Capitolo 5

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Vengo svegliata da un forte tonfo proprio dietro al divano, per la paura faccio un salto che mi fa venire la tachicardia. Mi affaccio per guardare cos'è caduto... o meglio, chi è caduto.
Mi alzo in fretta per andare ad aiutare Luke ad alzarsi.

''Luke!'' lo prendo da sotto le braccia e cerco di alzarlo ma è davvero pesante. ''Ma quanto pesi?''

''Shhhh, non ur-urlare per-per favore'' biascica le parole. Gli faccio passare un braccio intorno al mio collo e in qualche modo riesco a farlo sollevare da terra quanto basta per farlo camminare e arrivare in camera sua.

''Anche stasera ubriaco eh...'' non vorrei fare quella che lo rimprovera per tutto ma sta tornando a casa troppe volte ubriaco e la cosa non mi piace, capisco che si vuole divertire ma almeno che lo faccia una volta a settimana.

''Non c'era nessuna ragazza interessante quindi...'' ahhh, capito. Sbuffo mentre entriamo in camera sua. Lo aiuto a stendersi a letto e gli tolgo le scarpe e le calze.

''Ce la fai a toglierti i vestiti? Puzzi di alcol dalla testa ai piedi''

Fa cenno di no più volte con la testa e poi si ferma: gli occhi chiusi, il viso rilassato e il respiro pesante. Si è addormentato. Quando dorme sembra un ragazzo così bravo, non che non lo sia anche quando è sveglio, solo che almeno mentre dorme non fa casino, non combina guai e non si ubriaca.
Lo guardo per qualche minuto in attesa che si svegli di scatto o per la nausea invece nulla, pace. Il respiro pesante si traforma in un leggero russare, quindi tranquilla vado verso camera mia, mi spoglio e mi metto il pigiama. Con gli occhi pesanti e la stanchezza ancora intorno riesco ad addormentarmi quasi subito.

''Cazzo...''

Apro appena gli occhi pensando di aver immaginato qualcuno parlare.

''Porca puttana...''

Ok, avevo sentito bene. Scosto le coperte e scendo infilando le pantofole ai piedi, apro la porta di camera trovandomi un Luke che va avanti e indietro dal bagno e ovviamente è a petto nudo.

''Posso sapere cosa stai combinando alle...'' guardo l'ora sulla mia sveglia, ''Cinque e mezza del mattino?!'' quasi urlo. ''Sei serio? Sono le cinque e mezza Luke!'' alzo e abbasso le braccia lungo i miei fianchi.

''Ti pregherei di non urlarmi contro e di farlo contro la mia nausea che persiste da un'ora, sto di mer...'' corre di nuovo in bagno a rigettare tutto l'alcol ingerito ieri sera.

''Se la smettessi di ubriacarti in quel modo magari...'' dico a bassa voce tornando in camera da letto e rimettendomi a dormire, o almeno ci provo. Lo assisterei ma so che sta bene, già altre volte l'ho assistito e ho imparato a riconoscere quando ha bisogno di aiuto e quando no. E ora non ne necessita.

Lo sento imprecare penso altre cinque volte con parole che scandalizzerebbero anche il più adulto degli adulti e ormai senza sonno mi alzo di nuovo e vado in cucina a preparare un buon caffè per tutti e due, soprattutto per lui che ne avrà bisogno.

Dopo venti minuti Luke mi raggiunge in cucina con solo addosso dei pantaloni della tuta grigi che finiscono a sigaretta, i piedi nudi. Mentre bevo il caffè lo osservo da sopra il bordo della tazza: ha i capelli scompigliati come  uno spaventa passeri, gli occhi un assottigliati e un poco rossi, delle leggere occhiaie gli ombreggiano gli occhi. ''Non hai proprio una bella cera'' azzardo a stuzzicarlo.

''Sbronzati come ho fatto io ieri sera e poi ne riparliamo'' risponde acido con la voce rauca.

Lo fa sempre, la mattina dopo, quando non ha ancora smaltito del tutto la sbornza e sta ancora male tende a risponderti male anche solo per il fatto che stai respirando. Si versa il caffè nella tazza e si appoggia al bordo della cucina mostrandomi il petto nudo.
Non dovrei guardarlo come lo sto guardando ora, non dovrei per il semplice fatto che sono cresciuta insieme a lui e lo considero come mio fratello, però cacchio se è bello. Non mi sorprende che ha mille ragazze intorno.

Linea sottile ~ Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora