Capitolo 28

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Cavolo. È peggio di quanto credessi.
Tornati a casa, i nostri non hanno aperto bocca, anche perché ci siamo comportati come al solito. Ma continuano a guardarci con un sorriso ambiguo e a parlottare. Si sa, i genitori scoprono tutto. E io devo ancora capire come fanno. Sono io ad essere un libro aperto oppure sono loro che hanno la capacità di leggere nel pensiero? Mi fanno paura a volte.
"Avevi ragione tu. Lo sanno".
Mi giro verso Igor, è seduto sul divano accanto a me e guarda una partita di basket. Ha parlato pianissimo. Sospiro e mi massaggio le tempie.
"Quando pensi che ci parleranno?". Anche la mia voce è poco più di un sussurro.
"Probabilmente ci prenderanno separatamente quando ci saranno anche Jurij e Jeremy. Dopo pranzo.
Tu, con tuo padre e io con mia madre.
Jurij e papà faranno da supporto. Così come tua madre, e manderanno tuo fratello in camera. Inizieranno con il solito discorso 'sai che puoi dirci tutto' e finiranno con il farci sentire in torto dato che loro dicono sempre la verità, anche se sappiamo che non è vero, e noi, sopraffatti, canteremo come degli uccellini. Infine, prevedo che mia madre si precipiterà da te, stritolandoti in un abbraccio soffocante. Mio padre mi darà una pacca sulla spalla in silenzio, come suo solito e come per dire: 'ragazzi, siete scontati ma sono comunque felice per voi'. Jurij invece avrà un sorriso che gli andrà da un orecchio all'altro e dirà: 'ho sempre avuto ragione, sono un mito'.
Per quanto riguarda tua madre, forse lei sorriderà e basta dicendo 'sono felice per voi'. Tuo padre, al contrario, sarà indeciso se farmi fuori subito oppure prendere in considerazione tutte le possibilità, per non ferirti. E, dulcis in fundo, J sentirà tutto e non appena saremo da soli, ci farà parecchie domande" termina con un sospiro rassegnato. Mi metto a ridere.
Tutti si girano nella mia direzione e mi scoccano occhiate interrogative e riprendono da dove avevano interrotto, non staccandoci gli occhi di dosso però. Sospiro ancora. Alla fine decido di infischiarmene della loro presenza e appoggio la guancia sul suo petto. Igor mi guarda sorpreso. Eravamo d'accordo di non lasciarci andare ad effusioni sdolcinate di fronte ai nostri genitori. Ricambio il suo sguardo e faccio intrecciare le nostre dita. Si rilassa quasi subito.
"Un'analisi parecchio accurata signor Detective. E dimmi.... come sei riuscito ad arrivarci?" chiedo aprendomi in un allegro sorriso.
"Elementare, mio caro Watson" risponde fingendo di portarsi alle labbra una pipa invisibile, proprio come il famoso personaggio ideato da Arthur Conan Doyle. Per poco non scoppio a ridere un'altra volta.
"Anni di pratica e sopportazione. Ho imparato a conoscerli come le mie tasche. Sono qui da pochi giorni ma è stato facile farmi un'idea sul comportamento abituale o futuro della tua famiglia. Tutti voi siete limpidi come l'acqua". Non so se sentirmi offesa da quest'ultima affermazione.
"Cosa intendi?".
La sua espressione si fa seria.
"Tuo padre è ancora innamorato di tua madre. E tua madre lo sa bene, ma non è questo a metterla in difficoltà. La complicità che avevano perso prima e con il tuo incidente sta riemergendo giorno dopo giorno. Proprio quando era convinta di voler sposare il padre di Rebecca e Kristen che, per inciso, tu e tuo fratello non sopportate. Magari mi sbaglio. Però ho questa impressione.
L'amore che hanno provato l'uno per l'altra è ancora lì, aspetta e attende il momento o la parola giusta per poter uscire". Resto a bocca aperta.
"O forse no. È una mia supposizione dopotutto. Non darci troppo peso. Sbaglio anch'io come gli altri". Mi da un buffetto sul naso e io mi mordo il labbro, improvvisamente triste.
"Sai, io e Jeremy abbiamo sempre sperato che tornassero insieme, non ci siamo mai rassegnati, sino ad ora".
Annuisce. I suoi occhi brillano di comprensione.
"Ho notato anche questo. Lui non è bravo quanto te a mascherare le sue emozioni, è un bambino. Quindi è più semplice indovinare la direzione che prendono i suoi pensieri".
In quel momento la porta si apre e Jurij fa il suo ingresso. Seguito da J pochi minuti dopo. Adesso ci siamo tutti.

Tre ore più tardi si è avverata la predizione, escludendo le parti in cui papà avrebbe dovuto uccidere Igor e mio fratello ci avrebbe tartassato di quesiti. È stata una sorpresa per entrambi.
Ora devo vedermela con Ella. L'ho chiamata poco fa, chiedendole di raggiungermi e lei ha accettato. I miei genitori sono andati a lavorare, mentre Anton e Sabina hanno deciso di fare un breve giro per la città.  Trenta secondi dopo, contati, entra nel mio salotto come un ciclone e un sorriso sproporzionato sul volto.
"Vi siete messi insieme vero? L'ho capito dalla tua voce al telefono". Oddio. Ora ho la conferma che dipende da me. Sono come un libro aperto, e la cosa inizia a darmi sui nervi.
"Sono tanto, tanto, tanto, tanto, tanto..." va avanti così per pò "tanto felice per voi!" conclude abbracciandomi. Poi fa la stessa cosa con il mio ragazzo. Vedo che gli sussurra qualcosa all'orecchio. Non riesco a sentirla ma lui ride e annuisce.
"Ora vado. Ho un impegno con mia madre e non posso mancare. Ah non preoccuparti Kay, dirò tutto io a Clara e Josephine". Mi fa l'occhiolino e si dilegua. Siamo di nuovo soli. Jeremy è in camera sua e svolge i compiti, mentre Jurij.... beh non ho idea di dove sia andato. Forse a prendere dei nuovi fumetti, dato che li aveva finiti.
"Cosa ti ha detto la mia amica?" gli chiedo non appena mi attira a sé.
Tenta di soffocare l'ennesima risata.
"Si è solo preoccupata per te.
'Sono davvero felice, congratulazioni. Ma ti avverto, falla soffrire anche tu e ti strappo le palle'. È una buona amica". A quelle parole rido sino a farmi venire le lacrime. Ti adoro El, sei la migliore.
"Adesso puoi concedermi un brandello dei tuoi pensieri moy angel?" sussurra posando il mento sulla mia spalla.
"No" dichiaro sogghignando. "Perché ogni fibra del mio essere deve concentrarsi sui nazionali. Ordini degli allenatori".
Purtroppo il mio proposito di prenderlo in giro va in fumo nel momento in cui i suoi occhi incontrano i miei.
"Gli allenatori non sono qui e i nazionali possono aspettare sino a domani" afferma avvicinandosi sino a far toccare le nostre labbra. E in quel momento, mi rendo conto di una cosa.
Non posso vincere contro di lui. Non ci sono mai riuscita e mai ci riuscirò.








Ali di ghiaccio [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora