli adulti: il mondo dei baci, delle carezze, delle attenzioni e delle cose in più grande.

E' vero, non avremmo dovuto farlo, ma se è successo, è accaduto per un motivo e noi due dobbiamo metterci tranquilli a parlarne e cercare di risolvere questa cosa perché io non ce la faccio più a stare zitta e tenermi dentro questo peso che ho da ieri sera.

Quando è scappato per andare probabilmente dai suoi amici mi ero preoccupata, avrei voluto che restasse a casa e non che andasse in giro a dire ai mille venti ciò che era successo.

Con un sospiro mi alzo dal letto, recupero le cose pulite che voglio indossare e sgattaiolo fuori dalla porta guardandomi in torno. Appena entro in bagno mi spoglio e mi faccio cullare dal getto dell'acqua calda che riscalda e rilassa i miei muscoli prima di affrontare uno dei discorsi più imbarazzanti che abbia mai fatto.

Mi asciugo e mi vesto, mi controllo allo specchio notando delle occhiaie pazzesche sotto gli occhi. Non ho chiuso occhio questa notte e si vede molto bene.
Mi sistemo in qualche modo con del correttore ottenendo un risultato veramente scarso, poi prendo un respiro profondo e vado in cucina seguendo l'odore del bacon.

Ci siamo, dico a me stessa.

Ci siamo.

---

Linea sottile ~ Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora