Capitolo 6

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''Quindi vi siete solo incontrati in piazza e basta?'' Sorseggia il suo caffè.

''Sì, Luke. E' andato via subito.'' evito di proposito a dirgli che aveva scherzato sul fatto che mi avrebbe invitata a bere un caffè, peccato che ne avevo appena bevuto uno.

''Ok.''

Per mia fortuna il terzo grado dura poco e posso finire di bere il mio caffè con calma senza nessuna pressione addosso e soprattutto senza imbarazzo. So che con Luke potrei parlare di tutto e di più, che potrebbe darmi molti consigli su molte cose, il fatto è che voglio arrangiarmi come ho sempre fatto, il che vuol dire anche commettere da sola gli sbagli più grandi senza alcun consiglio alle spalle. D'altronde: sbagliando s'impara no?

''Allora, sei pronta per il college?''

''Non molto.'' rispondo sincera. Non sono molto pronta a socializzare con nuove persone, passare ore con loro. Dovrei essere abituata per il liceo appena finito, il punto è che non avevo nessuno con cui parlare, ero e sono ancora una tipa piuttosto solitaria, che sta bene da sola in camera sua a leggere tutto il giorno, che si nasconde dal mondo con un paio di cuffiette nelle orecchie e musica al massimo.
Vorrei tanto che Luke fosse al mio stesso college, almeno non sarei impaurita di affrontare un nuovo mondo da sola.
Lui c'è sempre stato per me, sempre. In ogni mia difficoltà, perché per ora, la mia vita non mi ha mai regalato nulla per cui alzarsi la mattina e dire: oggi sto bene, oggi sono felice, oggi c'è il sole.
E anche nelle giornate con un sole che spaccava la pietra, non ero in grado di vederlo. E' tutto un grigio per me.

''Andrai alla grande'' cerca di convincermi pur sapendo bene che con me ha poche possibilità.

''Torniamo a casa?''

Annuisce e si alza recuperando la custiodia della sua nuova chitarra. Va alla cassa per pagare e dopo alcuni minuti di litigio su chi dovesse pagare siamo fuori dal bar già a pochi minuti di strada da casa.
Quando arriviamo io mi fiondo in camera per pensare a tutto e a niente, mentre Luke si posiziona in sala sul divano a giocare già con il suo nuovo giocattolo.

''Alyyyy!'' urla dal salotto.

''Che c'èèèè?'' urlo a mia volta.

Di risposta urla ancora una frase lunga che però non capisco, ''Cosa?''

''Muovi il culo e vieni qui!''

Alzo gli occhi al cielo ridendo per i suoi soliti modi molto fini di dire le cose. Il salotto è un disastro: ci sono corde di chitarra ovunque, plettri per terra con i fogli degli spartiti sparsi su tutto il pavimento.

''Scusa, dovevi solo mettere delle corde.'' indico il casino per il salotto.

''Dettagli, vieni qui e dammi una mano per favore.''

Mi siedo per terra davanti a lui e prendo la chitarra nuova tra le mie mani mentre lui con le sue abili e sapienti monta le corde e le tira. ''Le devi accordare''

''Lo so, saputella'' fa la linguaccia.

''Te la taglio se lo rifai'' lo minaccio puntandogli un dito contro.

Lui di risposta rifà la linguaccia, io per tutta risposta poso la chitarra al mio fianco e gli salto addosso tirandogli le orecchie, ''Rifallo dai!''

''Le mie orecchie! Ora sembrerò Dumbo'' si lamenta massaggiandosele

''No lui è troppo più bello, carino e coccoloso di te''

''Ah, ok. Buono a sapersi.'' Fa finta di essere offeso ma entrambi sappiamo benissimo che non lo è. Lo ignoro di proposito e torno a fare ciò che stavo facendo prima.

Linea sottile ~ Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora