Caddi a terra, ormai incapace di reggermi ancora in piedi. Sophie mi aveva colpito il fianco dal quale proveniva un dolore acuto.
Avevo perso così tanto sangue che iniziava a girarmi la testa.
Non me lo sarei mai aspettato da lei.
Sophie mi aveva trafitto. Poteva uccidermi. Mi aveva trafitto. Poteva uccidermi. Poteva veramente uccidermi.
Ma non l'ha fatto.
«Jase» Mia sorella mi accorse e appoggiò una mano sulla mia ferita insanguinata.
«Dobbiamo andare alla base.» mi sussurrò preoccupata.
Senza dire nulla, coloro che erano sopravvissuti iniziarono a mettere soccorrere i feriti e a occuparsi dei morti. Una vera strage, una strage causata dalla ragazza che amavo.
Lei era in piedi, l'unica ferma e immobile. Teneva lo sguardo rivolto verso l'altro e lasciava che la pioggia naturale la investisse. Non mi era mai sembrata più vuota di ora.
Ad un tratto gli Imperium l'accerchiarono, le misero le manette ai polsi e la bloccarono.
Lei non si oppose minimamente.
«Ehi! Cosa state facendo?» chiese Joy alzandosi in piedi.
«Sono ordini del Dr. Xu.» rispose sbrigativo uno di loro.
«Non potete farlo!» esclamò lei indignata.
«Annie.» sussurrò Frost trattenendola. Joy lo guardò incredula.
«Non possono portarla via!» esclamò.
«Ora come ora è pericolosa, Annie.» sussurrò Frost, mentre gli Imperium conducevano la ragazza verso la Base. Sophie mi passò accanto, a sguardo basso, senza guardarmi nemmeno. La vista mi si fece sempre più sfocata mentre li vedevo allontanarsi. Lei si voltò un ultima volta, uno sguardo indecifrabile si intrecciò al mio, poi l'oscurità mi inghiottì.Un suono meccanico ripetuto. Qualcosa mi aiutava a respirare. Aprendo gli occhi vidi il soffitto bianco di una stanza.
«Ti sei svegliato.» disse qualcuno. Una mano mi levò la mascherina dal volto e una testa di riccioli scuri invase il mio campo visivo.
«Dove sono?» chiesi.
«Stanza numero 613. Sono il tuo compagno malato.» affermò Nox tornando a sedersi a gambe incrociate sul letto di fronte al mio. Le fasciature erano diminuite, ma indossava ancora il camice del paziente. Notai che la indossavo anche io.
«Mi sento meglio.» mormorai toccandomi le fasce attorno all'addome.
«Certo che vieni infilzato spesso.» disse il ragazzo distendendosi sul suo letto.
«Mmm.» mormorai ripensando a quello che mi aveva detto Sophie. Mi aveva fatto più male delle altre volte.
«Ti hanno aggiustato tutte le ossa?» chiesi.
«Le medicine hanno iniziato a far effetto.» rispose con noncuranza.
«È rimasto ferito qualcuno qui alla Base?» chiesi ricordando quel che aveva fatto.
«Sono andate tre palestre e due sale riunioni. Erano vuote.» mi rassicurò il ragazzo.
«Fuori sono morte così tante persone...» mormorai.
«Non è colpa sua.» sì affrettò a dire Nox. «Dovresti starle accanto.» aggiunse.
Non risposi. Era già successo quella volta alla foresta amazzonica, però questa volta era stato lei a volerlo. Quello sguardo nei suoi occhi... Mi aveva terrorizzato.
«Dov'è?» chiesi.
«Max l'ha rinchiusa nella prigione di Barker.» rispose. «La sta tenendo sotto osservazione, pensava che qualcosa del genere potesse accadere e ha dato ordini precisi a riguardo.»
Premetti il pulsante per regolare il letto. Il mio sguardo poté posarsi su quella del mio amico.
«Max si prenderà del tempo per sistemare la Base e riportare tutti alle loro attività. Prima di passare ai funerali.» continuò a spiegare Nox abbracciandosi le ginocchia e fissando gli alberi fuori dalla finestra.
Realizzai che si stava tenendo occupato per zittire il suo dolore personale. Probabilmente è quello che ha sempre fatto. Forse il suo altruismo non era altro che il suo doloroso egoismo camuffato.Passarono i giorni, settimane. Guarii, così come fece Nox e ci mettemmo ad aiutare gli altri a sistemare la Base. Non me lo sarei mai aspettato, che io, colui che prometteva di distruggerla, ora stesse aiutando a farla tornare come prima.
Joy mi cercò, tentando di convincermi ad andare a trovare Sophie, ma qualcosa mi bloccava. Ero certo di amarla ancora, ma non volevo vederla. Avevo bisogno di prendermi del tempo per riflettere e tenermi occupato, così che i miei pensieri non corressero verso tutte le perdite.
Una martellata, poi un'altra, una terza mi colpì il dito. Sibilai dal dolore e trattenni il pollice dolorante, imprecando in tutti i modi possibili.
«Te lo sei cercata.» affermò qualcuno.
Seth Frost era appoggiato a braccia incrociate su un sostegno in metallo. Giocava con alcune viti in mano. Le lasciò cadere e quelle tintinnarono, finché non rotolarono fino ad infilarsi nei buchi e avvitarsi da soli. Sbruffone.
Lo ignorai. Mi alzai, pronto a cercare altro lavoro da fare.
«James.» mi chiamò Frost per nome. Era forse la prima volta che lo sentivo chiamarmi per nome. Mi voltai, in attesa che dicesse qualcosa.
«Annie non la va più a trovare.» disse. Non c'era bisogno di capire a chi si riferiva.
«Perché.» la mia voce suonò più come un'accusa che ad una domanda.
«Perché ha detto di aver ucciso Aiden.» disse il ragazzo, tenendo lo sguardo fisso sul mio. La serietà del suo sguardo e le sue parole mi raggelarono. Sentii qualcosa cambiare, la consapevolezza che un'altra costante della mia vita non ci fosse più e il fatto che le mani della persona che amavo fossero più insanguinate di quanto pensassi. Una parte di me accettò l'informazione, la registrò e l'archiviò, ma un'altra parte più debole e sensibile si rifiutava di ammettere la realtà di quelle parole.
Abbassai lo sguardo.
«Che ti è successo?» chiese Frost, avanzando verso di me, le braccia incrociate al petto. «Ti sei rammollito fino a questo punto? Provi pena per quello che ti considerava suo unico rivale?» sibilò Frost assottigliando lo sguardo, l'accusa nel tono di voce.
«Non è questa la persona che lui considerava suo pari.» disse puntandomi il dito sul petto.
Lo scansai con la mano.
«Non so di cosa tu stia parlando.» dissi voltandomi.
«Perché non sei andato a trovarla? Perché non hai chiesto spiegazioni a Mr. Xu sul motivo della sua prigionia? Perché non la rivuoi accanto a te?» chiese il ragazzo.
Continuai a camminare per la mia strada, lasciando che la mia mente elaborasse le domande di Frost.
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Elements: Perdita (in revisione)
Fantasy(3) Ultimo capitolo della trilogia di "Elements". Sophie Hunter è arrabbiata e brama il sentimento che più disprezza, la vendetta. È decisa a dominare tutto il suo potere per eliminare la malvagia nonna, causa della sparizione della madre e del suo...