capitolo 35.

9.8K 533 13
                                    

Una settimana dopo. Ospedale. Ore 21:40.

Jake pov's.

L'intervento è riuscito ma Jessica è in coma da una settimana. Non apre gli occhi. Non muove un dito. Respira soltanto e la paura che da un momento all'altro smetterà di fare anche questo mi assale. Infermieri e medici entrano nella sua stanza e non ci danno il permesso di vederla nonostante le nostre lamentele e le mie minaccie.

Perché non capiscono che sono un padre che si preoccupa di sua figlia e che vuole vederla?
È così difficile.

La vita di mia figlia è sospesa tra la vita e la morte e non me la lasciano vedere. Io gli faccio causa. Gli faccio chiudere questo posto. Tanto di ospedali ce ne sono tanti e migliori di questo.

Fermo un'infermiera che mi guarda confusa e aspetta che le rivolga la parola.

''Quando si può far visita a mia figlia?'' le chiedo.

''Mi dica nome e cognome della ragazza e soprattutto il numero della stanza'' mi risponde aprendo una cartella.

''Jessica Evans. La stanza è la 210''

Esamina il foglio e annuisce sorridendo.

''Potete vederla uno alla volta. Cercate di non fare chiasso e soprattutto non toccate niente'' raccomanda guardandoci.

Annuiamo e ringrazio la donna che se ne va via.

''Jake vai tu per primo'' afferma Emily.

''Sicuri?'' chiedo conferma.

''È tua figlia e hai il diritto di vederla per prima''.

John annuisce d'accordo con la moglie. Sorrido e mi avvio verso la camera di mia figlia.

Entro e la vedo distesa sul letto bianco. È coperta dalle lenzuola e respira lentamente. Gli occhi chiusi e le labbra pallide e screpolate. La macchinetta continua a fare il suo fastidioso bip. Mi avvicino e le prendo la mano fredda. Gliela stringo e sorrido debolmente.

''È tutta colpa mia se sei qui in questo stato. Tu non c'entri niente. Dovrei essere io quello sdraiato su questo lettino e dovrei essere io quello attaccato ad una fottuta macchinetta no tu. Non sono riuscito a proteggerti. Ti ho mentito e ti ho nascosto la verità per troppo tempo. Sono uno stronzo.'' sussurro piangendo.

''Allison è venuta ieri sera. Era distrutta come tutti noi. Se ne è andata solo stamattina con l'aiuto di James. Ti prego svegliati e ritorna a sorridere. Fai quello che ti pare ma svegliati.'' continuo baciandole la mano.

Mi asciugo le lacrime e appoggio la sua piccola mano sul suo ventre.

''Ora devo andare. Ti vogliono vedere tutti. Ti voglio bene. '' dico baciandole la fronte.

Esco e ritorno dagli altri.

Emily pov's

Entro nella piccola stanza. Jessica è pallida e molto più magra di prima.

Mi siedo sulla sedia e le accarezzo la guancia.

''Bambina mia! Siamo tutti qui fuori aspettando che ti svegli. Siamo distrutti. Lilith non fa altro che piangere. È devastata. Ti vuole abbracciare e baciare fino allo svenimento. Tutti noi cerchiamo invano di tranquizzarla. Margot e Ashley l'abbracciano ogni cinque minuti. I tuoi cugini sospirano e scoppiano a piangere un minuto dopo. I tuoi zii li stringono a loro per poi piangere insieme. Jake e io cerchiamo di mantenere il controllo. E Nate...anche lui soffre e piange.'' dico e mi fermo pensando a mio figlio.

''Noi ti aspettiamo qui e quando ti sveglierai ti ritroverai in un abbraccio così forte che ti farà soffocare'' continuo.

La guardo ancora sospirando. Mi alzo e le bacio le guancie. Esco dalla stanza e mi dirigo verso il mio posto.

Lilith pov's.

Mi asciugo le lacrime e abbasso la maniglia della porta. Tenendo la testa bassa entro nella stanza chiudendomi la porta alle mie spalle. Mi siedo sul letto facendo attenzione. Gli occhi mi pizzicano ancora e alzando lo sguardo una lacrima mi riga il volto.

La mia sorellona è distesa sul letto pallida e fredda. I suoi capelli mori sono leggermente arruffati. Le mani sono sulla sua pancia.

Osservo i suoi capelli. Io ho sempre adorato i miei capelli biondi e i miei occhioni azzurri che mi fanno assomigliare così tanto a....a lei. Oggi mi ritrovo a voler i capelli mori e gli occhi marroni. Oggi mi ritrovo a voler assomigliare a mio padre e a mia sorella. E soprattutto oggi mi ritrovo ad odiare profondamente la donna che mi ha dato alla luce.

''Ciao sorellona'' dico sorridendo tristemente.

''Mi manchi cosi tanto. Mi mancano le nostre litigate mattutine, pomeridiane e serali. Mi mancano le litigate per guardare la televisione. Mi mancano le litigate perché non abbiamo la stessa opinione. Mi manca tutto di te. Il tuo sorriso. Il tuo broncio. Il tuo viso infuriato. I tuoi occhi che vorrei io ora.'' sussurro scoppiando a piangere.

Facendo attenzione l'abbraccio nascondendo il volto nel incavo del suo collo.

''Ti prego non andartene. Rimani. Cosa potrò fare io senza di te.? Senza le nostre litigate.? Ti voglio bene, sorellona e te ne vorrò per sempre perché sei mia sorella. E le sorelle si vogliono bene anche se litigano sempre.'' dico stringendo il suo corpo rigido.

Le bacio la guancia destra e scendo dal letto rivolgendole un ultimo sguardo prima di uscire dalla stanza. Corro tra le braccia di papà e ricomincio a singhiozzare.

Nate pov's.

Sono davanti alla porta della camera di Jess. La fisso e dopo aver esitato entro.

La mia Jess è allungata sul lettino. Le mani sul ventre e il petto si alza e si abbassa lentamente. Troppo lentamente.

Il viso è pallidissimo mentre le labbra sono un pò rosse. I capelli arruffati e i suoi occhioni da cerbiatto chiusi.

Mi siedo sulla sedia e la fisso convincendomi sempre di più che sono innamorato della splendida creatura che è di fronte a me.

''Piccola mia'' sussurro accarezzando le la guancia pallida.

Comincio a piangere.

''Perché non ti svegli? Ritorna fra noi. Ritorna per urlarmi contro. Ritorna per dirmi che sono uno stronzo e un puttaniere. Ritorna per insultarmi. Ritorna perché ti amo. Lo so, sono stato così stupido, prima ti rifiuto e dopo ti dico che ti amo. Forse aveva ragione James. Questa convivenza mi avrebbe portato ad amarti e la vuoi sapere una cosa? Sono felice di quello che provo per te. Non mi sono solo innamorato del tuo corpo ma anche del tuo carattere. Il tuo essere così acida, fredda, stronza e bastarda mi ha fatto perdere la testa per te. Sembra un'assurdità ma quando ti dico che sono pazzo di te è la pura verità. Ti amo ora e ti amerò per sempre.'' dico sfiorando le sue labbra con le mie.

Mi allontano fissando il suo corpo immobile sul lettino. Il macchinario comincia ad emettere un bip continuo. Il cuore sussulta mentre piango dopo aver smesso.

La porta si spalanca ed entrano di corsa cinque infermieri e il medico. Mi sorpassano e controllano.

''Ci sono complicazioni. La ragazza non reagisce'' urla l'infermiere mentre vengo spinto fuori dalla stanza.

il mio nuovo fratellastro ° Cameron Dallas°Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora