54. Jase: Natura morta

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Non si muoveva. Non respirava. Non dava alcun cenno. Persino la respirazione bocca a bocca non funzionava.
«Cercate aiuto! Un dottore!» esclamai alzando lo sguardo su Sophie. La ragazza mi guardava con espressione sconvolta. Vedevo le lacrime scendere dagli occhi lucidi e lasciare solchi sulle guance sporche.
Perché piangeva? Se lei piangeva rendeva tutto più reale.
Sophie strinse le labbra e scosse la testa appoggiandomi delicatamente una mano sulla spalla.
«No.» mormorai mentre stringevo a pugno la mano. Poi gliela battei forte sul petto.
«Svegliati brutto bastardo! Svegliati!» battei più volte il pugno, con violenza «Non ti permetterò di scappare di nuovo! Svegliati e rimani con me! Non puoi andare dove non ti posso raggiungere!» gridai furioso. Non stava accadendo veramente. Mi rifiutavo di accettare anche questo. «Se non ti svegli ti sfratto la casa e brucio i tuoi bonsai!» lo minacciai. Mi poteva sentire, ne ero convinto. Lui sentiva sempre tutto. Sentiva quello che a me sfuggiva. «Nox... Svegliati.» mormorai, perdendo improvvisamente tutta la furia. Alzai lo sguardo verso il cielo, notando le striature rosse e violette del tramonto.
«È quasi notte... La tua ora preferita...» abbassai la testa e mi chinai sul suo corpo. Le mie dita strette sulla sua veste iniziarono a tremare. «Ti devo ancora il favore di avermi salvato da me stesso, Lucas... Ti devo ancora ringraziare... Ti devo ancora chiedere scusa... Lucas, ti prego, svegliati.» mi stavano per venire le lacrime agli occhi dopo tanti anni. Avevo già perso troppo in questo mondo. Non potevo perdere anche lui. Non avrei mai accettato la sua morte.
«Non... Non. Chiamarmi. Lucas» disse una voce flebile.
La mia testa scattò in alto. Ero terrorizzato dall'idea di averla solo immaginata. Fissai il volto immobile di Nox, in attesa.
Il mio amico schiuse gli occhi dorati lentamente e cercò di rialzarsi. Lo aiutai in fretta mentre lui veniva preso da un attacco di tosse. Ispirò profondamente e tossì di nuovo.
«Mi hai spaventato a morte brutto scemo» sospirai sollevato. Tutta la tensione e la paura accumulata fuoriuscirono con quel sospiro. I muscoli tesi si rilassarono e il cuore mi divenne più leggero .
«Sì, ora però voglio le scuse, i ringraziamenti e il favore» scherzò.
«Grazie per essere tornato» mormorai dandogli un pugno sulla spalla. «Grazie di essere vivo.» proseguii. Il ragazzo si lamentò.
«Non lo rimarrò ancora per molto se mi maltratti così» mormorò. «Non riesco a muovere niente. Credo di essermi rotto tutte le ossa.» borbottò richiudendo gli occhi.
Risi. «Hai ragione. Cerco aiuto.» alzai lo sguardo su Sophie che aveva entrambe le mani sulla bocca con gli occhi piene di lacrime.
«Sei vivo!» esclamò commossa.
«Avete ragione, vado... Vado a cercare aiuto.» borbottò saltando in piedi.
Eli la seguì senza dire una parola.
«Non dormire ora. Non è il momento.» dissi scuotendo una spalla al ragazzo disteso che stava socchiudendo nuovamente le palpebre. Fece nuovamente una smorfia.
«Se mi hai riportato in vita per uccidermi con le tue mani, potevo rimanere lì.» sussurrò.
«Continua a parlare finché non arrivano i soccorsi. Rimani sveglio.»
«Peccato, pensavo di poter finalmente riposare.» mormorò con la voce sempre più flebile, sempre ad occhi chiusi.
«No. Finché ci sarò io nei paraggi tu non riposerai.» Nox tentò di ridere ma la sua voce venne smorzata da altri lamenti di dolore.
«Mi hai per caso baciato?» chiese.
«Consideralo un onore unico.» replicai.
«La prima cosa che farò quando mi avranno sistemato, sarà lavarmi la bocca una cinquantina di volte.»
«Bene. È un ottimo incentivo.» affermai mentre osservavo con un sorriso dei paramedici della B.L.C. giungere.
Nox venne caricato su una barella tra molti dolorosi lamenti. Venni affiancato da altri medici che mi fecero dei veloci controlli. Avevo dolori ovunque, ma qualche pastiglia miracolosa della B.L.C. mi rimise in sesto. Chi aveva brevettato quelle medicine era un genio. Ritornai in forze nel giro di qualche minuto.

Elements: Perdita (in revisione) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora