Capitolo 20

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Emma's p.o.v.
Si apre di colpo la porta, io e Mattia ci stacchiamo subito, lui sbianca.
Ho paura di girarmi a vedere chi ci abbia interrotto.
È come se tutto andasse a rallentatore. Lentamente mi volto verso la porta, che lentamente si apre, e, lentamente, vedo l'ultima persona che mi sarei aspettata qui. Loredana Bertè. La vedo urlare qualcosa, ma è come se non riuscissi a sentire. Poi il mondo ritorna quello di sempre, tutto d'un colpo, e sento il giudice sbraitare:- ...SEI SOLO UN'ARROGANTE! LO SIETE TUTTI E DUE!! VE LA FARÒ PAGARE!-.
Io rimango esterrefatta. Ma cosa dice?
Penso di essermi persa qualcosa, perché vedo Mattia trascinato via da due ragazzi della produzione, ed io invece, come un'automa, mi alzo automaticamente dal pavimento, e scappo via, per rifugiarmi nel mio camerino.
Quando mi chiudo la porta alle spalle, mi rendo conto di dove sono. Mi sfioro le labbra con le dita, ricordando il sapore di Mattia. È tremendo, l'hanno portato via, e forse lo squalificano, per colpa mia. Non posso fargli questo! La mia coscienza dice di lasciarlo andare, di fargli vivere la sua carriera in santa pace. Ma il cuore? Lui la pensa in tutt'altro modo!

Lá dov'è il tuo tesoro, lì sarà anche il tuo cuore.

Ho letto tantissime volte questa frase, perché mi ha colpita particolarmente, e adesso ne capisco il significato. Anche se ci allontaneranno, il mio cuore sarà sempre con Mattia. Io sarò sempre con lui. Nonostante la coscienza, nonostante i litigi e le arrabbiature. Lo amo, è questo che conta.
Mi siedo sul divanetto del camerino, a pensare. Dove lo avranno portato? Spero stia bene... Oddio, è tutto un casino.
Mi porto le mani alla testa, rovinando le belle trecce fatte dall'acconciatrice.
Sento che sto per piangere... è veramente difficile rimanere calma. Non voglio che mi separino di nuovo da lui, non dopo che ci siamo ritrovati. Non c'è stato bisogno di parole, né di altro. Quel bacio ha significato tutto per me, con quel gesto mi ha detto che mi ama, è stato uno dei più belli che abbia mai ricevuto. Sono felice che mi abbia perdonato, perché solo adesso ho capito che ho bisogno di lui, in ogni momento. È il mio pane quotidiano, la mia acqua, il mio ossigeno. Non si può vivere senza aria, né senza acqua, nè senza cibo. E nemmeno senza amore. Perché per me l'amore è questo: aver bisogno di qualcuno come dell'aria o dell'acqua, farlo divenire una necessità, non un optional. Amare è aver bisogno. Se si ama qualcosa, se ne deve per forza aver bisogno, quindi, se si necessita di qualcosa, si è portati ad amarla. Allo stesso tempo, amare è sentirsi bene con chi ci sta accanto. È un po'come la droga, no? Più ne hai e più ti piace. Più ti piace e più ne vuoi. Quando ho abbracciato Mattia la prima volta, dopo che lui mi aveva salvata, per strada, mi sono sentita semplicemente "a casa". È stato come abbracciare qualcuno che ti conosce da sempre, che sa quali sono le tue debolezze, e le cura.
Sospiro, insofferente. Cosa gli starà succedendo? Mi metto a camninare nervosamente per il camerino, compiendo meticolosamente sempre lo stesso giro. Dopo un po', non ce la faccio più. Devo vederlo! Spalanco la porta, ed esco nei corridoi dello studio. Giro a destra, poi a sinistra, poi dritto. Ormai la strada la conosco a memoria. Con passo svelto ed occhiate sfuggenti, supero i camerini dei giudici, dei professori, le sale relax, e... eccolo! Il camerino di Maria! Entro, e vedo l'ultima persona che mi sarei aspettata di trovarci.

Mattia's p.o.v.
Quegli stronzi della produzione mi trascinano via da Emma, costringendomi a camminare per i corridoi, seguiti dalla Bertè, che non mi perde di vista un attimo. Mi lasciano davanti alla sala relax, e prima di farmici entrare, mi sussurrano minacciosamente: -Non provare ad uscire da qua oppure sono guai.-
Non sono intimorito, più che altro preoccupato, perché non so cosa sia successo ad Emma. L'ho vista di sfuggita mentre scappava nel suo camerino.
Spero che non ci allontanino, perché stavolta non ce la farei...

Entro in sala, e mi ritrovo con gli occhi di tutti i ragazzi addosso. Senza nemmeno salutare, metto le cuffie nelle orecchie e mi siedo sul tavolo, da solo. I pensieri mi frullano nel cervello come farfalle, non riesco ad acchiapparli. Emma mi vuole ancora? Oppure ha avuto solo un attimo di debolezza? Ha capito che la amo? Ho così tanta confusione in testa, che quasi non mi rendo conto del tocco leggero sulla mia spalla. Scocciato, mi levo le cuffie, e guardo il ragazzetto che mi sta chiamando.
-Sei Mattia Briga, no?-
Annuisco.
-Sono Cristian, piacere.-
-Piacere.-
-Ma cosa è successo con Emma?-
Fingo di non sapere nulla: -Che?-
-Dai, l'hanno visto tutti come vi guardate!-
Lo dice come se fosse la cosa più ovvia di questo mondo. Rimango spiazzato, non so che fare. Rispondo solo:
-Non deve saperlo nessuno, okay?-
-Certo, amico. Ti va di raccontarmi un po' di te?-, chiede, col suo accento tipicamente siciliano.
Ammetto che parlare con qualcuno non mi farebbe male, in fondo, cos'ho da perdere?
- Sono de Roma, canto da quando ero bambino, scrivere me fa sentire libero...-
-Maddai! 'Ste cose le so pure io! Volevo sapere qualche pettegolezzo in più...-
Rido di gusto, questo mi sta già simpatico.
-Guarda, se voi sape' cos'è successo co'Emma è mejo che te metti comodo, che la storia è lunga!-
-Ho già capito che la ami, il resto è superfluo!- replica.
Io sorrido. Penso di aver trovato un amico qua dentro.
-Ma te, invece? Co'Virginia?-.
Virginia è una ballerina della neo-squadra blu, fidanzata, penso, con Cristian.
-Ehh... abbiamo litigato di brutto... a lei piace un altro...- dice affranto.
-Me dispiace 'n botto, Cri! Ma la ami?-
Annuisce, sconfortato.
-Daje, che te la ripigli!-
Gli do una pacca sulla spalla, e sembra subito riacquistare vita.
-Grazie, sei un fratello!-
-Sempre disponibile Cri!-
Si allontana, sorridendo. È un grande ragazzo, spero che si crei un bel legame tra noi. Continuo ad ascoltare la musica, e conosco qualche ragazzo di quelli che partecipano alla gara con me. Sembrano tutti abbastanza sinpatici, ma in questo momento non sono proprio dell'umore. Mezz'ora dopo, alcuni ragazzi della produzione mi chiedono di lasciare la stanza e di seguirli. Io vado con loro, percorrendo i tortuosi corridoi degli Elios Studios. Ci fermiamo davanti ad una porta. "Maria De Filippi", c'è scritto. È il suo camerino. Sono in ansia, non voglio che mi squalifichino, e nemmeno che mandino via Emma. Entriamo, e, in un'accesa discussione con la mamma famosa, c'è il giudice che già odio più di tutti: la Bertè.
Capisco che Maria sta cercando di difenderci, ma Loredana non ne vuole sapere. Io rimango ammutolito davanti a questo litigio, che non sembra destinato ad interrompersi, finché non si vede la porta spalancarsi. Vedo Emma impalata sull'uscio, che scruta tutti i presenti in silenzio, fino ad accorgersi di me. Immediatamente l'accolgo tra le mie braccia.
-Tutto bene?- le sussurro.
-Si, si.-
Le bacio dolcemente i capelli, e il mio cuore si riempie di gioia quando vengo inondato dal suo profumo dolcissimo.
Maria interrompe il nostro momento romantico dicendo: -Ehm, ragazzi, scusate, ma dobbiamo farvi uscire per discutere della situazione, appena finiamo vi facciamo sapere. Accomodatevi nel camerino vuoto che sta affianco.-.
Eseguiamo gli ordini, senza spiccicare parola.
Appena entrato, mi lascio cadere sul pouf più vicino, trascinando Emma con me. Lei si sistema tra le mie braccia, come da consuetudine. La tensione è palpabile, siamo entrambi nell'ansia più totale, quindi, per rompere il silenzio, dico:- Pensi che ci cacceranno?-.
Non riesco a sembrare calmo, e lei se ne accorge.
Cerca di rassicurarmi, accarezzandomi i capelli. Un po' di paura scompare al suo tocco.
-Dai, andrà tutto bene, a...-
Non riesco a sentire bene il resto della frase, la quale si riduce ad un flebile sussurro, ma sono quasi certo che abbia detto "amore".
-Eh? Non ho sentito l'ultima parte.-
Sorrido maliziosamente, e la vedo mordersi il labbro.
-Ho detto... handicappato!-
-Sese, e io ce credo!-
Lei ride, ed io mi rallegro alla sua vista. È così bella.
D'un tratto si fa seria.
-Me lo dai un bacetto?- chiede, innocua.
-Mmm... aspe, che ce pens...-
Non mi lascia finire di parlare che si fionda sulle mie labbra, baciandomi con dolcezza e foga allo stesso tempo. È come se avesse paura di non potermi baciare più, e la capisco perfettamente. Lei intreccia le mani con le mie, che vagano sul suo corpo, accarezzandola, mentre i brividi percorrono la mia schiena. Ci stacchiamo per prendere fiato. La guardo sorridere, con le guance arrossate.
-...bellissima...-, sussurro ad un centimetro dalla sua bocca.
-Mmm... non è vero...-replica con una vocetta da bimba capricciosa. Io rido, e sto per baciarla di nuovo, quando la porta del camerino si apre, lasciando spazio a Maria e Loredana. La prima sembra avere un aspetto piuttosto rassegnato, l'altra invece, ha un'aria molto risoluta.
-Abbiamo preso una decisione- gracchia Loredana.
Io ed Emma ci alziamo, in attesa. La stringo a me, sono molto ansioso. Appoggio la mia fronte sulla sua, guardandola negli occhi. Ci leggo tanta ansia dentro.
Le mimo un "Ti amo" con le labbra, ma non sono sicuro che abbia capito. Nelle mie vene scorre l'angoscia al posto del sangue, non sopporterei di dividermi da lei nuovamente.
Maria fa:- Ragazzi, voi...

Spazio autrice
E vi lascio nuovamente con la suspense!
Non odiatemi, vi prego. Lo so che non posto da tantissimo, ma purtroppo non ho avuto nè tempo nè ispirazione. Però, per farmi perdonare, ho scritto una ONESHOT: •resta con me•. Se vi va, passate a leggerla. Mi scuso per lo schifo del capitolo, non avrei potuto fare di peggio. Cercherò di postare di più, ve lo prometto. Baci♥

"QUEL SORRISO MESSO COME SCUDO"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora