Quando arriviamo davanti a casa e vediamo i primi leggerissimi fiocchi bianchi sorridiamo, insieme. Rientriamo ottimisti, quasi del tutto persuasi che addobbare il salotto sarà, se non divertente, almeno non troppo spiacevole:
- Avete visto Nadia?- incalza mia madre.
- Non vedi che siamo appena entrati in casa?- faccio notare; abbiamo i giubbotti addosso e la neve tra i capelli, per non parlare delle grosse buste piene di decorazioni che ancora gravano sulle nostre braccia: come potremmo sapere dov'è andata a nascondersi la nostra sorellina monella?
- Hai guardato sotto il letto?- chiede Stefano.
- Ma certo...- risponde mia madre.
- Lui intende dire, hai guardato bene? - mi intrometto io; l'ultima volta, Nadia si era effettivamente nascosta sotto il letto, ma adottando la strategia di appendersi alla rete per non farsi notare. Bambina troppo furba, per la nostra ingenua madre, su questo non c'è dubbio.
- Vado a vedere meglio...- conclude lei, correndo verso la scalinata che porta al piano superiore, cioè alle nostre stanze da letto.
Io e Stefano superiamo l'ingresso e arriviamo finalmente nel salone, poi buttiamo i cappotti sul divano e iniziamo a darci da fare; la mamma ha già tirato fuori l'abete, ottimo. Così iniziamo a girare attorno all'albero con luci, festoni e palline. Sostituiamo i soprammobili con altri a tema natalizio, i pupazzi di neve dominano la scena e, inutile dirlo, non c'è nemmeno un Babbo Natale.
Abbiamo quasi finito, è il momento del pezzo forte, scelto da me appositamente per Nadia: un enorme carillon, di quelli con bimbetti e bimbette che a suon di musica si rincorrono sui pattini, o lanciano palle di neve, o esultano per i fattacci loro. Lo sistemo tutta contenta accanto all'abete, poi gli do la carica e resto a guardarlo incantata: in fondo è bello starsene a sentire questa musichetta allegra mentre fuori nevica, tanto che inizio a pensare che mia madre abbia ragione a sostenere che la magia del Natale sia proprio quello che ci vuole per la nostra famiglia sconvolta.
Ma qualcosa non quadra: sento che Stefano non condivide con me questo stato d'animo positivo. Anzi, Stefano non lo sento proprio, che accidenti sarà andato a fare? Lo cerco nel salone con lo sguardo, poi mi dirigo nell'ingresso e lo trovo davanti alla porta di vetro: la fissa con gli occhi sbarrati.
- Stefano?- provo a distoglierlo.
Ecco, ci siamo: questa è una novità che decisamente non sopporto. Ho sempre capito tutto di mio fratello... perché, ultimamente, ci sono momenti in cui sembra fuori dal mondo? Fuori dal mio mondo, per lo meno. Cosa che per me è anche peggio.
- Stefano? - lo chiamo ancora.
- Avete visto Nadia??- ripiomba mia madre.
- No!- rispondo seccata.
- Scusami, ce lo avevi già chiesto...- aggiungo, ma Stefano si intromette:
- Io l'ho vista, seguitemi - ci dice, precipitandosi fuori dalla porta.
Lo seguo. É molto preoccupato, questo lo percepisco chiaramente.
- I cappotti!- ci grida dietro mia madre; ma non l'aspettiamo, corriamo veloci tra i primi strati di neve morbida, il rischio di spaccarci le ossa con uno scivolone non ci rallenta: mio fratello è certo di sapere dove sia Nadia, solo questo è importante.
Usciamo dal centro abitato. Continuiamo a correre, anche se ormai siamo quasi senza fiato.
- E' là!- grida Stefano, indicando il bosco.
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Il mondo oltre i confini
Spiritual"Tutta la saga "Oltre i confini" si basa sul presupposto che la realtà materiale, quella dove viviamo la nostra vita di tutti i giorni, non sia l'unica realtà esistente. Esiste infatti un'altra realtà, quella immateriale, dove dimorano gli spiriti...