Capitolo 23

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(Piccola premessa: l'ho visto... è bellissimo....)

Mattia's p.o.v.
-Con la mia fidanzata.-
Guardo di sottecchi Emma, cercando di farle capire che è una menzogna, ma lei non mi fila per nulla. Anzi, trova una scusa credibile ed esce di fretta dalla stanza. Cazzo, spero non ci abbia creduto veramente!
-Mattia, cosa hai fatto alle mani?- chiede Renga.
Solo ora mi ricordo di avere le nocche tumefatte ed incrostate di sangue.
-Niente, niente.- gli assicuro.
Poi corro via in cerca della mia nanetta. Mi perdo tra i numerosi camerini, sale di ballo, di canto, finché non mi trovo davanti una porta. È il camerino di Emma. Sento pianti, urla e altri rumori sordi. Preso da un panico improvviso, busso alla porta, cercando di farmi aprire. Non ne vuole sapere, e nonostante cerchi di prenderla nel modo più comico possibile, i suoi "Ti odio" sono come pugnali in gola. Insisto ancora un po', supplicandola disperatamente, e quando sento un "entra", soffocato dalle pareti, quasi mi sembra di aver capito male.
Mi avvicino lei, che è seduta per terra singhiozzante. Cerco di rassicurarla, ma lei si scansa in malo modo. Mi sento tristissimo, è come se ci fossimo invertiti i ruoli: lei che soffre ed io che vorrei spiegarle, ma ho paura.
-Emma, ti prego...-
-Ti odio...-
-Mi stanno ricattando, okay?!-
Alza la testa di scatto, incuriosita. Io la guardo negli occhi, che mi illuminano di speranza. Rimango incantato, come ogni volta. Solo che oggi il destino non è dalla nostra parte. Ad interrompere il momento, entrano trafelati i tre giudici, seguiti a ruota da Maria.
Ma sempre a interromperme stanno questi?
-Emma, ti portiamo dal medico...-
-...Eh? Si, si...-. Si riscuote e, asciugandosi le lacrime, si alza dal pavimento.
Le mimo uno "scusa" con le labbra, accompagnato da un sorriso triste. Mi sorride a sua volta, ma i suoi occhi piangono ancora. Evita di guardarmi. Cazzo, stavolta devo rimediare sul serio. Esco anch'io dal camerino, e mentre la mia nanetta viene accompagnata fuori dagli studi, io entro spedito in sala relax, dove trovo l'unica persona con cui mi va di parlare in questo momento: Cristian.
-Cri... te posso parla' n'attimo?-
-Certo Matti. È per Emma, ve'?-
Annuisco, e lui comprende al volo. Insieme ci dirigiamo verso la sala di registrazione, ormai vuota. Quando entriamo, il silenzio si fa opprimente. La stanza è completamente immersa in un languido buio, come una conchiglia vuota dopo aver estratto la madreperla: rimane solo l'involucro, bello da vedere ma senza utilità. Facendoci strada con la torcia del mio cellulare, prendiamo posto sulle tribune, uno affianco all'altro.
-Cosa è successo?- chiede rompendo il silenzio.
-Sono un coglione, ecco che è successo!- sbuffo.
-Perché?-
-Ludovica, una mia amica, e Fabio, il suo ex fidanzato, ci stanno ricattando. Davanti ai giudici, che mi avevano chiesto con chi stessi parlando al telefono, ho dovuto rispondere "la mia fidanzata", solo che non ho fatto in tempo a dirglielo prima che me lo domandassero, quindi lei ha creduto che avessi un'altra, e quando stavo per spiegarglielo, mi hanno interrotto-
Finisco di parlare e sono senza fiato. Mi porto le mani alla testa, in segno di disperazione.
-Perché non le mandi un messaggio?- chiede di botto Cristian.
Non gli rispondo, ma esco il cellulare dalla tasca e apro la chat con Emma.
-Cosa dovrei scriverle?-
Prende il telefono dalle mie mani e smanetta per circa dieci secondi, prima di restituirmelo.
Ho un'ansia pazzesca, mi perfora lo stomaco come nemmeno un trapano elettrico potrebbe fare, e si estende fino alle tenpie, tramutandosi in emicrania. Mi torturo nervosamente le mani sudate.
Ripenso alla mia Mimma, l'ansia per eccellenza. Ci somigliamo, in questo momento.
Guardo il messaggio, un semplice ed innocuo:

"Dobbiamo parlare, ti amo Mimma."

Sorrido forzatamente a Cristian, ringraziandolo con una pacca sulla spalla.
Per sdebitarmi, decido di chiedergli a proposito di Vriginia.
-E co'Virginia tua?-
-Eh... boh...-
Appoggia il mento sui palmi delle mani.
-Cosa è successo di preciso?-
In realtà non lo faccio solo per restituirgli la cortesia, ma anche perché sono veramente incuriosito da questa storia.
-È tutto complicato, ho una gran confusione in testa...-
Taccio, non sapendo cosa dire.
-Un po'di tempo fa mi ha tradito. E fin qui okay. Lei però non vuole chiudere, dice di amarmi ancora, e di essersi pentita, ma io come faccio? Non posso semplicemente passarci sopra come se fosse nulla. E non sono più molto sicuro di amarla...-
Lascia in sospeso la frase, ed io intervengo prontamente.
-Dovresti lasciar passare un po' di tempo, in modo che la lontananza metta un po' di ordine nella tua testa. So già che entrambe le coach vi hanno scelti: tu opta per la squadra in cui lei non andrà, così sarai certo di poter stare tranquillo. O no?-.
Annuisce, e vedo una lacrima luccicare nel buio dello studio.
-Daje, frate'! 'Namo a repijarce le nostre donne!-
Riesco a strappargli un sorriso, e questo mi rincuora profondamente.
Ridiamo insieme e, a braccetto, usciamo alla luce delle telecamere.
Mentre entriamo in sala relax, sento la mia tasca vibrare. Un messaggio!! Apro subito la chat, e leggo il nome di Emma sullo schermo. Il cuore mi manca di un battito, le gambe stanno per cedere dall'ansia. Cosa avrà risposto?
Entro nella conversazione.

"...

Spazio autrice
Mi dispiace immensamente di non aver postato in dieci giorni, e mi scuso anche per lo schifo che avete appena letto. D'ora in poi i capitoli saranno meno lunghi , perché ci metto troppo a scriverli. Però, c'è una buona notizia. Ho iniziato a scrivere una nuova fanfiction, che penso di pubblicare più avanti. (Sarà sempre sui Bremma :p). Voglio, però, applicarmici di più per riuscire in un lavoro migliore. Spero di farcela!♥
VI VOGLIO BENE! ☆_☆
(E grazie mille)

"QUEL SORRISO MESSO COME SCUDO"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora