30. Jase: Lei

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Ciao piccolo Jamie,

Se ti stai chiedendo se l'ho veramente scritta io, non ti disturbare, perché l'ho scritta veramente io. Non ne sei sicuro? Solo io so che è successo alla cara Fenice dopo che ha fatto quel che ha fatto, deludendomi profondamente... Fa niente. Ho già risolto. Quel che non mi è andato giù è che tu sia riuscito a sfuggirmi, ovviamente potevo prenderti subito ma perché non divertirmi un po'? Poche ore prima della tua fuga ho incontrato un vecchio amico. Ah, io e Meng non facciamo una conversazione simile da tanti anni... E sai qual è la cosa divertente? Grazie a lui ho conosciuto finalmente i Geminus superstiti dalla strage del mio amato Chris. Non è una cosa meravigliosa? Ora sono qui con me a tenermi piacevolmente compagnia. Perché non vieni anche tu ad intrattenermi assieme alla mia nipotina? Ho sentito che ve la intendiate molto nonostante ti avessi detto che non avrebbe potuto funzionare. Ci tengo molto alla tua presenza, perché non sono sicura che ai tuoi amici piaccia stare qui... Per confermarti che non sto mentendo ho lasciato qualcosa della tua bella amica nella busta. Assomiglia veramente a Zelda, bellissima come lei. E il ragazzo dai capelli rossi? Focoso come il caro Oscar. Se non vuoi che facciano la fine dei loro genitori devi affrettarti!

A presto piccolo James

«Li ha presi, li ha presi tutti» mormorai con il panico che mi stava assalendo «Chi?» chiese Mia sorella confusa, spaventata dalla mia reazione. Accartocciai la lettera con rabbia e le diedi fuoco. «I ragazzi... I Geminus vero? I capelli sono di Opal» comprese Sophie con orrore «Anche Max» mormorai dandomi dello stupido. Il giorno in cui mi avevano salvato, ne stavano parlando, parlavano della sparizione di Max... E io sono stato così egoista da pensare solo a me... Avrei potuto evitarlo, ed ora sono nelle mani di quella donna «Devo andare a salvarli» dichiarai risoluto «É una trappola Jase» mi avvertì Joy «É sicuramente una trappola» confermai «Ma devo salvarli, so gestire la Blackwood, sono riuscito a scappare una volta, posso farcela una seconda» cercai di infondere nelle mie parole più sicurezza di quanto ne sentissi «Sí certo, mezzo morto peró» puntualizzò Joy «Non ti lasceró andare da solo, non ho intenzione di perderti di nuovo» intervenne Sophie afferrandomi il braccio «Sono anche amici miei, vengo con te» mi disse fissandomi intensamente negli occhi. Il suo volto determinato e la postura fiera mostravano che non avrebbe accettato il contrario. La presi per le spalle e tentai di farla ragionare sulla sua folle decisione «Non capisci? É questo che vuole. Ha perso la sua esca migliore, il suo giocattolino, ovvero io. Quello che lei vuole, sei tu, solo tu. Avendo me avrebbe potuto raggiungere te. Ora che sono fuggito se l'è presa con loro sapendo che sarei andato a salvarli e con un po'di fortuna saresti venuta anche tu» lei non cedette «Non sono la stessa persona di tempo fa. Sono diventata più forte, ora ho il controllo dei miei poteri, posso farcela, possiamo farcela insieme.» insisté stringendomi le mani e pregandomi con gli occhi di non abbandonarla di nuovo «Non mi perdonerei mai se ti succedesse qualcosa» le dissi con tono spezzato «Non preoccuparti di questo» si liberò dalla mia presa «Perché non mi succederà niente» disse alzandosi dal divano come per sottolineare che era pronta a tutto. La sua sicurezza mi rendeva instabile, era tornata ad essere la ragazzina determinata e coraggiosa che avevo conosciuto. Avrei voluto crederle, credere che tutto sarebbe andato nel verso giusto, che avremmo avuto un lieto fine. Ma conoscevo i fatti, conoscevo la situazione, e sopratutto conoscevo la Blackwood, non sarebbe stato come nei libri, non sarebbe stata una vittoria trionfale. «Dovremmo preparare una squadra di pochi, veloci, prefebilmente ex Ribelli e Imperium di terra.» dichiarai. Sophie sorrise, i suoi occhi si illuminarono facendomi sentire in colpa per quella bugia, ma mi ripetei che era per il suo bene. «É tardi andiamo a mangiare» annunciai. «Io non vado a mangiare a comando» disse lei con un sorriso. Se non ci fosse stata tanta gente l'avrei baciata in quel preciso istante. Chi se ne frega della gente. Le afferrai il polso e la trascinai tra le mie braccia bramoso delle sue labbra.

Elements: Perdita (in revisione) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora