Creature dal mondo oltre i confini

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 VIATOR:

"Aveva davanti a sé una distesa di sassolini bianchi e arrotondati, così fini e levigati da non dare alcun fastidio ai suoi piedi scalzi. Davanti a lei, a picco sull'acqua cristallina, c'era una scogliera dalle forme irregolari color ardesia, nella quale brulicavano una gran quantità di granchietti e paguri. Gli scogli continuavano tra le acque, ritagliandosi grosse pozze dove l'acqua era calma e crescevano, prepotenti, le alghe verdi che in qualche modo lasciavano suggestive incrostazioni colorate sulle rocce che toccavano.

Il mormorio del mare tra i ciottolini bianchi si sentiva chiaramente in mezzo al timido frusciare del vento: l'aria era leggera e sembrava che nulla potesse distogliere la ragazza dal suo stato di meditazione."

VIATOR LUCIS:

" Nel complesso, Fantasy era eterea, inconsistente; ma quel che Lucilla trovava più strano, era la sua luce: sembrava che dalla sua pelle provenisse un bagliore sufficientemente forte da illuminare lo stanzino alle sue spalle.

Eppure era reale: stava proprio davanti a lei e profumava di fiori."

LARIUS:

"Madre e figlia restarono sedute vicine per qualche minuto, ognuna con i propri pensieri. Poi Clelia, si voltò a guardare la finestra:

- Ero convinta che ci fosse uno spiffero. - disse, toccandosi una spalla e sentendosela gelata.

D'istinto, anche Lucilla volse lo sguardo in quella direzione: sul suo letto, alle spalle di Clelia, c'era una bambina circondata da un alone di quella luce viola che aveva visto poco prima. Aveva una grossa massa di capelli ricci e rossastri e portava un abitino bianco e rigonfio come quelli delle dame settecentesche. Lucilla scacciò il pensiero che quell'allucinazione potesse in qualche modo aver fatto sentire freddo a sua madre:

- È quasi ora di cena! - disse, alzandosi di scatto e invitando la madre a uscire dalla stanza.

La bambina, però, non era soddisfatta dalle poche attenzioni che le erano state rivolte: saltò giù dal letto facendo ticchettare le scarpine sul pavimento, prese una boccetta di inchiostro per disegni dalla scrivania di Lucilla e la buttò a terra.

- Com'è caduta? - chiese Clelia, spaventata dal rumore del vetro che andava in pezzi nel silenzio della stanza.

- Non lo so... - rispose Lucilla facendosi pallida. Aveva visto quel che era successo, ma si rifiutava di crederci: era la prima volta che una sua allucinazione andava così oltre il semplice farsi vedere.

- L'avrai messa male. Vado a prendere qualcosa per pulire. - disse infine Clelia, uscendo dalla stanza e lasciando sola sua figlia.

- Io... vado in bagno... - disse Lucilla fra sé e sé, convinta di non dover dare attenzione a quella cosa, se non voleva impazzire. Era turbata dall'accaduto ma, dopo l'episodio della falena, non voleva assolutamente farlo capire a sua madre.

Così uscì dalla sua stanza e percorse a passo svelto il lungo corridoio che portava in bagno. Non smise per un attimo di sentire le scarpettine verniciate della bambina trotterellare dietro di sé.

Aprì la porta e si chiuse dentro. Si sciacquò mani e viso con l'acqua fredda, ripetendosi che andava tutto bene e che presto l'allucinazione se ne sarebbe andata, come sempre. Ancora grondante d'acqua sollevò il viso dal lavandino e guardò nello specchio: dietro di lei non c'era nulla.

Sollevata, prese l'asciugamano e se lo buttò in faccia. Dopo essersi accuratamente asciugata lo rimise a posto ma, nel farlo, si accorse che ora lo specchio restituiva un'immagine diversa: c'era quella bambina, alle sue spalle.

- Tu non esisti... - si disse Lucilla, sentendo il battito del suo cuore accelerare.

Per tutta risposta, la bambina prese un flacone di profumo e lo ruppe contro il muro.

- Chi sei? - chiese Lucilla: a quel punto doveva ammettere che quella che aveva davanti non era una semplice allucinazione.

- Non sai chi sono? Allora non puoi liberarmi! - disse la bambina, pestando i piedi sul pavimento con rabbia. - Cerca di sbrigarti a capire come funzionano le cose, o diventerai come me! E non è divertente! - aggiunse ancora, prima di sparire dalla vista di Lucilla."

SPIRITI ANTICHI:

"Lucilla teneva d'occhio i due Spiriti Antichi.

Erano potenti, erano la personificazione delle diverse zone della realtà immateriale."

INTERFERENZE:

"«La leggenda!» ripeté Francesca rivolta a lei. «Torino non è una città qualsiasi: con Praga e Lione, fa parte del triangolo mondiale della magia bianca. Ma allo stesso tempo, con Londra e San Francisco, è anche uno dei vertici della magia nera! È proprio "la città dei Viator", per questo siete così tanti. Ma è anche il posto dove le interferenze si accumulano più facilmente, è come se qui la loro esistenza fosse favorita. Non ne avevi mai sentito parlare?»"

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