3. Sof: Base3

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Qualcuno bussò alla porta. Chi osa disturbarmi? Non avevo detto al nonno di tenermi tutti lontani? Ignorai la porta e continuai a leggere il libro che mi ero portata dietro, una fonte di distrazione ancora migliore, un mondo alternativo in cui potevo rifugiarmi allontanandomi da quello in cui vivevo ora. Anche se in quel momento le sofferenze patite dai personaggi non mi sembravano lontanamente paragonabili alle mie.
Continuarono a bussare insistentemente e andai ad aprire la porta, ritrovandomi faccia a faccia con il ragazzo di prima solo che in quel momento aveva appoggiato sul naso un paio di occhiali da vista squadrati e i capelli sciolti, che erano meno lunghi di quanto pensassi. «Ehi! Io...» gli sbattei la porta in faccia. Continuò a bussare, costringendomi a riaprire la porta «Cosa vuoi?» chiesi brusca «Non ci siamo presentati a dovere e...» «Non voglio conoscerti.» risposi freddamente «Non disturbarmi più» e gli sbattei di nuovo la porta in faccia. Irritante. Credeva di essere diverso dagli altri? Se lo poteva scordare, non avrei permesso a nessuno di avvicinarsi a me. Bussarono nuovamente alla porta, ma questa volta il doppio knoc knoc leggero era riconoscibile. La porta si aprì senza che diedi il permesso e il nonno iniziò a parlare senza aspettarsi una mia reazione «Vuoi andare prima a Miami o tornare a San Francisco?» pensare a San Francisco mi causò una stretta al cuore. Mi mancava la mia città, il tempo bizzarro, i negozi, i vicini, persino la scuola, mi mancava la mia vecchia normalità. Non ero ancora pronta ad affrontare quel posto, ad affrontare la casa dei miei incubi e un padre in com o ad affrontare di nuovo Jo. La squadra di Aiden era tornata a San Francisco su mia richiesta, creando un divario tra me e loro, in modo da non metterli troppo in pericolo. Ma dovevo affrontare Mr. Steel e lo dovevo affrontare lì. «Miami» risposi senza esitazioni. «È la città natale di Skyler, giusto?» chiesi. Volevo fare visita alla sua tomba, era necessario che ci andassi.
«Sì.» «Chi dovrò sfidare?» chiesi anche se non mi interessava «Nicole Hamilton» che ha detto? L'ho già scordato. «non è una ragazzina vero?» chiesi ripensando al mio avversario di quel giorno «No. Non ti preoccupare... A proposito di Philip Smith. Che ne pensi?» «fa di tutto per potermi avvicinare. È sospetto» risposi «No. Lui non è una spia.» mi rassicurò il nonno «Tu che ne sai?» «È il figlio di un grande imprenditore per bene, un mio conoscente. Ho reso suo figlio un Imperium in cambio del suo aiuto.» rispose «Non mi interessa. Puoi andare.» «Rimarremo per un po'qui. Voglio passare del tempo con Arianne» disse cauto «Bene.» minimizzai, non vedendo l'ora che se ne andasse. La sua presenza mi disturbava parecchio, come la presenza di ogni altro essere vivente esistente sulla faccia della Terra. «Potresti cercare di fare amicizia con Philip» suggerì il nonno «Perché dovrei?» sbottai con maleducazione «Sophie tieni tutti a distanza... I tuoi incubi mi preoccupano, hai bisogno di affetto...» «Perché? Non ti vado bene così? Non sono la nipote che hai sempre desiderato? Non immischiarti anche nelle mie emozioni, non ne hai il diritto, dirigi già il mio potere. Puoi andare ora» dissi tagliente. «Sophie voglio solo che qualcuno ti stia vicino per tenerti d'occhio e non farti autodistruggere.» insistette «Non sei degno di decidere chi dovrebbe starmi accanto» le uniche persone che voglio accanto o non ci possono stare o non ci possono più stare. Il nonno si alzò deluso dalla sedia e raggiunse la porta «Di a quel Philip di starmi alla larga» aggiunsi riaprendo il libro. Si chiuse la porta alle spalle e io mi sentii veramente sola. Anche se me la sono cercata questa solitudine.

Avevo fame. E mio nonno non aveva mandato nessuno a portarmi da mangiare, mi voleva costringere a raggiungere la mensa della Base per socializzare. È vero, potevo rifiutarmi di assecondarlo, sopportare la fame che tanto alla fine avrebbe ceduto lui per primo per la mia salute, ma io stessa ero stufa di rimanere rinchiusa in quella lussuosa stanza sotterranea.

Avete presente nei film, quando il/la protagonista entra in una sala e tutti si zittiscono? Nella realtà non accadrebbe una cosa del genere nemmeno se arrivasse il presidente degli Stati Uniti in persona. Si accorsero di me solo quando mi misi in coda per la fila, iniziando subito a bisbigliare e a sparlare di me. Perché sono io l'argomento del giorno e dei giorni a venire. «Sophie!» mi irrigidii al suono della sua voce. Si mise accanto a me e mi tirò per un braccio «Ary...» sussurrai con un filo di voce «Ti unisci a noi?» mi chiese con un sorriso enorme stampato in faccia. Arianne era cresciuta e il suo sguardo era diventato più duro e meno giocoso di un tempo. Teneva i capelli raccolti in due treccine bionde sul davanti, la frangia le copriva quasi gli occhi e aveva bisogno di una sistemata. Indossava la classica divisa degli Imperium con la fascia rossa sul braccio sinistro che la faceva sembrare più matura di quanto non fosse. «Scusa Ary. Ma preferisco mangiare da sola» le dissi con voce più morbida di quella che ho usato per tre settimane, ma risuonò ugualmente fredda e distante persino alle mie orecchie. Non volevo essere stronza anche con Ary ma non volevo metterla in pericolo, quindi avrebbe dovuto starmi lontana. La bambina ci rimase male, abbassò lo sguardo e mormorò «capisco... Allora ci vediamo in giro?» mi chiese speranzosa. Il "Certo" mi uscí dalle labbra prima di passare per l'anticamera del cervello, così mi rimproverai mentalmente per essere stata tanto stupida. La bambina si allontanò velocemente salutandomi energicamente con quel sorriso che scioglieva mille cuori, toccando anche quello fantasma che era il mio. «Allora non sei fredda ed antipatica con tutti» disse una voce dietro di me. Mi voltai e mi trovai di fronte a Philip Smith che mi sorrideva a trentadue denti «Cosa vuoi da me?!» chiesi prendendo il vassoio «mi sembra che tu abbia bisogno di compagnia» «ti sbagli di grosso» non guardai nemmeno cosa presi da mangiare che mi allontani alla ricerca di un tavolo libero, cercando di sbarazzarmi di Smith il prima possibile. Individuai un tavolo vuoto accanto alla finestra e ignorando i bisbigli mi affrettai a consumare il mio pranzo. «Si crede chissà chi solo perché ha avuto la fortuna di essere la nipote di Barker» «Che ragazzina viziata» «smettetela, potrebbe sentirvi. Ha appena perso la madre, lasciatela  in pace!» «Qui la maggior parte delle persone sono orfane!» mi ripetei nella mente che dovevo ignorarli, che loro non capivano quello che provavo, le mie motivazioni... «Posso unirmi a te?» alzai lo sguardo ritrovandomi davanti di nuovo lui. «no» e ritornai sulla mia cotoletta. Il ragazzo si accomodò ugualmente accanto a me e iniziò a consumare la sua insalata. «Cosa vuoi da me?!» sbottai di nuovo, irritata dalla sua presenza. «Conoscerti» disse puntando la forchetta verso la mia faccia. Sbattei un pugno sul tavolino «Stammi lontano» lo minacciai. Mi alzai e me ne andai. Perché insisteva così tanto? Non capisce che tutte le persone a cui mi affeziono rischiano di morire? Lei li farebbe fuori uno ad uno... Sapendo che sarebbe peggio di cento pugnalate al cuore. «Sophie Hunter?» mi chiamò una voce melliflua familiare. Mi voltai e incontra i bei occhi castani di Aylen «Posso parlarti?» il no si stava già formando sulle mie labbra, ma lei aggiunse «Vorrei farti vedere una cosa» insistette «ti prego, seguimi » continuò per nulla intimorita da me. Curiosa di sapere cosa volesse mostrarmi, annuii.

Angolo autrice

Ehi, ciao di nuovo. Lo so che probabilmente sono l'unica autrice che scrive poemi anche negli angoli autrice, molti non lo fanno, mentre io intaso ogni santo capitolo, anche solo per salutarvi. Però devo, perché mi piace parlare direttamente con voi e ho sempre qualche informazione in più da darvi. Intanto mi scuso per l'assenza di azione e per la brevità del capitolo (dal prossimo saranno meglio, almeno spero), ma comunque questi sono i primi capitoli di assestamento, la calma prima della tempesta per così dire. Poi quando comincerà tutto vi chiederete se ci sarà mai tregua. Lo so avete aspettato una settimana e vi ritrovate questo? Mi rendo conto che questa Sophie ha decisamente un pessimo carattere, ma come avete notato c'è ancora un barlume della vecchia lei.

Qui sopra Ellen Frost.

P.s. Sto revisionando il secondo libro, quindi sto cercando di far sparire ripetizioni, errori grammaticali o di battitura, costruzioni delle frasi ecc... Se per caso vorreste rileggere la storia, consiglio caldamente di eliminarlo dalla biblioteca e risalvarla per poter vedere le correzioni.

Ci sentiamo la prossima settimana! P.p.s. Odio la scuola.

Elements: Perdita (in revisione) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora