I miei pattini lasciano dei segni sul ghiaccio al loro passaggio. Le istruzioni di mio padre sono una leggera carezza nelle orecchie e tutto intorno a me si fa sempre meno nitido. Il laghetto della mia infanzia viene sostituito da una vera pista di pattinaggio, con le persone che applaudono e mi incitano a dare il massimo. Ho bisogno di quelle emozioni travolgenti.
È da una settimana che uso ininterrottamente lo stesso metodo, mi estranio dal mondo ed esisto solo io. A volte mi alleno anche senza i miei genitori ma non esagero mai. So bene che un fisico messo eccessivamente sotto stress può essere un ostacolo: cede ancor prima che tu te ne renda conto, e durante una gara non te lo puoi permettere. Devi finire l'esibizione costi quel che costi, non importa quante volte sbagli. Devi sempre finire quello che hai iniziato, questo è uno dei tanti e preziosi consigli della mia adorata mamma.
Da quel giorno gli sguardi tra lei e papà sono tesi, carichi di rimpianti e cose non dette. Con me e Jeremy fingono che tutto vada bene, ma noi sappiamo che si tratta di una bugia. Mi fa male vedere come continuano a ferirsi anche dopo tutto questo tempo. Mia madre sembra decisa a voler sposare Cedrick, non so più dirvi se per amore o per paura, e mio padre è sempre più provato.
Oh mamma, perché? Perché non vuoi affrontare la realtà? Perché scappi?
Non sei stata proprio tu ad insegnarmi a non fuggire davanti alle situazioni che mi mettono con le spalle al muro? Cos'è che ti impedisce di dirgli quelle due semplici parole che lui aspetta da ben tre anni ormai?
"Abbiamo finito per oggi" annuncia il mio papà, ignaro di quali pensieri mi affollano la testa. "Migliori giorno dopo giorno bambina mia".
Sorrido nel sentire quell'appellativo.
"Non sono più una bambina".
"Per me sarai sempre la mia bambina. La stessa piccola birbante che era corsa fuori al freddo con il pigiama per giocare con la neve, anche se io e Francis te lo avevamo proibito. Ti eri presa un bel febbrone" dice con un sorriso divertito nel ricordare la mia testardaggine.
"Mmm... non lo ricordo".
"Ne hai combinate tante, e poi eri troppo piccola. Mi ricordo anche di quella volta in cui Jurij ti aveva convinto che gli uccellini del negozio animali volevano giocare con voi ma che non potevano farlo poiché erano in gabbia. Allora tu hai aperto tutte le gabbie del negozio e gli uccelli hanno preso a svolazzare da una parte all'altra, il proprietario stava dando di matto per riprenderli.
Ovviamente ti mettemmo in punizione, ma a te non importava. Uno dei canarini si era persino posato sulla tua spalla, quasi in segno di riconoscenza. E tu sembravi molto fiera di te stessa". Scoppio a ridere mentre quelle immagini innocenti prendono vita nella mia testa.
"Questo lo ricordo. Rimase sulla mia spalla sinché il proprietario non provò a rimetterlo dentro la gabbia, poi volò via".
"Nonostante quell'episodio ci avesse procurato dei grattacapi, io e tua madre non siamo riusciti a rimanere adirati con te troppo a lungo. Grazie alla tua spensieratezza avevamo sempre e comunque dei sorrisi sulle nostre labbra".
Sospiro. "È da giorni che non assiste agli allenamenti. Le cose per Cedrick stanno andando tanto male?".
"Da quello che mi ha detto, Cedrick ha denunciato Alexis e tra pochi giorni andranno in tribunale. Con la testimonianza di Rebecca otterrà l'affidamento esclusivo di entrambe le ragazze. Non preoccuparti, verrà alla tua gara" mi rassicura amorevole.
"Alan non mi ha più cercata per dirmi come stanno procedendo gli eventi. Sono preoccupata per Rebecca".
"Starà bene, una volta libera dalle grinfie di sua madre certo. Solo allora potrà rincominciare. Sono sicuro che Cedrick e Alan le staranno vicini e le daranno una mano. Dopotutto è quello che faremmo io ed Igor se fossimo al loro posto".
Alle sue parole arrossisco. "Lo so".
"Per questo sei il papà migliore del mondo" aggiungo per non farglielo notare. Ma lui se ne accorge lo stesso.
"Sei felice con lui?".
Sospiro un'altra volta. Uffa. "Si" ammetto sincera. "Mi da tutto ciò che potrei desiderare. Perché me lo chiedi?".
"Quando stavi con Alan non sono stato abbastanza attento, non voglio commettere due volte lo stesso errore. Meriti di essere felice Kayley".
Oh papà...
D'istinto lo abbraccio. "Grazie. Ma ricordati che Igor non è Alan e io non ero davvero innamorata di lui. Stavolta invece si. Non hai nulla da temere, sono davvero felice".
Si stacca da me e sorride. "E io sono felice di sentirlo. Vogliamo andare?".
Annuisco e mi fermo un attimo a guardare il cielo. È il tramonto, la fine della giornata.
Tutto si sistemerà, prima o poi.
Voglio credere che sia così.Una volta a casa la mamma ci accoglie con un buon profumino di curry.
E Sabina ha cucinato dei deliziosi biscotti con gocce di cioccolato per dessert. Pancia mia fatti a capanna!
Trovo Anton e Jeremy intenti ad apparecchiare, lui ci saluta con un breve cenno mentre Jeremy con un enorme sorriso. Mi viene da ridere vedendoli vicini. Le loro espressioni sono opposte.
La porta sbatte all'improvviso con un colpo secco. "Jurij sei incredibile, e non è un complimento!". È la voce di Igor. Oggi Jurij lo ha costretto ad accettare di passare l'intero pomeriggio insieme a lui. Si sentiva trascurato, da quando sono arrivati qui in Canada non sono mai riusciti ad avere del tempo tra 'soli uomini'. Sono andati alla sala giochi e hanno passato ore a giocare, ricevevo la telecronaca ad ogni pausa che mi veniva concessa.
"Cos'è successo?" chiedo andandogli incontro. È evidente che è arrabbiato, a quanto il biondo ne ha combinata un'altra delle sue. E io che pensavo fosse cresciuto...
"Ha vinto a biliardo!" esclama con uno sbuffo. Ho capito bene?
"E questo è un male?" domando cercando di non ridere e seguendoli in salotto.
"Per lui si, dato che ha perso tre partite su cinque" lo sbeffeggia l'amico.
"È un male perché hai barato. Ti ho visto spostare la palla". Igor lo guarda in modo truce. Oh oh...
"Jurij..." gemo allora. Non mi risulta troppo difficile credergli.
"Non è vero. Se ti può consolare la mia è stata pura fortuna" si difende in automatico. So che è esagerato prendersela per un gioco, ma non è la prima volta che capita. Lui la chiama 'massima efficienza con il minimo sforzo'.
"Si come no". Abbiamo parlato insieme. Anche in questo caso non è la prima volta.
"Ragazzi! È pronto!" grida Sabina.
In quel momento il mio telefono squilla. "Alan?" rispondo stupita.
Perché mi cerca a quest'ora?
"Kayley scusa se disturbo ma ho bisogno del tuo aiuto. Rebecca a deciso di ritirarsi dai nazionali".
STAI LEGGENDO
Ali di ghiaccio [IN REVISIONE]
RomanceKayley Masons,16 anni, è una giovane pattinatrice di grande talento destinata ai campionati mondiali, ma la sua luminosa ascesa viene bruscamente interrotta da un incidente alla gamba che la tiene bloccata per un anno, escludendola automaticamente d...