Capitolo 27

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Lo osservo rilasciare il respiro che aveva trattenuto inconsciamente. Un sorriso spontaneo e sincero gli fa stendere le labbra e io non posso fare a meno di ricambiarlo.
Sussurra il mio nome con dolcezza e avvicina la sua fronte alla mia, accarezzandomi una guancia.
"Non avrei mai pensato di poter davvero toccare il cielo con un dito. Grazie moy angel". Sorrido e premo la sua mano contro il viso.
"E io non avrei mai pensato di potermi confessare a te un giorno. Mi sembra di essere in uno di quei sogni ad occhi aperti tipici dei bambini".
"Eppure siamo qui. Tutto questo è reale. Sento il tuo calore, il tuo profumo, il tuo respiro. E ti vedo".
Gli devo dare ragione. Anche io lo sento e lo vedo. È più vicino di quanto lo sia mai stato. Ho come l'impressione che il mio cuore batta così forte perché vuole andare da lui.
Igor mi attira a sé e appoggia le labbra contro la mia tempia, per poi scendere verso il collo. Un brivido mi percorre la schiena e affondo il volto nel suo petto. Non ho più il coraggio di guardarlo, l'ho esaurito nel momento in cui mi sono confessata.
"Posso baciarti?" mi chiede esitante. Ha paura che dica di no? Mi viene da ridere nonostante l'imbarazzo, non lo facevo così insicuro.
Annuisco staccandomi appena. Oh mio Dio! Mi tremano le mani e sto per avere una tachicardia. Vedo il suo bel viso a me tanto caro avvicinarsi, e istintivamente chiudo gli occhi. Quando finalmente mi bacia non sento più il terreno sotto ai piedi. Il tempo sembra fermarsi e porto le braccia attorno al suo collo, le dita tra i capelli morbidi. Vorrei restare così per sempre. Solo noi due.
Ci stacchiamo per riprendere fiato e restiamo in silenzio per un pò. Ad un tratto Igor dice una cosa che mi lascia attonita. "Aspetta che lo sappia mia madre. Ci ha sempre sperato. Pensa che quando tu avevi otto anni e io dodici ci vedeva già sposati". Sta parlando della stessa Sabina che conosco io? Sul serio? Sbatto le palpebre allucinata e il suo petto viene scosso da una risata. Amo la sua risata, è familiare e rassicurante, calda e piacevole come un raggio di sole. "È assurdo, lo so" dice dando voce ai miei pensieri. "Ma se ci fai caso, nessuno nelle nostre famiglie è normale". Vero.
"La vita sarebbe noiosa altrimenti. E inoltre, credo che non sia necessario dirglielo. Lo sa già. Così come tuo padre, mio padre, mia madre e Jurij. Molto probabilmente anche Jeremy è compreso nella lista. È più intelligente di quanto non sembri".
"Dici? Spero che abbiano la decenza di continuare a comportarsi da adulti se ci vedono tornare mano nella mano... Cosa che non faremo per essere sicuri" preciso.
"Ovviamente. Altrimenti tuo padre mi ucciderà. Mi aspetto il quarto grado su come dovrò trattarti, a meno che non voglia finire crocifisso". Sorrido allegra. Per quanto pensare a mio padre che lo insegue per tutto il Canada con dei chiodi e un martello in mano sia divertente, mi sentirei troppo sola senza di lui. "Se sai cosa succederà allora vedi di trattarmi con il rispetto dovuto a una principessa".
Alle mie parole sorride e si inginocchia di fronte a me. "Vashe zhelaniye nasha komanda*". Mi bacia il dorso della mano e io scoppio a ridere. "Perfetto direi. Ti sei già calato nella parte, bravo". Ne approfitta per darmi un altro bacio. "Farò tutto il possibile per farti mantenere il tuo meraviglioso sorriso, ma se starai male ti do il permesso di prendermi a calci in culo e sarò sempre sincero, non devono esserci segreti tra di noi. Un rapporto è destinato a finire se si basa su delle bugie. Vorrei che ti appoggiassi a me più spesso d'ora in poi se sarai in difficoltà, cosa che io farò con te. Va bene?".
"In pratica non cambierà molto dal rapporto che avevamo prima, mi piace" dichiaro soddisfatta.
"Non esattamente. Il giorno del tuo incidente ti sei rifiutata di parlarmi. Me la sono presa parecchio. Avrei voluto strozzarti" mi rivela con un sorriso triste. Abbasso la testa e guardo il terreno ghiacciato. So che è stato davvero in pena per me.
"Mi dispiace. Non volevo sentire la tua voce in quel momento, altrimenti sarei crollata. Volevo essere la ragazza forte che avevi sempre conosciuto".
"Ognuno di noi ha i propri momenti di debolezza. Non bisogna vergognarsene. L'importante è rialzarsi. Comunque, il passato è passato, non pensiamoci più. Però, ti prego, non rifarlo". Tutto quello che riesco a fare è annuire. "Te lo prometto". Ma non posso fare affidamento solo su di lui, devo contare anche su me stessa. Come facevo quando lui è dovuto partire per Mosca. Gli prendo il volto tra le mani e poso appena le mie labbra sulle sue. Il suo sguardo si addolcisce.
"Mi hai stregato". Ridacchio.
"Altro che Cenerentola, io sono la matrigna con la bacchetta magica rubata alla Fata Madrina. E stavolta il principe non può liberarsi dall'incantesimo".
"Proprio vero. Hai mai pensato che potresti essere la matrigna di Biancaneve? Oppure Biancaneve stessa. Potrei fare lo specchio" propone. Rido ancora più forte.
"Nah. Faccio schifo nel canto, gli animali scappano quando mi sentono intonare le note. Il ruolo di matrigna mi si addice. Non sono una stronza e non muoio alla fine della favola ma una rivincita sulla bionda di turno me la prendo. Iniziamo: "Specchio, specchio delle mie brame. Chi è la più bella del reame?" inizio a recitare sforzandomi di non riprendere a ridere.
"Signora, voi siete la più bella di tutte!" risponde modificando la voce. Sorridiamo come due scemi.
"Ma Biancaneve è mille volte più bella" conclude mentre il suo sorriso si allarga. Mi sta provocando.
"Ah sì? Qualche testa rotolerà per questo! Tagliategli la testa!" sbotto fintamente irata.
"Ehi ci tengo alla mia testa. Rifletti, se me la tagliassi non potresti più ammirare la mia bellezza e io non potrei ammirare la tua. Sei bellissima". Sto per morire.
"Grazie. Ma che altro?" chiedo innocentemente.
"Che altro?!" ripete. Ha già capito cosa sto per dire.
"È solo la bellezza che conta, per te?".
"Ok ora basta. È stato divertente". Scuoto la testa. "Devo sapere se mi ami per quella che sono" proseguo testarda. Igor sorride e mi scompiglia amorevolmente i capelli.
"Sai già la risposta. Non sarei qui altrimenti". Ricambio il sorriso e lui mi bacia ancora una volta prima che possa dire altro.
"E per provartelo, voglio darti questo". Prende il suo anello da sotto il giubbotto e me lo mette al dito. Mi si ferma il cuore. Oh cavolo, vuole davvero vedermi morire. Prendo il mio e ripeto il gesto con le guance in fiamme. "Ora niente e nessuno può separarci" balbetto al limite.
"Si è fatto tardi. Torniamo a casa?". I suoi occhi brillano. È emozionato e felice, esattamente come me.
"Si".
Mi guida verso la macchina e, una volta dentro, continuiamo a tenerci per mano senza dire una parola. Non ce n'è bisogno. Il calore che esse emanano parla da sé. Questo è un nuovo inizio.

Nota autrice:
* Ogni tuo desiderio è un ordine.

Ali di ghiaccio [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora