35. Sof: Cieco

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Cappuccetto rosso era una furia e Bit non sembrava avesse molte possibilità contro di lei. Tuttavia non se la cavava male.
Anche gli altri Ribelli attaccarono puntando prettamente su di me. I ragazzi mi difesero cosa che mi provocò un leggero fastidio che cacciai immediatamente. «Sei solo una traditrice!» sibilò Bit alla nostra guida «Tu sei solo un verme!» replicò la ragazza frustando l'aria con le fiamme.
Mi fiondai verso alcuni Ribelli, schivando gli attacchi girando su me stessa e attaccai senza utilizzare nemmeno i miei poteri. «Dobbiamo andarcene da qui!» esclamò Coral che stava per essere sopraffatta da due Ribelli. Seguii il mio istinto e un turbine d'aria spazzò via gli oppressori di Coral, aggirando la ragazza e facendole svolazzare i corti capelli scuri. Rimase interdetta per mezzo secondo ma poi mi guardò male. «Ce la facevo da sola!» esclamò. Mi limitai ad alzare le spalle e ad attaccare gli altri Ribelli. Coral era una ragazza strana. Solitamente era una ragazza timida con poca autostima, ma quando iniziava a combattere o quando si arrabbiava diventava irriconoscibile e soprattutto irascibile. In effetti in quel momento, per dare prova di sé, attaccò come una scheggia alcuni Ribelli che si stavano avvicinando a madre e figlio. Dovevamo uscire di lì. Guardai Aiden che, in assenza del suo elemento, combatteva con un tubo di metallo utilizzato come bastone. Il ragazzo incrociò i suoi occhi blu con i miei e mi fece il cenno con il mento verso l'alto. Alzai lo sguardo e guardai il soffitto. Voleva che lo spaccassi? Ero scettica a riguardo. Non pensavo di riuscirci ma comunque diedi un pugno poderoso al terreno che fece crescere un'ariete il quale colpì il soffitto, facendo tremare tutto e piovere detriti. Eli riuscì a proteggere appena in tempo la famiglia McEwan mentre alcuni Ribelli si davano alla fuga. I più coraggiosi rimasero intontiti. Bit e Cappuccetto Rosso continuavano ad azzannarsi. Il soffitto aveva una lunga frattura ma non c'era traccia di un passaggio. «Indietro!» gridai rabbiosa. Aiden non se lo fece ripetere due volte, agguantò Coral ancora in preda alla sua furia e raggiunse Eli che prontamente creò una cupola per proteggere tutti. I Ribelli rimasti che avevano percepito il pericolo batterono in ritirata. Dopotutto il loro capo Santos non c'era nemmeno e non valeva la pena rischiare la propria vita per ordini di un Ribelle superficiale come Bit. Almeno era questa la scusa che diedi a loro dato che non tornarono più all'attacco. Non per codardia, assolutamente no. Pensai a James e a quando finalmente lo avrei rivisto. Le scariche elettriche che attraversavano il mio corpo non si fecero attendere, immediatamente mi sentii pura energia. La corrente mi faceva svolazzare i capelli dalla tensione e venire la pelle d'oca. Non ero ancora esperta ad utilizzare i fulmini, poteva essere pericoloso, ma era questione di salvare gli altri. Conoscendo l'origine del potere del fulmine, aria e fuoco, mi lasciai andare all'istinti ed alle emozioni, gli elementi caratteristici dei due elementi. L'elettricità danzò intorno a me fino a giungere all'estremità dei miei arti superiori. A quel punto puntai verso l'alto e la liberai. Si sentì un boato d tutto tremò. Piovvero altri detriti e anche due macigni. Li evitai con una capriola appena in tempo, addossandomi alla parete. La polvere si diradò e notai che Cappuccetto Rosso era rimasta bloccata sotto le macerie, fortunatamente ancora viva e sembrava fosse integra. La raggiunsi in fretta mentre Aiden e gli altri si liberavano. Mi guardai intorno alla ricerca di Bit, ma di lui nessuna traccia. Cappuccetto Rosso aveva la gamba bloccata sotto un macigno. «Scusa!» esclamai agitata. A quel punto il velo sul suo volto cadde mentre lei alzava lo sguardo. Sospettavo fosse lei, ma non ero preparata a vedere quel volto. Courtney Young mi guardava con uno sguardo tra l'irritato, il furente e il disprezzo. Gli occhi cobalto erano gli stessi di sempre, ma metà del suo volto, a partire da sotto l'occhio sinistro, comprendendo la tempia e l'orecchio, metà del naso, tutta la guancia e terminava fino alla clavicola, coinvolgendo anche gran parte del collo, era tutta raggrinzita e rossa, la pelle era di un rosa vivo e orribilmente deturpata da farmi fare un passo indietro. «Disgustoso vero? » disse lei con voce tranquilla. «Che... Che ti è successo?» sussurrai con orrore. Non per il suo volto un tempo bellissimo, ma perché avevo la brutta sensazione di sapere chi fosse stato. Sentii la presenza degli altri dietro di me ma non ci diedi peso. «È successo che ho fatto una cosa buona nella mia vita» si limitò a dire. «Non so di cosa state parlando e non voglio saperlo. Ora è meglio andare.» si fece spazio Eli. Strinse un pugno e colpì il macigno mandandolo in frantumi. Poi si avvicinò alla ragazza che lo guardava stupita e la prese in braccio come una sposa. «Ehi! Non ho mai detto che sarei venuta con voi!» protestò «E noi non abbiamo mai detto che ti avremmo lasciata qui, giusto Aiden?» Aiden si risvegliò dal suo silenzio religioso e sorrise. «Giusto» affermò. Il terreno sotto i nostri piedi iniziò a tremare. Eli, con in braccio una Courtney che continuava a protestare affermando di voler scendere, batté un piede a terra e venimmo trasportati al piano superiore. Arrivati in superficie, ci ritrovammo nel grande deserto. «Mollami stupido ragazzo cieco! Altrimenti ti cuocio a fuoco lento!» continuava ad imprecare la ragazza. Ma la presa di Eli era incredibilmente salda. Non sembrava esteriormente, ma Eli era incredibilmente forte. Forse era per via della sua estrema gentilezza o per quel sorriso ingenuo che si ritrovava sempre stampato indelebilmente sul volto o semplicemente perché era cieco, ma nessuno lo prendeva particolarmente sul serio. «Chi ti credi di essere tu?! Non hai il diritto di insultarlo così!» sbottò Coral. «È tutto a posto Cor» si affrettò a dire il ragazzo. «Ho già chiamato qualcuno che ci verrà a prelevare.» disse Aiden alzando lo sguardo verso il cielo. Quando e come? Intanto Eli aveva appoggiato a terra Courtney che si era coperta di nuovo il volto, facendo voto di silenzio. «Ehi, come stai?» sentii Eli chiedere al bambino «Mi sono spaventato» sussurrò questo stringendosi forte a sua madre «Tranquillo. Ora siete al sicuro» mormorò. Dal nulla comparve un Jet scuro che atterrò innalzando gran quantità di sabbia. Due guardie B.L.C. ci scortarono dentro orgogliosi senza perdere tempo a farci domande. Venimmo tutti curati dal medico di bordo, ma Courtney si rifiutò di farsi visitare. «Signorina, la prego di non fare capricci» insistette il medico «Ho detto di NO!» sbottò. «Mi scusi, mi faccia parlare con lei» intervenne Eli. Il medico lo guardò torvo ma si allontanò a medicare le ferite di Coral. «Che vuoi da me?» sbottò la ragazza «Niente. Ti faccio compagnia» disse lui «Chi ha detto di aver bisogno?!» sbuffò lei. Lui scrollò le spalle «Io voglio la tua compagnia» disse. Courtney lo guardò «Sei schifosamente irritante, e togliti quella faccia da beota che ti ritrovi, sei ridicolo!» scattò lei «Lo faccio se tu ti togli il velo» «Come osi! Tu... Tu non puoi vedermi! Non... Capisci niente! E come fai a sapere che ho il velo?! Come fai a sapere cosa mi è successo? Sei cieco per la miseria!» esclamò lei «La tua voce è attutita da qualcosa e... Beh, so fare due più due» rispose lui tranquillamente «E io sono forse la persona che ti può capire meglio. Hai presente i miei occhi? Sono così perché Susan Blackwood mi ha bruciato come ha fatto con te.» disse serio. «I medici mi hanno curato il volto, lo faranno anche con te. Ma non hanno potuto fare niente per la mia vista» continuò. «Puoi fidarti» le sorrise «No che non mi posso fidare della B.L.C.! Tu non sai quanto la disprezzo! Come fai ad essere così fiducioso e ottimista?!» gridò Courtney «Allora fidati di me. Vuoi?» lo chiese con così tanta dolcezza che smisi di origliare e mi voltai verso di loro per guardarli, per vedere se le parole gentili del ragazzo avessero sortito effetti sulla Fenice. «Pensi davvero che mi aiuterebbero? Dopo quello che ho fatto? Sono una Luogotenente!» la voce di Courtney si incrinò. Eli scosse la testa «A dire il vero non lo so.» ammise «Ma so che non tutti alla B.L.C. sono cattivi» «Guarda in faccia la realtà, non ho speranze, più cerco di migliorare me stessa per aiutare la gente, più faccio del male» mormorò la ragazza mesta. «Mi spiace, sono cieco. Non posso guardare in faccia la realtà, al massimo posso ascoltarla.» rispose lui. La ragazza lo guardò stupita «Ma sei scemo? Ti pare che sia la risposta adeguata?! Fai il serio!» esclamò lei
«Odio le cose serie» disse il ragazzo «Perché è quando le cose sono serie che se sbagli... Non puoi più tornare indietro» Eli abbassò la testa e di colpo sembrò avere vent'anni in più. «E io vorrei poter tornare indietro» sussurrò.

Elements: Perdita (in revisione) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora