Capitolo 13

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Nella foto : Alexis More

Il giorno seguente sono ancora con i pattini ai piedi. I muscoli continuano ad andarmi a fuoco e continueranno sino a domani, giorno in cui ci saranno i regionali. Maledico il giorno in cui ho lasciato che la paura prendesse il sopravvento e ho buttato tutto all'aria. Sono una stupida. I miei genitori tentano in ogni modo di rassicurarmi ma invano. Non sono pronta, è ovvio. Se potessi, ora come ora, sarei nel mio letto al calduccio e invece la mia parte razionale, quella non distrutta, sa che devo andare avanti, altrimenti posso dire addio anche a quest'altra occasione. "Ti arrendi così facilmente pivella?". Ovviamente, Rebecca non può lasciarsi sfuggire l'opportunità di deridermi. Che rabbia!
"No. Se pensi che non lottero' per riprendermi lo scettro, sei più sciocca di quanto credessi". Il sorriso aleggia sulle mie labbra e il buon umore torna a riempirmi le vene non appena lei mi lancia uno sguardo truce. "Non montarti la testa solo perché hai superato una selezione. Sei lontana anni luce da un recupero completo. Sono io la più abile ora". Il mio sorriso si fa più ampio. "Se è così, perché lo ripeti sempre? Paura forse?". Capendo che sta per scoppiare il finimondo, mamma si mette in mezzo. "Basta! Se avete tempo da perdere con l'allenamento non vi dispiacera' se vi tengo qui finché non avrete più la forza di camminare, giusto?". So per esperienza che potrebbe farlo sul serio, perciò non fiato e riprendo ad allenarmi. Ahia, mi ci vorrà un altro bagno. "Rebecca!" tuona una voce infuriata. "Cosa fai qui?! Con loro per di più". Ora capirete da chi ha preso quella ragazza. La voce che ha appena trapanato i timpani di tutti è quella di una donna. Più precisamente, è la voce della madre di Rebecca, stessi occhi, stessi capelli e stesso carattere. Alexis More è anche la donna più vanesia, frivola e manipolatrice che io abbia mai avuto il dispiacere di conoscere. Non mi stupisce che Cedrick l'abbia scaricata. È uno dei tanti motivi per cui detesta la mamma. Ci ha persino provato con mio padre, e lui le ha rifilato un bel due picche. Doppia umiliazione, non ha potuto sopportarlo. E poi ci sono io. L'unico ostacolo per la carriera luminosa della figlia e che le dia finalmente la possibilità di primeggiare almeno una volta su mia madre. Tra l'altro le ricordo la donna che odia. Cosa posso desiderare di più?
"Mamma. Mi stavo allenando. Tutto qui" risponde lei con voce flebile. Ma che cavolo...? Rebecca non abbassa mai il capo e non appare mai come una bambina pentita che è stata beccata con le mani nella marmellata. "Tutto qui?! Ti avevo detto di stare lontana da loro! Hanno un'influenza negativa su di te. I vincenti devono stare con i vincenti e i perdenti devono stare con i perdenti" commenta con aria superiore. Una risata sprezzante invade la sala. "Non sei cambiata affatto vedo". Mia madre ricambia quello sguardo con sufficienza, sembra quasi annoiata. Alexis scrolla le spalle e accenna un sorriso civettuolo verso papà. "Jonathan caro. Che immenso piacere rivederti". Io e Jeremy ci apriamo in sorriso compiaciuto quando nostro padre la gela con gli occhi e risponde "La cosa non è reciproca". Lo ammetto, è abile a nascondere la delusione. Il luccichio di rabbia però è ben visibile. Beccati questo, stronza. Sfortunatamente, si riprende subito e scocca un perfido sorriso in direzione di mia madre.
"Stavo pensando Francis..... è da un bel po' che non pattini. Quanti anni sono passati da 'quell'incidente'? 14 anni? Noto con piacere che il piccolo Jeremy è in buona salute. Peccato che tu abbia rinunciato a quella gara". Io resto basita. Di cosa cavolo sta parlando questa megera? Quale incidente? Jeremy che sta bene?
Sto per porre tutte queste domande, quando mi accorgo che mia madre sta stringendo i pugni lungo i fianchi e sta tremando. "Si, 14 esatti". Non aggiunge altro. Le da le spalle. Papà le si avvicina. "Frenny" sussurra e le stringe la mano. Mamma ricambia la stretta. Fa un respiro profondo e guarda me, Rebecca e J. Io e mio fratello siamo stralunati, mentre Rebecca è perplessa e dispiaciuta. "Tornate ad allenarvi. Mancano poche ore ai regionali" dice dopo qualche istante. Rebecca esegue subito ma io non mi muovo. "Cosa significa?" chiedo con voce tremula. Ho un brutto presentimento a riguardo. Mio padre mima con le labbra "Te lo spiego dopo". Assottiglio lo sguardo ma annuisco e svuoto la mente.
Gli allenamenti vanno avanti sino a sera. Sono morta. Mi dirigo in bagno e ripeto il procedimento, però stavolta senza ghiaccio. Non riesco a non pensare alle parole della madre di Rebecca. Che confusione.
Resto a mollo per mezz'ora sforzandomi di ricordare con precisione i passi della coreografia. Stavolta non potrò variare molto, non sempre uscire fuori dagli schemi è un bene perché tendi ad esagerare e più che mettere in risalto la tua abilità appari come un'esibizionista. I giudici valutano anche la tecnica e la precisione, non solo la difficoltà del salto. Tra l'altro la pattinatrice o il pattinatore deve esibirsi a tempo di musica, anche quello è importante. Sopra ogni altra cosa però, sono le emozioni che devono fare da padrone. Se il tuo cuore è in tumulto, è logico che sbagli perché non riesci a concentrarti. Se lasci che i pensieri negativi prendano il sopravvento, puoi anche dire addio alle competizioni. Tanto vale che ti ritiri subito. Tre anni fa mi sono fatta male perché ho perso la concentrazione. Se non mi fossi distratta non sarei finita contro lo Zamboni ai margini della pista (mio padre ha denunciato i proprietari. Normalmente lo Zamboni non dovrebbe stare in pista quando qualcuno si sta esibendo, viceversa, le persone non dovrebbero pattinare quando c'è lo Zamboni. Io l'avevo già fatto altre volte, quindi pensavo che non ci sarebbero stati problemi. Quanto mi sbagliavo!) e non avrei messo male la gamba. Purtroppo non si può cancellare il passato, nella vita bisogna andare avanti.
Esco dalla vasca e mi asciugo veloce i capelli e il corpo. Quando scendo in salotto, trovo i miei genitori abbracciati. Li fisso imbambolata. Oh se solo potessero fare pace.....
"Kay". Jeremy mi nota e io prendo posto accanto a lui sul divano riemergendo dal mio sogno a occhi aperti. Mamma ha le lacrime agli occhi e papà le accarezza dolcemente la schiena per calmarla. " Mamma". Le sfioro una mano. "Ti prego dicci di cosa stava parlando Alexis stamattina". Lei tira su col naso, prende dei respiri profondi e continuando a tenere la mano di nostro padre, comincia a raccontare. "Nessuno a parte vostro padre, Lucas e altri due amici è a conoscenza di ciò. Non so come abbia fatto lei a scoprirlo. È iniziato tutto quando Jeremy aveva due anni". Ha lo sguardo fisso sul pavimento e il tono con cui lo dice fa aumentare la brutta sensazione insieme ai miei battiti cardiaci. Ancora non potevo saperlo, ma quello che ci avrebbe detto mi avrebbe portata a rivalutare molte cose su di lei e soprattutto mi avrebbe resa più protettiva e conciliante nei confronti di mio fratello.

Ali di ghiaccio [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora