43. Sof: Organizzazione

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Fissavamo tutti Courtney come se fosse stata un criminale da interrogare. Effettivamente era così. Era una miniera preziosa di informazione dei Ribelli. Inizialmente eravamo solo io, Aiden, James e Kent Moose, il direttore della Base di Boston. La stavamo interrogando ma lei era rimasta fermamente zitta. La tortura non era tra le opzioni acconsentite e non potevamo nemmeno obbligarla a parlare con i strani macchinari delle Basi. Purtroppo non avevano ancora inventato qualcosa che fosse capace di leggere nel pensiero. Esisteva il Flash, ma quello dopo averli analizzati li eliminava e non era necessario arrivare a tanto. E comunque, per me era un'altra forma di tortura.
Diversi Imperium di terra erano appostati dall'altra parte della vetrata a specchio in attesa di capire se la ragazza stesse dicendo la verità o meno. Ma se non parlava, sarebbero stati inutili. «Court, le tue parole potrebbero aiutarci molto» le disse James appoggiandosi sul tavolino. La ragazza lo fissò, per poi toccarsi il volto deturpato e scostare lo sguardo. «Quindi adesso stai con loro?» chiese con disprezzo. «Tutto quello che ci ha fatto la B.L.C.?» chiese «Lo sai anche tu che la B.L.C. non ha solo una faccia» replicò James. «So solo che non farò mai qualcosa per questa schifosa associazione» affermò. James sospirò. Stava esaurendo la pazienza. Aiden al contrario erano molto rilassato. Se ne stava in disparte e non aveva mai aperto bocca. «Dovremmo torturarla» disse Kent Moose. Scattai in piedi «Non se ne parla! Non te lo permetterò. Lei è sotto la mia supervisione» dissi arrabbiata. Non potevo permettere che qualcosa di simile fosse accaduta. Non ero né mia nonna, né mio nonno. Mi voltai di nuovo verso Courtney che non mi guardava nemmeno. Sapevo che mi odiava. «Parlerai?» chiesi. Nessuna risposta. Poi mi ricordai cosa era accaduto nel viaggio di ritorno dall'operazione di salvataggio. Forse una persona poteva aiutarci. «Usciamo. Lasciamola stare per un po'» affermai uscendo dalla stanza. I ragazzi mi seguirono immediatamente. «Che intenzioni ha, Miss Hunter?» mi chiese Moose. «Non ci parlerà. Ci odia. Ma conosco una persona che sarebbe capace di calmare qualsiasi essere vivente» affermai. «Chi? Nox?» chiese James. «Come? No, dubito che parlerebbe persino a lui. Pensavo ad Eli» ammisi voltandomi verso Aiden. «Eli? Perché lui?» chiese James. «Perché credo che abbia già la fiducia di Courtney.».

Courtney

Quegli stupidi. Non avrei aperto bocca. Anche se Susan non mi voleva più, non mi sarei abbassata a stare dalla parte della B.L.C. Quell'organizzazione incarnava tutto ciò che più detestavo al mondo. Avrei retto. Avrei dimostrato di essere forte, nonostante tutto.
Poi dalla porta entrò lui. Il ragazzo cieco. Eli. Era così che l'aveva chiamato Miss Perfettina. Raggiunse senza vacillare la sedia, la tastò per qualche secondo e poi si sedette. Non distolsi lo sguardo da lui per mezzo secondo. Con lui non sentivo il bisogno di nascondere quella schifezza che avevo al posto del viso. Tanto era cieco, quindi non mi poteva vedere. Non come James. Quanto odiavo quella pena nei suoi incredibili occhi. Preferivo persino il disprezzo a quello.
Eli rimase in silenzio, che io prolungai. Nessuno dei due fiatava. Il suo volto era impassibile, con l'ombra di un sorriso gentile sul volto. Non mi piaceva quel sorriso. Era come se ridesse di me. Come poteva essere tanto felice? Come? Come poteva sembrare così ingenuo e puro dopo tutto quello che aveva passato? Come poteva incarnare tutto quello che ero io? Tutto quello che ero quando piacevo ancora a James? No. Non potevo provare nostalgia della vecchia me. Ero debole allora. E poi sono la Fenice risorta dalle ceneri. E le Fenici possono diventare solo più belle e forti. Niente passato.

Non ero nessuno. Solo una timida ragazzina che aveva perso la famiglia in un naufragio. Ma nemmeno quando avevo la famiglia, ero qualcuno.
Avevo una sorella maggiore che era la preferita dei miei genitori. Pensavano solo a lei e ai suoi innumerevoli premi. Infatti uno dei premi che aveva ottenuto era un viaggio in crociera per tre persone. Così mi avevano lasciata dai vicini ed erano partiti. E non erano più ritornati.

Elements: Perdita (in revisione) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora