Tante povere donne.
Ingenue, come lo sono stata io, e indifese, altrettanto.
Streghe, o anche no.
Con un gesto della mano afferro l'angoscia provata in cella e me la porto sul cuore.
Ho l'emozione.
Tanti piccoli rami d'ulivo, raccolti freschi per questo mio nuovo rituale.
Li accarezzo con le mani e li battezzo con i loro nomi, i nomi delle donne che voglio salvare, e aggiungo qualche legnetto anche per chi ha condiviso la mia sorte senza che io ne sappia nulla.
Ho i simboli.
Infine mi godo il ricordo di ciò ho visto: il campo dei gitani fatto a pezzi e poi occupato dalla buona gente che prima viveva fuori le mura.
Il corpo del Demonio carbonizzato.
Intatto solo il suo viso e poco altro. I suoi occhi, spalancati verso quel cielo a cui avevano impropriamente rubato il colore. La puzza di cadavere suo consono ornamento.
Inspiro.
Ho il potere.
Emozione, Simboli, Potere: proprio come mi ha insegnato la nonna.
Ora posso chiamare ancora una volta la forza antica, questa volta per parlarle di donne ingiustamente condannate a soffrire.
Questa volta per aiutare.
Questa volta per Bene Dire.
*Liberamente ispirato ai fatti di Triora*
"A Triora durante il periodo culminante dell'Inquisizione, tra il 1587 e il 1589, si svolse un processo di stregoneria.
Un gruppo di donne venne accusato di essere artefice delle pestilenze e della carestia, oltre che di cannibalismo verso bambini. [...]
Durante la celebrazione della messa, al momento della predica, il sacerdote chiese ai parrocchiani di denunciare le streghe. Vennero così arrestate venti donne che, a causa delle denunce estorte con torture, divennero presto trenta. Tra di loro tredici donne, quattro ragazze e un fanciullo si dichiararono rei confessi. Alcune case private furono trasformate in carceri, la più famosa delle quali fu casa del Meggio [...]. In pochissimo tempo avvennero le prime morti: Isotta Stella, una sessantenne di nobile famiglia morì per le torture subite, un'altra donna invece si gettò dalla finestra.
[...] Tra i luoghi frequentati dalle bagiue [...] La più importante è la Cabotina. si trova fuori dalle mura ed era la zona più povera di Triora. "Era la località...orrida e deserta, detta Cabotina. In tale luogo si sarebbero svolti i convegni notturni delle streghe, le quali avrebbero giuocato a palla con bambini in fasce, palleggiandoseli da un albero all'altro fra quei radi alberi di noce...". Attualmente è uno dei luoghi più famosi di Triora. È probabile che qui vivessero donne sole, prostitute, contadine le quali furono tra le prime a essere coinvolte nel processo. [...]
Il 23 aprile del 1589 il tragico processo alle streghe venne terminato. Non si sa esattamente che fine abbiano fatto le donne incarcerate a Genova, ma è probabile che furono lasciate libere."
(Da "Wikipedia", l'enciclopedia libera)
RINGRAZIAMENTI E...
Ringrazio i lettori volontari che mi hanno aiutata a editare questo racconto: Tiziano, Antonella, Stefania, Claudia, Nera, Donatella.
E anche Vera, lei sa perché.
Ringrazio, ovviamente, anche tutti voi che state leggendo ora... grazie infinite, spero che il mio breve omaggio sia stato di vostro gradimento. Vi invito a lasciarmi un commento nel luogo virtuale, quale che sia, dove avete trovato questo ebook: sapere ciò che pensano i lettori è sempre utile e interessante.
... e vi ricordo che, quello che avete appena letto, è uno spin off della trilogia "oltre i confini", disponibile sui maggiori store on line in edizione digitale e cartacea.
A presto e grazie ancora,
Noemi
STAI LEGGENDO
Il mondo oltre i confini
Espiritual"Tutta la saga "Oltre i confini" si basa sul presupposto che la realtà materiale, quella dove viviamo la nostra vita di tutti i giorni, non sia l'unica realtà esistente. Esiste infatti un'altra realtà, quella immateriale, dove dimorano gli spiriti...