La Forza Ancestrale #2

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Lucilla si risvegliò inebriata. Si sentiva stranamente bene e subito cercò lo sguardo di Bruno, per capire se anche lui avesse vissuto quelle stesse emozioni.

I due ragazzi si guardarono per qualche secondo; entrambi sorridevano e avevano il fiato leggermente corto, come se avessero passato la notte giocando tra i flutti marini.

"Come hai fatto?" esordì Bruno, ansimando, senza nemmeno un briciolo di ostilità nella voce. Non sapeva bene cosa fosse accaduto, ma era come se la realtà della piccola cella malsana fosse rimasta distante per l'intera notte, così come anche tutto ciò che gli aveva fatto odiare la sua coinquilina.

Quello stato di esaltazione li aveva coinvolti entrambi, ma non era destinato a durare.

"Sto cercando un contatto con la Forza Ancestrale," spiegò Lucilla, accorgendosi poco a poco di quanto fosse fetido e scuro il posto in cui si trovava realmente. "Non so perché tu sia stato preso in mezzo..." aggiunse poi, mutando il suo sorriso in un'espressione rassegnata; si sentiva stanca, aveva bisogno di dormire. Ricordava di aver sentito il nome che stava cercando, pronunciato da una voce maschile profonda, come un gorgo che trascina sul fondo del mare. Non era però capace di rammentarlo e sapeva che quell'esperienza andava ripetuta al più presto, ma non in quel momento: era davvero esausta e non se la sentiva di riprovarci immediatamente.

"È stato bello," la distolse Bruno, "un po' come tornare oltre i confini... Solo, molto più intenso e faticoso." commentò, lasciando trapelare un po' di malinconia.

Era già tutto finito, e la realtà era spaventosamente avversa.

I due ragazzi si guardarono nuovamente, e Lucilla rivide in lui l'assassino che l'aveva aggredita sotto la doccia, quello che l'aveva stretta in un abbraccio soffocante tra le sue code di serpente.

Un brivido le percorse la schiena, facendole abbassare lo sguardo.

Nello stesso momento, Bruno provò per la prima volta qualcosa di simile a un senso di colpa. Stava per dirglielo, ma preferì limitarsi a prolungare quel barlume di dialogo che c'era stato tra loro: "Mi dici qualcosa di più su questa Forza Ancestrale?" chiese, sinceramente interessato.

Lucilla prese un respiro e provò a rispondere: "La Forza Ancestrale si è manifestata in me sotto forma di fluido freddo, un fluido che mi percorre il corpo ed è capace di immobilizzarmi e darmi dei suggerimenti. La prima volta in cui ho avuto a che fare con tutto questo, il fluido freddo ha cercato di farmi capire che, venendo a casa tua, ti avrei affrontato, e che tu combattevi con la forza del serpente. In un secondo episodio, mi ha anche svelato che Fantasy esisteva ancora, quando io la credevo..."

"Ecco, a proposito, cos'è questa storia?" la interruppe Bruno. "Ho intravisto te e Fantasy abbracciate, ieri. Come è possibile?"

"Non ne ho idea. Il mondo oltre i confini è tornato a esistere, così come i suoi abitanti" tagliò corto Lucilla. "Ora scusami, ma sono stanca morta e vorrei dormire."

Detto questo si girò in modo da dare le spalle al suo compagno di cella e chiuse gli occhi. Lily, mi è venuto un dubbio tremendo, esternò.

Lo so, è venuto anche a me: se non avessimo dissolto Sophia, forse ora lei sarebbe tornata oltre i confini... Forse, ma in realtà è davvero improbabile. Ormai era una Succuba, aveva un corpo materiale, e il suo legame con Bruno era diventato malsano. Come poteva tornare tutto come prima?

Hai ragione, ma improbabile non significa impossibile, e se a Bruno viene il dubbio che è venuto a noi, puoi star certa che mi ucciderà, concluse Lucilla, iniziando a sudare freddo.

A Bruno quel dubbio non venne: la sua mente stava elaborando un'idea decisamente più ottimista. Sapeva che Fantasy era stata dissolta durante la battaglia degli Spiriti Antichi, e che nonostante questo ora si trovava oltre i confini. Allora, come non sperare che anche Sophia fosse semplicemente tornata lì? Aveva intenzione di attendere qualche minuto, per poi cercare di passare oltre e raggiungere la sua amata. Non voleva però che Lucilla se ne accorgesse: non sapeva cosa aspettarsi da lei, perciò preferiva far finta di nulla e attendere che dormisse. Doveva trovare il modo di mantenere la calma fino al momento opportuno: lei aveva detto di voler dormire, ma osservandola si capiva che in realtà era un fascio di nervi tesi, e che assolutamente non stava per addormentarsi.

Così Bruno non fece che mettersi comodo, deciso ad aspettare con pazienza, cercando di rilassarsi. Ripensò a quanto era stato bello passare la notte in compagnia della "Forza Ancestrale", qualunque cosa fosse. Era stato come passare la notte in mezzo al mare, nuotando e tenendosi a galla tra le onde, in un misto di fascinazione e corroborante fatica.

Gli era persino sembrato di sentire la voce di un uomo, a un certo punto, ed era stato talmente preso da quella strana illusione da rivolgersi a lui e chiedergli che le cose ricominciassero ad andare bene, nell'assoluta, quanto assurda, convinzione che egli potesse ogni cosa.

Aveva persino chiesto di ricevere un nuovo libro. Sorrise ricordando questo dettaglio. Forse sarebbe venuto fuori che quelle forze rendevano ingenui e sinceri come solo una sbronza tra amici poteva fare, altrimenti come riuscire a chiedere in dono un libro mentre ci si trovava in una situazione di prigionia tanto disperata?

Ad ogni modo, quell'esperienza gli aveva certamente giovato: solo il ricordarne lo svolgimento aveva placato il suo animo, distogliendolo completamente dall'inquietudine provata ripensando a Sophia.

In quel momento lo sportellino sotto la porta si aprì, e Lucilla sobbalzò sul letto, rivelando che ancora non dormiva.

"Perché a te non portano da mangiare?" le chiese Bruno in tono pacato.

Hai visto? Non vuole ucciderci, va tutto bene!, proclamò Lily, ottimista.

Preso un respiro profondo, Lucilla fece per girarsi a constatare se lui avesse l'aria di volerle fare del male, ma un inatteso grido di gioia la travolse con prepotenza: "Lucilla, GUARDA!" strepitò Bruno, facendola sobbalzare nuovamente. "C'è un nuovo libro, e io avevo chiesto proprio un nuovo libro!" esclamò giocondo.

"Eh? Come?" balbettò Lucilla con il cuore in gola.

"Guarda" continuò lui, agitando per aria qualcosa di simile a un mattone, "non è un altro romanzetto senza senso, questo è il più bel libro che sia mai stato scritto, il primo che ho letto senza poterlo mollare un attimo, questo è quello che volevo!"

Lucilla era perplessa. Voleva assolutamente sapere di cosa stesse parlando, e la curiosità si rivelò più forte del timore che l'aveva scossa fino a pochi attimi prima.

"Bruno, vuoi spiegarmi cosa stai dicendo?"

"La tua Forza Ancestrale! Ho chiesto un libro a quella voce profonda, e ho avuto un libro!"

"Aspetta, calmati. Come puoi essere sicuro che non sia un caso? Come hai avuto quell'altro libro?" lo richiamò Lucilla. Stavano parlando di una forza misteriosa e difficile da controllare o di una sorta di genio della lampada?

Bruno non lasciò che il suo entusiasmo si smorzasse. "Vuoi sapere come ho avuto quell'altro stupido libro? Beh, devi sapere che i primi giorni gridavo come un matto per tutto il tempo. Non so se abbiano voluto darmi un contentino o piuttosto prendermi in giro, ma a un certo punto mi hanno infilato quel romanzo per donnette sotto la porta. Ma questa volta è stato diverso, io so che è stata la Forza Ancestrale, lo so! Questo è proprio il libro che volevo!"

Lucilla non era troppo disposta ad accettare quella tesi, ma certo era troppo affaticata dalla nottata tra i flutti per approfondire. Mentre Bruno sfogliava con foga il suo nuovo libro, lei ne sbirciò la copertina: Il Signore degli Anelli, la trilogia completa. Sorrise. "Anch'io l'ho letto, tanti anni fa. Non sono una gran lettrice, ma mi era piaciuto molto." disse con leggerezza.

Se un merito andava riconosciuto alla comparsa di quel libro, era che i due Viator stavano finalmente lasciandosi alle spalle i loro crucci, decisi a riposarsi quanto bastava per portare avanti ciò che avevano iniziato. Come se nulla fosse, si sedettero vicini sul letto di Bruno, con l'intenzione di addentrarsi assieme nella lettura. La Forza Ancestrale sapeva bene che un poco di svago era quel che serviva loro per tornare a lei ragionevolmente lucidi e riposati.

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