17. Sof: prime lezioni Imperium

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La ragazza ne fu veramente felice e mi trascinò nella palestra degli Imperium. «Sì, sì... Mi spiace» udimmo entrambe una voce presa dal panico. Ci sporgemmo in silenzio verso l'uscio di un piccolo laboratorio dove c'era una figura che parlava agitata al telefono. Restammo in ascolto silenziosamente «Mi farò perdonare, promesso.» insistette quella voce femminile «Non dire così, io ci credo veramente. Ci credo.» la figura di voltò leggermente di lato, illuminando il suo volto con la fioca luce che filtrava tra le persiane del laboratorio. Riconobbi il volto di Coral. «Sì...» trascinai via Jo, capendo che la chiamata stava giungendo al termine.
Camminammo lungo i corridoi in silenzio «credi che possa essere...» Jo ruppe il silenzio tra noi «Una spia?» terminai dubbiosa la sua frase «in realtà non ne abbiamo le prove.» dissi «Ma devi ammettere che era sospetta» insistette Jo preoccupata «Informiamo Steel di questa cosa.» annunciai «Dopo che mi avrai insegnato a levitare.» lei sorrise raggiante e si mise a correre. «Regola numero uno. Un Imperium deve essere sempre veloce» e continuò a correre obbligandomi ad arrancarle dietro.
«Come prima cosa ti insegno a mirare, da quanto ho visto lasci che sia l'istinto a fare tutto, che non è sbagliato, ma non basta.» spiegò lavorando sul computer, appena giunte a destinazione  «Jo, è occupato» la avvisai notando che c'era già qualcun altro che si stava allenando. Lei si bloccò e si voltò verso di me, poi mi mise le mani sulle spalle «Tu chi sei?» inarcai un sopracciglio «Che ti sei fumata?» chiesi acida «Rispondimi» «Sophie Hunter» lei sorrise come una maniaca «Questo nome è l'accesso a tutte le porte della B.L.C.» disse prima di entrare e gridare «Ehi tu! La signorina Hunter necessita della palestra!» «ma Jo!» esclamai scandalizzata tirandola per un braccio. Il ragazzo che si stava allenando planò verso di noi controllando i venti «Iniziate le lezioni?» chiese Philip sorridente «Ah, sei tu» dissi cercando di trattenermi nel'alzare gli occhi al cielo, quel ragazzo era ovunque. «Sì» risposi «Posso rendermi utile? Anche io sono un Imperium dell'aria» si offrì «Resta a guardare. Sono io la sua insegnante ufficiale» si vantò Jo. Sembrava che aspettasse questo momento da sempre.
Jo attivò il primo dei cinque livelli, che fece partire dei bersagli volanti e dei cerchi in aria che si spostavano. «Fa passare i bersagli nel loro colore, rosso attraverso il cerchio rosso eccetera» mi ordinò eccitata. «Okay che sei la mia insegnante, ma non ti allargare» l'avvertii scoccandole un'occhiata, prima di mettermi in posizione. Seguendo la corrente, cercai di indirizzare quei stupidi dischi colorati nei rispettivi cerchi, ma era peggio di giocare a basket. Non riuscivo a farli passare. «È impossibile!» sbuffai «Scommettiamo?» mi provocò Jo che allargò una mano e riuscì nell'impresa senza difficoltà. Alzai gli occhi al cielo «Sai Sof, forse dovresti cercare di prevedere la direzione che prenderanno i cerchi... Insomma ti sei basata solo sul controllo dei dischi...» intervenne Philip che era stato seduto in disparte a guardare. Mi voltai per guardarlo «cioè, è solo un consiglio» si affrettò a dire sulla difensiva. Stavo per dire qualcosa di acido quando mi ritornarono in mente le parole di Max... Forse era ora di iniziare a provare ad essere più gentile «Grazie» gli dissi con un sorriso tirato, lasciandolo a bocca aperta.
Passai tutta la giornata a provare e riprovare, con le indicazioni di Jo e Philip, che stranamente andavano piuttosto d'accordo. Finalmente imparai a controllare le correnti d'aria a mio piacimento, e non solo evocarli a caso, potenti ma incontrollabili. «Ci sei riuscita!» esclamò contenta Jo. Sorrisi soddisfatta «Sei stata brava» commentò qualcuno. Mi voltai e vidi Aiden avanzare verso di noi «Sapevo che imparavi in fretta, ma se continui così, nel giro di una settimana supererai il maestro» mi sorrise facendomi inarcare un sopracciglio. Un tempo, mi sarei sciolta davanti ai suoi complimenti, ero infatuata di quel ragazzo bello e perfetto, ma per in quel momento mi veniva in mente solo che dietro alle sue parole, dolci, gentili e calcolate, ci poteva essere qualcosa di nascosto. «Aiden!» lo chiamò Jo. Si avvicinò a lui e gli puntò un dito sul petto «Cosa hai intenzione di fare?!» lo attaccò «Secondo te? Sai benissimo perché non voglio stare da nessuna parte se non qui» replicò lui deciso «Non è il momento e lo sai. Non ti permetterò di ferirla» ribatté lei «Sai benissimo che c'è ben altro da cui la devi proteggere. Io non le farei mai del male» da quella strana conversazione, capivo solo che parlavano di me. Ma per saperne di più rimasi in silenzio. «Non è pronta. Lasciale spazio» insistette la mia amica. Non sono pronta per cosa? «Pensavo mi sostenessi» la guardò male «Lo credevo anche io prima che...» Jo si interruppe «Prima che tornasse? Ora se n'è andato di nuovo!» uno schiaffo risuonò in tutta la sala facendomi sussultare «Apri bene le orecchie Aiden Maxwell Ryder. Ripetilo ancora e giuro che tronchiamo qui la nostra amicizia.» Aiden tornò a guardarla dopo che il colpo dell'amica gli aveva fatto girare la testa da una parte. «Davvero? Dopo che ti sono stato vicino per tutto questo tempo? Mi abbandoneresti per un fantasma che non c'è mai stato nella tua vita?» chiese quasi deluso. Jo si preparò per un altro colpo, ma quando alzò la mano di nuovo, la bloccai per il polso. Mi guardò confusa. «Jo, siete amici da tanto tempo. Non fare qualcosa di cui poi te ne pentiresti.» le dissi. Lei strinse la mano a pugno e poi cedette. Sentii lo sguardo di Aiden posarsi insistentemente su di me. «Dovevi dirmi qualcosa?» chiesi freddamente «Lo so di averti ferita... Lo so che non ti fiderai di me come prima... Ma volevo che mi permettessi di aiutarti, aiutarti nell'impresa di imparare tutti e quattro gli elementi. Ci tengo molto e vorrei provare a farmi perdonare anche se sono stato uno stupido, bastardo, cretino, idiota...» «Puoi dirlo forte.» replicai stupendolo. Sospirai «Aiden, non ce l'ho più con te per avermi presa in giro. L'ho superato» superato grazie a lui. Mi chiedo se supererò mai lui, invece... «ma non so se... Crederò ancora in te» ammisi. Aiden fece una smorfia dolorante «capisco...» vederlo così ferito e pentito mi provocò una fitta nel petto, mi riempì di senso di colpa che non dovrei nemmeno avere. Avevo ragione io. Ma allora perché non gli davo una seconda possibilità? Perché non gli permettevo di riprovare? «Aiden.» lo richiamai mentre lui se ne stava andando demoralizzato. Si voltò e incatenai il mio sguardo al suo. Sempre di quel meraviglioso blu, intenso e profondo. «Non farmi pentire di averti dato una seconda possibilità. Non me ne frega niente se stai seguendo gli ordini. Voglio che tu segua ciò che è giusto, ciò che dice il tuo cuore.» il ragazzo sorrise. Si preparò per raggiungermi ma presto si bloccò, cambiando idea. «Allora iniziamo domani le lezioni sull'acqua. Ti aspetto in piscina.» sorrise raggiante e se ne andò. Sospirai e mi voltai verso i due ragazzi che avevano assistito la conversazione in silenzio «Chi sei tu? Che ne hai fatto di Sophie Hunter?» chiese Philip scherzando «Questa è la vera Sophie» replicò Jo con un leggero sorriso «Che ti è successo? Perché ad un tratto sei meno... Beh... Hai capito» balbettò il ragazzo confuso «Zitto Smith. Continuiamo. Entro mezzanotte voglio superare il terzo livello.» lo liquidai «Ah, giusto. Mi mancava quella scorbutica. Scusa Joanne ma io sono abituato a questa.» la mia amica fece un'alzata di spalle. «Comunque dopo dobbiamo parlare» la avvertii prima di raggiungere il computer per riattivare i turbini d'aria del secondo livello. «Prima o poi.».

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