Lo Stregone Nero

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"Ciao, Stregone Nero, mi chiamo Francesca, ho venticinque anni e abito in provincia di Padova. Ti scrivo questa mail per complimentarmi con te: ho letto il tuo libro, "Il mondo degli Spiriti", e l'ho trovato davvero interessante. Prima di leggerlo avevo sempre pensato al soprannaturale come a qualcosa d'irraggiungibile, ma ora per me è tutto cambiato! Grazie agli indizi che mi hai dato ora i miei rituali funzionano alla perfezione! Ma ovviamente tu lo saprai già. Però dovevo proprio ringraziarti per tutto questo.

Grazie di cuore,

Francesca"

Giovanni, in arte lo Stregone Nero, si stropicciò gli occhi e rilesse l'email di Francesca. Il suo libro era uscito già da un anno, e da allora aveva ricevuto parecchie critiche. I suoi lettori più attenti gli avevano persino fatto notare che il suo narrato, che lui vendeva come diretta conseguenza delle proprie esperienze, era in realtà una buffa accozzaglia di nozioni prese da vecchi testi di esoterismo e addirittura da romanzi fantasy di scarsa fama.

Quei lettori avevano ragione.

Lui era un uomo bassino e gracile, con l'aria da timido costantemente stampata in volto e un modo di fare sempre sul limite tra la gentilezza e l'imbranataggine. Aveva più di quarant'anni e viveva con la madre pensionata in un piccolo appartamento di periferia: non solo nessuno sapeva bene cosa lui facesse nella vita, ma nemmeno veniva voglia di domandarglielo.

"Il mondo degli Spiriti" rappresentava per lui l'occasione di riscattarsi, di piacere alla gente, forse anche di diventare ricco e famoso. Credeva di esserci andato molto vicino quando, a seguito di una campagna pubblicitaria particolarmente azzeccata, era emerso dall'inabissato mondo della letteratura esordiente e aveva visto crescere le vendite del suo manuale d'esoterismo; tutte le critiche ricevute, però, l'avevano quasi convinto di dover ricominciare da zero.

Fino a quel momento, aveva ricevuto apprezzamenti solo da gente preda di un disperato bisogno di credere in qualcosa, persone che dopo aver letto il suo libro lo contattavano tenendosi saldi all'idea che, per questo o quell'altro motivo, lui avrebbe potuto ricongiungerli al defunto di turno, piuttosto che scagliare qualche terribile maledizione su chi di defungere non voleva saperne. Ma Francesca no: lei non gli aveva scritto per chiedergli strani aiuti in campo esoterico, ma solo per complimentarsi con lui, specificando che le pratiche descritte nel libro in questione le avevano dato ottimi risultati... e se per lei quelle pratiche funzionavano, sicuramente poteva essere così anche per tanti altri.

Così, Giovanni s'affrettò a rispondere alla sua fan, facendole un mucchio di complimenti; i due iniziarono a scambiarsi mail ogni giorno, per poi passare alle telefonate, decidendo infine d'incontrarsi di persona.

Quando arrivò il giorno del loro primo incontro, Francesca si precipitò ad aprirgli la porta: era entusiasta, orgogliosa di poter ospitare in casa propria il suo scrittore preferito.

Quello che vide quando se lo trovò davanti la deluse un po': era dunque un uomo così ordinario, il fantomatico Stregone Nero? Ma la donna si diede subito della stupida per aver pensato una cosa del genere: le apparenze non avevano alcuna importanza, ne era certa.

"Prego, entra..." gli disse sorridendo, per poi condurlo in salotto.

Giovanni la seguì e si accomodò sul divano di fronte a lei, cercando a sua volta di non tradire quanto la situazione fosse diversa da come l'aveva immaginata: il suo libro l'aveva spesso portato a conoscere persone con terzi occhi disegnati in fronte o cose simili, mentre Francesca sembrava una donna normalissima. Molto bella, dalle caratteristiche tipicamente mediterranee: i suoi occhi scuri s'intonavano a una folta massa di capelli corvini e leggermente ondulati. Indossava dei pantaloni molto larghi e una maglietta stretta e scollata che metteva in risalto le sue forme, ingentilite da una recentissima gravidanza. Giovanni aveva intravisto una carrozzina per bambini piazzata vicino alla porta d'ingresso della villetta, e aveva trovato molto strano che una neo mamma potesse avere il pallino della stregoneria, dell'occultismo e di chissà cos'altro.

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