Sof. Epilogo

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Mi risvegliai nella mia solita piccola stanza di non so quanti metri cubi dal soffitto azzurro.
Come al solito la mia sveglia interna era migliore di quella sul comodino che suonò in quel preciso istante. La spensi, e rimasi sdraiata con il piumino fino al mento per alcuni secondi, preparandomi mentalmente ad uscire al freddo. Dopotutto, mio padre non aveva ancora riparato il riscaldamento, rotto nuovamente.
Il sogno appena avuto, mi era sembrato così reale da sembrare tangibile. Ma non esistono persone che controllano gli elementi della natura. E non esiste un... Chi era? Mi sono già scordata i nomi...
Era stato solo un sogno malinconico, ma era qualcosa che non avrei voluto dimenticare. Peccato.

Mi vestii in fretta, percossa dai brividi di freddo, e mi diressi nell'unico bagno della casa. A quell'ora della mattina non c'era nessuno che mi avrebbe disturbato, o peggio, che mi avrebbe messo fretta, siccome gli altri abitanti della casa si trovavano ancora nel mondo dei sogni.
Amavo il silenzio che mi circondava in quei tranquilli momenti. L'Eden personale di una normale liceale.
Mi guardai allo specchio e vidi come sempre l'immagine di una diciassettenne che mi restituiva lo sguardo. Truccata il minimo necessario che sottolineare i miei occhi verde smeraldo e i zigomi rosei. I capelli nero corvino mi ricadevano lisci fin sotto le scapole, ma il ciuffo ribelle sulla mia fronte stonava con il resto. Ma non ci potevo far nulla. Quel ciuffo non ne voleva sapere di stare al suo posto. Sospirai davanti alla mia immagine perché ogni volta mi aspettavo di vedere qualcosa di diverso. Qualcosa del tipo super poteri come nei libri che leggevo e nei miei sogni sfocati. Invece ero sempre e solo io. Noiosa.
«Rassegnati Sophie Hunter, sei solo una babbana.» dissi al mio riflesso.

Quel giorno avrei saltato la scuola con Jo, tanto per concederci un giorno di pausa dallo studio. Non era psicologicamente sostenibile una settimana di test.
Lasciai un messaggio sul frigorifero per avvertire mio padre che avrei chiamato l'idraulico per lui e affermando che sarei uscita prima e mi diressi in garage. Avrei voluto salutare Scarlett, ma stavo arrivando tardi al mio appuntamento con Jo, anche se lei era la regina dei ritardi.
Raggiunsi la mia auto nuova di zecca che mio padre mi aveva acquistato per Natale. Era di un particolare verde acqua, un colore piuttosto insolito per un'auto, ma io l'adoravo.
Uscii in retromarcia e premetti il pulsante che facesse chiudere il garage. Ma non funzionò.
«Accidenti, è rotto anche questo? Perché diavolo di rompe sempre tutto in questa casa?» sbottai scendendo dall'auto.
L'aria fredda mi sferzò il volto mentre tentavo di tirare giù a mano il portone del garage.
Ma poi qualcuno mi investii in pieno, e sarei caduta per terra se delle braccia non mi avvolsero in un abbraccio impedendomi di cadere.
Mi ritrovai così a pochi centimetri dal volto di un ragazzo dagli occhi verde mare, come la mia auto.
«Scusa» sussurrò con il naso ben dritto arrossato dal freddo.
Lo spinsi via perchè la sua vicinanza mi provocava uno strano effetto, il cuore mi prese a battere forte e il sangue a colorare il viso.
Accidenti, non lo conoscevo nemmeno!
Mi misi a posto il mio cappellino verde che si era incrinato. Poi lanciai un'occhiata obliqua al ragazzo davanti a me, che fissava la mia auto.
«Bella macchina.» affermò con un sorrisetto che mi sembrava poco rassicurante. Avrei voluto dire "tu sei bellissimo" ma riuscii a trattenermi a fare una figuraccia.
Lui aveva i capelli castani scuro, molto spettinati, e portava una giacca di pelle sopra una maglietta bianca e i jeans strappati sotto gli anfibi neri. Non sembrava sentire quel freddo inverno a San Francisco. Ma era proprio bello con quel look.
Ma non era il suo aspetto che mi faceva battere così forte il cuore, era qualcos'altro. Mi sembrava di conoscerlo, ma se avessi incontrato un ragazzo così da qualche parte, non me lo sarei certo scordata. Il ragazzo mi fissava e notai che aveva uno sguardo che mi sembrava quasi triste.
«Io sono James e tu?» si presentò passando una mano sul cofano della mia auto.
Un'assurda parte di me pensava che me l'avrebbe portata via. Mi immaginavo già lui che di saliva e se ne andava sgommando. Che idea assurda, eppure mi sfuggì ugualmente: «É mia!» Dopodiché avrei voluto sotterrarmi. Che figure facevo?
Lui sembrò sorpreso, ma l'espressione cambiò immediatamente e sorrise facendo comparire una fossetta sulla guancia sinistra.
«Piacere, Mia» affermò. Il suo sguardo era disarmante e in quel momento un'immagine di noi due, insieme, sotto un cielo stellato in un deserto roccioso che ci baciavamo, passò per la mia mente. Un'immagine piuttosto reale che mi spiazzò per mezzo secondo. Sembrava quasi una visione futura. O passata. Come se in una vita precedente avessi conosciuto quel ragazzo. Una memoria perduta e ritrovata.
Il ragazzo di nome James attirò la mia attenzione facendo un passo di lato, mostrando il mezzo con il quale era arrivato. Poi mi sorrise nuovamente.
«Ti dovevo una bici».

Fine

Ringraziamenti

Le prime persone che ringrazio? Siete voi, miei cari lettori, che siete arrivati fino alla fine di quest'avventura. Non mi aspettavo così tanti di voi e ne sono immensamente felice. Sul serio, non trovo le parole giuste per farlo. I vostri commenti, tra quelli esilaranti e quelli pieni di parole che mi commuovevano, sono stati degli incentivi per la raggiunta di questo finale.
Poi vorrei ringraziare mia sorella e le mie colleghe per avermi sostenuta moralmente.
Ringrazio anche le mie migliori amiche che sono state le mie confidenti quando ho fatto passi difficili nella trama.
Voglio ringraziare anche la stessa amica che mi ha spinto a scrivere questa storia, senza di lei, non esisterebbe Elements.
Inoltre, vorrei fare un ringraziamento speciale a sofisemmi . Premetto che non ci conosciamo di persona, ma negli ultimi tempi ho parlato così tanto con lei che è sicuramente diventata un'amica. Ha sopportato alcuni miei momenti di depressione scrittura. Sapete, parlarne con un'altra scrittrice è diverso, poiché sento che mi capisca di più. Quindi, grazie, Soffi.

Passerò alla revisione immediatamente e per un po' toglierò i capitoli del primo libro di Elements, in modo da poter lavorare meglio.
Le novità ve le ho dette, nuovi personaggi, nuove scene, nuovi dialoghi, una più equilibrata esposizione delle informazioni più importanti e molti più segreti su personaggi che già conoscete.
Potrete leggere un libro degno di questo nome.

Di seguito, ci sarà un angolo per i dibattiti. Vi scriverò delle cose dove mi potete esprimere e chiedere tutto quello che volete, ovviamente, potete anche coinvolgere altri lettori per parlarne tra voi.

Ancora grazie, miei cari Imperium. È un arrivederci, non un addio. Quindi, ci si vede! È stato bello emozionarvi.

Elements: Perdita (in revisione) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora