7. Sof: Per la Base di Sky

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«Che è successo?» mi intromisi utilizzando un tono autoritario
«Sophie, non sono io la spia!» esclamò lei disperata «la spia?» «qualcuno ha disattivato i sistemi di sicurezza permettendo ai Ribelli di raggiungere il centro della Base.» mi spiegò la guardia che prima teneva Aylen mentre si dibatteva «e come fate a dire che è lei la spia?» chiesi impassibile «stava aiutando un Ribelle nella fuga» rispose. Fissai Aylen per le spiegazioni «Sophie credimi non sono una spia. Non sapevo fosse un Ribelle!» esclamó con le lacrime agli occhi. La pietra rossa delle manette che aveva ai polsi si illuminò e Aylen prese una scossa. Effetto bugia. Alzai un sopracciglio e lei pianse ancora di più, coprendosi il volto sottile con le mani e facendo tremare le sue esili spalle con i suoi violenti singhiozzi. «Chiamate un Imperium della terra capace di distinguere i bugiardi» dichiarai «Ma Miss Sophie! Le manette non sbagliano mai!» protestò la guardia «non mi fido di qualcosa o qualcuno che potrebbe essere manomesso» risposi impassibile fissando con sfida la guardia. Sul volto dell' uomo colsi stupore e quello che mi sembrava ammirazione. Mandò il collega a chiamare qualcuno. Aylen mi guardava stupita «mi credi?» chiese con tono tremante e piena di gratitudine «credo solo nei fatti. Eri con me quando è suonata l'allarme e non potevi averli disattivati prima perché se ne sarebbero accorti immediatamente. Chiunque sia stato deve essere stato furbo, invisibile e veloce» risposi freddamente. Accantonando le mie emozioni avevo aumentato la mia capacità riflessiva, permettendomi di avere sempre la mente lucida... E forse non volevo credere che Aylen fosse una spia. Le cose che aveva detto nel suo laboratorio mi avevano colpita anche se non lo davo a vedere... Forse potevo fare veramente di più se solo non fossi così egoista da pensare solo alla mia vendetta. Ma poi chi avrebbe dato giustizia a mia madre? A James? No, la Blackwood andava eliminata al più presto e sarei stata io l'artefice della sua misera morte. Il resto poteva aspettare, anzi, il resto non mi riguardava. Erano affari loro, io non c'entravo niente in tutta questa storia della corruzione.
Mio nonno in persona si presentò da noi. Gli Imperium lo salutarono con rispetto e lui rispose con un cenno della testa «Sei la spia?» chiese ad Aylen senza tanti giri di parole «N...no» balbettò lei «perché stavi aiutando quel Ribelle?» chiesi. Aylen abbassò la testa e sussurrò «non lo so» sul volto di mio nonno comparve un espressione stupita «dov'è quel Ribelle?» chiesi ancora. Aylen guardò l'Imperium che la tratteneva prima con espressione accusatoria mentre quell'uomo rispondeva «morto» «Aveva solo tredici anni!» gridò Aylen piena di rabbia «ha fatto la sua scelta» rispose freddamente il nonno. «non è la spia. Liberatela» la guardia che teneva bloccate le braccia di Aylen mollò la presa, lasciando che la ragazza crollasse in ginocchio. «Vai a prepararti Sophie. Partiamo per Miami stasera» disse il nonno severo, con il volto stanco e abbattuto, prima di allontanarsi, mentre tutti gli altri Imperium si occuparono dei cadaveri nella sala. Fissai Aylen singhiozzare per un lungo istante, osservando la reazione della sua frustrazione, rabbia e senso di impotenza con fascino. «È questo che ci succede tutti i giorni. Ti sembra giusto?» mi chiese alzando lo sguardo. «Ucciderò Susan Blackwood. Quando lei sarà morta le spie Ribelli si riveleranno. Senza un capo da seguire sono persi» affermai «Ecco! Sbagli di nuovo! Erano seguaci fedeli ad Ellen Frost quelli di oggi! Ti sembravano così persi?» esclamò lei. No, erano fin troppo organizzati. Ma questo era diverso. Ellen non era Susan, Susan è malvagia, nessuno vuole veramente una come lei a capo, la seguono per paura. Riflettei. Ma se non fosse così? Mi allontanai in silenzio da quella ragazza disperata, che cercava solamente un mondo migliore in cui vivere e chiusi la mente in modo che nessuno potesse farmi cambiare idea.

«Nonno! Stai scherzando vero?!» ringhiai a bassa voce, sembrando più minacciosa che mai «Io non scherzo. Philip viene con noi» rispose impassibile «e per quale motivo?!» esclamai indignata incurante della presenza del diretto interessato in piedi accanto a me «perché sarà la tua guardia del corpo!» fece il nonno aggressivo. La rabbia mi colorò il viso «mi hai messo una balia alle calcagna?!» gridai «mi sono offerto volontario!» esclamò Philip in un tentativo di calmarci. Lo guardai in tralice e lui abbassò immediatamente lo sguardo «nessuno ti vuole stare accanto! Non riesco a trovare un maledetto tutore libero che voglia prendersi la respinsabilità di allenarti! Questo ragazzo è diventato il migliore della sua Base, ha tutti i requisiti, perché io non posso tenerti sotto controllo per tutto il tempo! Ho un'organizzazione da dirigere. D'ora in poi Philip farà le mie veci.» «Posso allenarmi da sola!» esclamai «non fare la bambina Sophie! Lo sai che non è questo il problema. Voglio informazioni dettagliate sul tuo progresso» l'idea di avere quel Philip incollato a me per tutto il tempo di addestramento non mi piaceva per niente. Entrai nell'auto e sbattei la portiera, comportandomi come una ragazzina viziata, ma la mia protesta doveva farsi sentire.

Elements: Perdita (in revisione) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora