Per me e mio fratello non fu difficile capirlo: la totale inadeguatezza del nostro "Babbo Natale" era del tutto imputabile a quel tarlo schifoso che si nutriva della mente di nostro padre.
Io e Stefano avevamo quindici anni, entrambi. Coincidenza più che auspicabile, per due gemelli. La nostra sorellina più piccola, invece, di anni ne aveva soltanto cinque: per lei, il fatto che il vecchietto vestito di rosso comparisse sempre e solo dopo una provvidenziale scomparsa del suo papà non era più che una coincidenza. Ricordo bene il suo sconcerto nel vedersi recapitare, direttamente da quel mito natalizio, un bel trapano multifunzione:
- Nadia, non fare quella faccia, Babbo Natale sta certamente scherzando, non è vero?- aveva provato a consolarla nostra madre, sperando che nel sacco fosse rimasto qualcosa di adatto a lei. Ma non c'era più nulla: i regali si erano esauriti in quattro attrezzi da bricolage che mio padre doveva aver scelto e impacchettato in modo del tutto casuale.
Così mia madre era corsa in camera sua, per poi tornare nel grande salone addobbato con un grosso pacco rivestito di carta dorata; lo aveva dato subito alla bambina, prima ancora che avesse il tempo di mettersi a piangere. La mamma se lo aspettava, evidentemente: aveva lasciato che mio padre si occupasse ancora una volta di quella messa in scena, ma aveva immaginato fin da subito che la sua malattia non gli avrebbe concesso di portarla a termine nel migliore dei modi.
E mentre la piccola scartava il pacco giusto, Babbo Natale si guardava attorno frastornato: un brivido mi percorse, quando lessi nei suoi occhi la consapevolezza, la certezza di non esser più capace di fare quel che aveva sempre fatto.
Solo Nadia non riuscì a capire che quel Babbo Natale non lo avremmo rivisto mai più.
Non ci vollero che pochi mesi, infatti, perché il tumore al cervello lo uccidesse.
Ora è passato un anno, un anno esatto.
Vigilia di Natale, di nuovo.
Nadia ancora chiede quand'è che tornerà papà... possibile che per una bimba della sua età, la morte sia qualcosa di tanto incomprensibile?
- Non tornerà amore mio - le risponde sempre nostra madre - è andato in cielo...- aggiunge laconica.
Non la correggo Dir "sotto terra" suonerebbe peggio.
Si capisce che le festività saranno di una tristezza infinita quest'anno, ma la mamma insiste a dire l'opposto: per lei, sarà proprio la "magia del Natale" a farci tornare la voglia di andare avanti.
Trovo fuori luogo il suo ottimismo, ma suppongo sia giusto assecondarla: così, oggi, io e Stefano ci troviamo in un centro commerciale, nel reparto dedicato alle decorazioni. Vogliamo ricomprare ogni cosa, dev'essere tutto nuovo. Senza bisogno di parlarne, ci dirigiamo subito alla zona dove le decorazioni assumono sfumature che vanno dal blu cobalto all'argento: vogliamo creare un'atmosfera assolutamente diversa da quella degli anni passati, popolati da rosso e bianco, da fantocci che sorridono e caramelle di dimensioni improbabili.
Stefano inizia a prendere una grande quantità di festoni argentati, io cerco delle palline coordinate: siamo sulla stessa lunghezza d'onda io e lui, è sempre stato così. A volte ho addirittura l'impressione che riesca a leggermi nel pensiero, tanto che inizio a credere che le varie leggende sui gemelli abbiano più che un fondo di verità.
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Il mondo oltre i confini
Spiritual"Tutta la saga "Oltre i confini" si basa sul presupposto che la realtà materiale, quella dove viviamo la nostra vita di tutti i giorni, non sia l'unica realtà esistente. Esiste infatti un'altra realtà, quella immateriale, dove dimorano gli spiriti...