Da quando Alexis se n'è andata l'atmosfera si è alleggerita parecchio, soprattutto grazie alla bravata di Jeremy.
Ovviamente nostra madre ha dato di matto e nostro padre è riuscito, in qualche modo a me sconosciuto, a farla calmare.
"Non ho mai riso così tanto in vita mia". Igor sorride e mi attira a sé.
"Tuo fratello è un mini genio del male. Mi ricorda qualcuno".
"A furia di stare sotto lo stesso tetto ci si contagia" rispondo con un sorrisetto.
"Allora dovrò tornare a Mosca il prima possibile, ci tengo alla mia reputazione da bravo ragazzo".
Le sue parole sono leggere, senza importanza quasi. Eppure sento un peso nel cuore dopo che le ha pronunciate. Distolgo lo sguardo da lui e lo tengo fisso su Jurij che sta parlando al telefono. Sta usando la sua lingua madre.
"Devo essere geloso del mio migliore amico? Ti sei incantata".
Mi scappa un risolino e gli pizzico il braccio. Scemo.
"Stavo pensando".
"A ciò che è appena successo?".
"No. A te che torni in Russia, finora non lo avevo neanche preso in considerazione".
Lo vedo aggrottare le sopracciglia, così continuo a spiegare cosa mi preoccupa.
"Prima o poi dovrai tornare a casa tua. A quel punto cosa faremo? Riusciremo a stare insieme nonostante la distanza? Si finisce quasi sempre per lasciarsi".
Un lampo di comprensione attraversa i suoi occhi e mi stringe ancora di più a sé. "Quello che dici ha un senso e non ti dirò di non preoccuparti, perché potrebbe succedere. Però posso prometterti che farò tutto ciò che posso per far sì che non accada. Troveremo una soluzione. Per il momento suggerisco di non pensarci e goderci ogni singolo momento, sei d'accordo?".
Annuisco e mi mordo il labbro. Adesso lui è qui con me ed è l'unica cosa che conta. "Ti amo" sussurra baciandomi i capelli. In risposta, gli accarezzo una guancia e appoggio la testa sulla sua spalla. "Anch'io".
Il mio cellulare decide che quello è il momento perfetto per suonare. E so già chi mi sta chiamando...
"Pronto?".
"Allora? Com'è andata? Sto venendo a casa tua insieme a Lara e Jos, spero di non disturbare. Cosa ha detto la strega? Lei e tua madre si sono accapigliate? Hai sentito Rebecca? Mi aveva detto che ti avrebbe chiamata. Oh! Dimenticavo... sai dov'è il mio Amore? Non riesco a raggiungerlo, l'ho chiamato quaranta volte".
Alzo gli occhi al cielo e rido, quando Ella dice una cosa bisogna prenderla in parola.
"Rebecca non mi ha chiamata e Jurij è davanti a me impegnato in una telefonata. Avverto i miei che avremo compagnia.
Per il resto... vi racconterò quando arriverete, ci sarà un bel po' di cui parlare".
"Va bene, a tra poco allora".
Interrompo la chiamata con un sospiro, spero che questa sia l'ultima volta che il nome di Alexis Moore esce dalla mia bocca.
"Era Ella?". La voce del mio amico biondo mi fa voltare di scatto.
"S-si. Sta venendo qui".
"Sicuramente sarà in ansia perché non l'ho richiamata. Mia madre riesce a tenermi ore al telefono anche da lontano".
"I tuoi stanno bene?" chiede Igor prendendo il telecomando e sistemandosi meglio tra i cuscini del divano.
"Sì. Volevano sapere quando saremmo tornati a Mosca. Mi hanno detto di salutarti Kayley, sperano che verrai a trovarci presto. Vorrebbero vedere quanto sei cambiata in questi anni".
"Allora dovrò fare i biglietti a breve...
Se nel frattempo non annunciano dove si terranno i campionati mondiali.".
"Dovrebbero averlo già fatto". Lo vedo smanettare con il cellulare un'ultima volta. "Bingo! Avevo ragione....
Mir svin'ya*, non crederete mai a quello che sto per dirvi. I campionati dei junior si terranno ad Ostrava!".
"Ma è distante! Stiamo parlando della Repubblica Ceca". Quante cavolo di ore di volo dovremo sopportare? Noi viviamo a East York, porca vacca! Per non parlare poi della distanza tra Mosca e Ostrava!
"Cosa succede Kay? Stai bene?". Papà mi stringe leggermente una spalla. Io lo guardo allucinata ancora per qualche secondo e da come tutti mi stanno fissando mi accorgo di aver sbandierato ai quattro venti i miei pensieri. Fantastico...
"I mondiali si terranno a Ostrava quest'anno" spiego più calma, tutto questo casino mi ha fatto sicuramente bruciare qualche neurone. Ok, sono sempre stata leggermente pazza ma non così tanto da dovermi far seguire da uno psicologo. Non fino ad oggi almeno.
"Lo so. Qual'è il problema?".
"Ehm... stavo pensando alla distanza e quante ore resterò bloccata sull'aereo senza potermi muovere. Se poi ci aggiungiamo il fatto che vorrei visitare Mosca viene da chiedersi perché ho scelto di essere una pattinatrice".
Sento i due disgraziati ridere alle mie spalle, devo pensare a un modo per fargli passare la voglia di ridere di me. Potrei iniziare evitando di fare certe figuracce.
"Bambina mia..." inizia mio padre ma io lo blocco.
"Lo so, sto esagerando! Credo che i miei nervi abbiano bisogno di una buona dormita. Non sono lucida".
Mia madre mi guarda compassionevole e si propone di preparare del tè per tutti.
"Fanne tre in più, stanno arrivando Ella, Josephine e Clara" la avverto.
In quel momento il campanello si mette a suonare. Parli del diavolo e spuntano i suoi capelli rossi!
Non appena si accomodano le metto al corrente anche dei particolari più insignificanti. A fine racconto, Ella si precipita ad abbracciare Jeremy e gli promette una fornitura annuale di merendine. Jos e Lara invece non sanno come reagire a primo impatto, poi vengono improvvisamente assalite dalla ridarella.
"Oh Dio, mi fa male la pancia. Mi sto immaginando la sua faccia mentre corre al bagno e non riesce ad uscirne".
"Clara! Non dovresti ridere delle disgrazie degli altri". Josephine cerca di assumere un'espressione seria e sconvolta, fallendo miseramente.
"Ma se stai ridendo anche tu! Dai, non uccidiamo nessuno". E continuano così ancora per un paio di minuti.
Nel frattempo, mia madre ci porta il tè con una bella fetta di torta. Io me la prendo con calma, se esagero rischio di addormentarmi. Non ci tengo a svegliarmi la mattina e sapere che in camera ci sono arrivata grazie a mio padre o a Igor. Purtroppo non sono più leggera come quando ero piccola e ultimamente credo di aver messo su qualche chilo.
La bevanda mi scalda e rilassa ogni parte di me. Mmm... ci voleva proprio!
"Bene, adesso vi va di guardare un filmato di quando Kayley aveva sei anni?" chiede mio padre agitando una cassetta per aria. Da dove cavolo l'aveva presa?!
"Si!" esclamano i presenti, in contemporanea al mio "No!".
"Dove l'hai trovata?" domanda J.
"In uno degli scatoloni in soffitta. Ce ne sono altre. Credo che questa riprenda una delle sue prime esperienze sui pattini". Il suo sorriso a trentadue denti lo fa sembrare un ricordo tenero e divertente ma già so che sarà umiliante!
Qualcuno scavi una buca così posso seppellire la mia persona e non fare più ritorno! Per favore!Nota autrice:
Eeeeeee ce l'ho fatta!
-1*Mir svin'ya: porco mondo :)
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Ali di ghiaccio [IN REVISIONE]
RomanceKayley Masons,16 anni, è una giovane pattinatrice di grande talento destinata ai campionati mondiali, ma la sua luminosa ascesa viene bruscamente interrotta da un incidente alla gamba che la tiene bloccata per un anno, escludendola automaticamente d...