Capitolo 2

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"Ciao Ella. Che succede? ".
"Oggi ci saranno le selezioni per i regionali, e tu devi assolutamente venire a vedermi!". Mi sono scordata di dirvi che Ella è una pattinatrice come me e che nel suo metro e sessanta è un vulcano in eruzione, con capelli castano scuro, quasi rosso, e occhi grigio-azzurri. Una bambola di porcellana, solo parecchio insistente e esasperante, ma la adoro anche per questo. "Ella, ne abbiamo già parlato mi sembra". Uso un tono calmo e conciliante e per tutta risposta, lei inizia a battere il piede sul terreno,seccata. "Tu DEVI venire a vedermi, dimostreresti a quelle stronze che non sei una vigliacca e mi renderesti felice allo stesso tempo. Ti prego". "Non lo so, non voglio avere nulla a che fare con loro, o con Alan". Lei mi guarda stralunata. "Ma è proprio per questo che devi accompagnarmi! Colpiscilo dove fa più male! Dov'è finita la Kayley che conoscevo?". "Sono cambiata Ella". "Cambiata, appunto. Non scomparsa. Tira fuori le palle. Sei ancora la campionessa indiscussa,nonostante siano passati tre anni. Potresti divorartele a colazione, pranzo e cena se solo lo volessi. Il dottore ha detto che la gamba sta bene no?". "Non voglio" dico decisa. "Ora basta parlare di me, è il tuo grande momento". Sospiro. "Ed è per questo che ci sarò. Le sopportero' solo per te, sia chiaro" "Si evviva!". La mia amica prende a saltare su e giù come un canguro con le convulsioni e mi stringe in un abbraccio soffoca-e-stritola-polmoni.  "Ella.... n-non.. riesco.. a.. respi.. rare" Tornata alla realtà, mi lascia e sorride. "Scusa, l'emozione è stata troppa. Non vedo l'ora di vedere la faccia dei cloni quando vedranno che stai benissimo". Alzo gli occhi al cielo e le prometto di essere davanti a casa sua per le tre esatte. Dopo che lascia l'ufficio, ne approfitto per terminare il lavoro. Una volta conclusi i costumi, li consegno a Brittany e torno a casa per cambiarmi i vestiti e intanto rifletto su ciò che Ella mi ha detto. In seguito a lunghi momenti di riflessione, ammetto a me stessa che ha pienamente ragione, prima o poi, in fondo al cuore, ho sempre saputo che avrei dovuto affrontarle e non farmi mettere i piedi in testa. Sento bussare alla porta "Avanti". Mia madre fa il suo ingresso in camera mia e mi chiede come è andata la giornata "Bene" rispondo. "Tra poco vado da Ella e accompagnarla alle selezioni per i regionali. Mamma sorride. "Dille che le auguro un in bocca al lupo. A proposito Kaylay, tuo padre verrà a cena da noi stasera". "Papà? Che bello! È da settimane che non riesco a vederlo!". Ovviamente non riesco a vedermi ma so che mi brillano gli occhi. I miei genitori purtroppo sono divorziati, è successo poco tempo dopo il mio incidente e dire che io e mio fratello ci siamo rimasti malissimo è un eufemismo. Abbiamo sperato sino all'ultimo che riuscissero a risolvere i loro problemi, ma a quanto pare è una speranza vana. Adesso mia madre sta insieme a, non ci crederete mai e fidatevi non riuscivo a crederci nemmeno io finché non l'ho visto, il padre di Rebecca, Cedrick Holsen. È una brava persona, al contrario della figlia, però io e Jeremy non riusciamo proprio a digerirlo. Adesso mi prenderete per infantile, ma Rebecca è solo uno dei tanti motivi per cui non lo accetto come parte della famiglia. Il primo motivo è abbastanza ovvio, nostro padre. So che non posso costringere due persone ad amarsi, sarei solo un'egoista, però in fondo al cuore non ho mai smesso di credere che torneranno insieme, così come mio fratello. Questa e la 'questione Cedrick' sono le uniche cose su cui siamo d'accordo. "Saremo solo noi quattro?". "No, Cedrick cenera' con noi e...." questa pausa non mi piace, ho una brutta sensazione "..... ci sarà anche sua figlia". E come ci si aspetta da me, inizio a sclerare. "Che cosa?! Dimmi che scherzi!! Quella non la voglio in casa mia!". La vedo prendere un grosso respiro. "Kayley per favore....". No! È troppo, prima mi chiede di sopportare Cedrick e adesso pure colei che mi ha portato via tutto. "Per favore? Non pensi a me? Sai cosa è successo per colpa di quella tr...." "Kayley! Non è così che ti ho cresciuta. Modera i termini signorina". Incrocio le braccia al petto e dico "Bene, non aspettarmi per cena allora. Chiamerò papà e mangeremo fuori. Non avrà nulla da obbiettare".   "So che sei arrabbiata, ma ti prego parliamone ok? Prova a sopportarla solo per una sera e poi vedrò di fare qualcosa in merito". Libero una risata priva di allegria. "Si. Aspettiamo il giorno in cui ti chiederà di sposarlo ed io me la ritroverò come sorella! A quel punto io e Jeremy saremo già andati da papà". I suoi occhi si rattriastano e mi sento una grandissima stronza. È come se fossi tornata ai tempi in cui potevo ancora pattinare. Osservo mia madre un'ultima volta e alla fine mi rassegno. "Lo faccio solo per te. Ma se dice anche solo una parola che non deve, io la sbatto fuori a calci. Lei e il padre" sottolineo. Lei fa un passo avanti e mi abbraccia "Grazie". "Ora devo andare". Sciolgo l'abbraccio e scendo in salotto senza guardarmi indietro. Jeremy è seduto sul divano e da come mi guarda, capisco che ha sentito tutto. Ricambio lo sguardo e annuisco per rassicurarlo, mimando con le labbra un "Dopo parliamo", poi inforco la porta diretta a casa di Ella. Voglio sparire..... la mia unica consolazione sta nel fatto che potrò rivedere mio padre. Prendo la macchina e cerco di non pensare a stasera. Per adesso devo solo fare il tifo per la mia migliore amica, basta cattivi pensieri e basta problemi familiari, deve concentrarsi e pensare a passare le selezioni. Non posso parlarle ora, lo farò a fine gara. Una volta arrivata, guardo l'orario. Sono le tre spaccate, un vero miracolo! Suono il clacson ed Ella esce immediatamente. Da come si muove capisco che è agitata e cerco di rassicurarla. "Sarai bravissima. Non possono non sceglierti". Niente. Non reagisce. A quel punto decido di cambiare tattica. "Mia madre ti manda un in bocca al lupo, ma io so che prenderai a pedate tutti quelli che ti troverai davanti. Oppue posso sempre farlo io per te. Ogni volta che sferro un calcio nello stomaco di un tizio che ti infastidisce, se non mi vedi finire a terra, capisci che sta per arrivare l'ambulanza per il malcapitato o la polizia per arrestarmi. Dopotutto rimarrò un pericolo pubblico a quanto pare". Come mi aspetto, lei mi guarda con infinita gratitudine e sorride. Arrivate a destinazione, sento Ella stringermi la mano "Si va in scena".

Ali di ghiaccio [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora