Capitolo 14.

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Tiro il freno a mano, uscendo dalla vettura e prendendo lo zaino dal sedile posteriore.

Sbuffo, entrando nel cortile.

"Ancora qualche mese, possiamo farcela" dice Sam.
"Più la maturità però" le ricordo.
"Zitta" mi spinge mentre entriamo nel l'edificio ridendo.

"Oggi c'è il compito in classe, che avete da ridere?" ci chiede Nash in corridoio staccandosi dal muro, venendoci in contro con le mani in tasca.
"Sdrammatizziamo" scrollo le spalle prima di dargli un bacio sulla guancia ed entrare in classe insieme a lui.

"Basta, non ne posso più" si lamenta Nash sbattendo la testa sul banco.
"Con la scusa dell'allagamento, dopo due settimane non ce la faccio proprio a ricominciare." continua

Qualche idiota del secondo anno, due settimane fa, ha avuto la brillante idea di lasciare i rubinetti dei bagni aperti allagando la scuola.

È stato un bel periodo di vacanza per noi studenti.

"Eccola" sbuffo alzandomi mentre la prof entra in classe.

Dopo un breve appello, inizia a parlare e la mia mente smette di ascoltarla.

"Evans" mi richiama, io spostò lo sguardo dalla finestra per posarlo su di lei.
"Sì?" chiedo. Mi ha sempre messo soggezione questa prof.
"Ieri eri sulla prima pagina di una rivista, è possibile?" aggrotta le sopracciglia.

Che imbarazzo.

"Uh c-credo.. Di sì" mi sposto una ciocca di capelli dietro le orecchie. "Ho cantato ad un ricevimento, c'era anche la stampa" continuo quando noto che sta aspettando spiegazioni.
"Sono certa che la rivista parlasse anche di un certo..."

Non lo dire. Non lo dire.

"Lewis? O Louis?"

Sento qualche mormorio in giro per la classe, i miei occhi fissi sul libro.

"Scusi prof, non potremmo andare avanti con il programma? Abbiamo poche settimane prima della fine della scuola, e farà parte della mia tesina quindi.."
"Sì, scusate. Era solo pura curiosità. Comunque, dicevo.."
Guardo Cindy riconoscente, mimandole un grazie.

Lei mi fa l'occhiolino prima di ricominciare a prendere appunti.

*oggi ci vediamo?*
Leggo il messaggio sotto al banco, è Tyler.

Sbuffo bloccando lo schermo e infilandomelo in tasca.
Non mi va di vederlo, oggi.

Finalmente le ore passano, e sto tornando a casa in macchina con Sam.

"Non scendi?" mi chiede quando vede che non mi slaccio la cintura, sotto casa
"Credo che andrò a salutare i miei"
"Oh, okay. Salutameli" sorride chiudendo la portiera, così riparto verso la mia vecchia casa.

"Maddie!" gli occhi di mio padre si illuminano mentre mi tira in un abbraccio lasciandomi entrare in casa.
"Che bella sorpresa!" sorride.

"Disturbo?"
"Figurati! Vieni, tua madre sta preparando da mangiare.
Grace, guarda chi c'è!" esclama portandomi in cucina.
"Ciao tesoro" dice lei asciugandosi le mani nel grembiule e venendomi in contro.

Vederli così mi fa capire quanto abbiamo sofferto la mia assenza.

Sono la loro unica figlia e me ne sono andata così, non dev'essere stato bello rimanere in due tutto ad un tratto.

"Siediti, tesoro" mi indica il posto che occupavo di solito mio padre, così mi siedo accanto a lui.

"Come va la scuola?"
"Bene, sto cercando di tenere duro" sorrido
"Tyler come sta?" chiede mia mamma scolando la pasta, così mi alzo a darle una mano con i piatti.
"Bene" alzo le spalle
"Quando ce lo farai conoscere?"
"Non è nulla di serio, davvero" porgo il piatto bollente a mio padre prima di risedermi insieme a mia mamma, iniziando a mangiare.

"Avete litigato?" indaga.
"No, solo... Non è una storia seria"
"State insieme da un po', però"
"Papà" lo richiamo.
"Okay, scusa" ridacchia riempiendosi la bocca di penne al sugo.

"Mh," mugugna la donna di fronte a me, ingoiando prima di continuare la frase. "Ho sentito che Louis è in città. Lo hai visto?"

Annuisco giocando con la forchetta.

"Com'è che oggi tutti sono fissati con Louis?" penso ad alta voce.
"Era solo una domanda, tesoro" mi guarda, accarezzandomi una mano.

"Sì, ci ho parlato un paio di volte questa settimana"
"Tutto bene?" chiede quasi preoccupata
"Sì, tranquilla" sorrido e mi alzo per sparecchiare.

"Io tra poco vado, devo studiare oggi"
"Che peccato che tu abbia lasciato la squadra... L'altro giorno ho incontrato la tua coach al supermercato. Le manchi"
"Sono troppo impegnata nell'ultimo periodo" sbuffo.
"Lo so, lo so. Eppure eri così brava.."
"Mamma avrei smesso lo stesso tra poco, sai.. Dopo la scuola"
"Sei ancora convinta dell'anno sabbatico, mh?" sorride mio papà.

"Non voglio farvi pagare i miei studi, è la scelta migliore. Anche Sam farà così."
"Sono fiero di te" mi da un bacio sulla fronte mio papà.

Sorrido, dirigendomi in salotto.

"Ah, me n'ero dimenticata" dice mia mamma mentre mi porge un foglio ripiegato in quattro.

Aggrotto le sopracciglia.

"Devi averlo dimenticato nel trasloco"

Lo apro: è il poster che ha accompagnato la mia adolescenza attaccato alla porta di camera mia.

Cinque ragazzi sbiaditi e accartocciati mi sorridono, stretti nelle loro magliette color pastello.

"Grazie" sorrido. "Devo andare ora" li saluto, aprendo la porta e lasciando la casa per poi buttare una parte dei miei ricordi nel primo cestino che trovo lungo la via.

Deer 2|| Louis Tomlinson.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora