Capitolo 38

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Scusate per il ritardo. Avevo la testa vuota...

"Non ho i pattini con me" dice tirandosi indietro. "Li ho buttati".
"No che non lo hai fatto, la tua intenzione era quella certo ma, secondo i miei calcoli, non ne hai avuto il tempo" rispondo con un sorriso.
"Come lo sai?".
"Beh... considerando la faccia che avevi quando hai lasciato casa mia e l'espressione che hai ora, direi che non ti sei fermata un attimo. È passata una settimana ma nonostante questo, giustamente, hai avuto ben altro a cui pensare. Sapevamo tutti che Cedrick aveva intenzione di chiedere il vostro affidamento esclusivo e stamattina mio padre mi ha riferito che tu devi testimoniare contro Alexis".
Rebecca si lascia sfuggire un gemito, ce l'ho in pugno.
"Non ho mai detto che lo avrei fatto" ribatte testarda.
"Staremo a vedere".
Infilo i pattini e mi porto al centro del laghetto, domani papà dovrà lisciare il ghiaccio oppure sarà impraticabile.
Aspetto pazientemente che lei mi raggiunga, passano minuti interi prima che si decida a darmela vinta e nel mentre, guardo il mio respiro tramutarsi in tante piccole nuvolette.
"Ok, facciamo questa stupida gara... così posso andare finalmente sotto le coperte".
Sorrido sotto i baffi, è fatta!
Alan le passa i pattini in un lampo e una volta che ce li ha ai piedi mi segue senza fare storie.
Mi esibisco in un semplice Toe-Loop per iniziare,vedo Rebecca alzare gli occhi al cielo e sembra voler dire:
"Qualcuno può spiegarmi come ho fatto a cadere così in basso?".
Vengo colta da un'improvvisa voglia di ridere, sono euforica e mi faccio trascinare dai miei stessi movimenti.
Eseguo un Thoren* e aggiungo in automatico un Salchow alla sequenza. Rebecca invece esegue un doppio Toe-Loop e mi sta alle calcagna.
Adesso si che si ragiona! Questa è la ragazza con cui sono in competizione sin da piccola, determinata e cazzuta come pochi.
Improvvisamente, mi viene un'idea geniale e rallento per trovarmi al suo fianco. Allungo una mano e la obbligo a distendere il braccio, siamo incollate adesso. Dobbiamo lavorare insieme altrimenti cadremo. Più di una volta lei prova a liberarsi dalla mia presa e più di una volta io rischio di perdere l'equilibrio. Grazie alla torsione del busto però, viro verso destra riacquistando stabilità e insieme compiamo un circolo.
Le sorrido radiosa, voglio che si diverta. Voglio che senta pienamente l'aria fredda sul viso, i battiti che scandiscono le emozioni, il respiro mozzato. Dopo un attimo di esitazione ricambia il sorriso, eseguiamo un doppio Axel in sincronia perfetta.
Ci cimentiamo nei diversi salti e il tempo passa velocemente.
Rebecca decide allora di fermarsi e si porta alcune ciocche di capelli dietro le orecchie. Non ha più fiato e io nemmeno, eravamo così prese dalla gara da non accorgerci che ci stavamo stancando come negli allenamenti.
Sono madida di sudore, ho bisogno di una doccia e anche in fretta!
"Sembra che siamo pari" proclama tra una boccata d'aria e l'altra.
"Questo significa che posso fare quello che voglio".
Io sorrido nuovamente e mi passo la lingua sulle labbra.
"Ti sbagli. Ho vinto io".
Lei aggrotta le sopracciglia. "Perché dici questo? Nessuna delle due si è arresa".
"Il mio obbiettivo non era farti arrendere ma farti divertire. Questo sport è prima di tutto divertimento. Non cercare di negarlo, ho visto il tuo sorriso quindi... direi che il mio compito è finito. Nessuno ha mai detto che non puoi fare quello che desideri, se lasciare tutto o continuare dipende solo da te. Ma... se ti posso dare un consiglio, vieni agli allenamenti domani. Il tuo percorso è appena iniziato".
"Ho bisogno di pensare. Domani avrai la mia risposta".
Annuisco ed esco dal laghetto, qualcuno mi afferra la mano per aiutarmi. È Alan.
"Grazie Kayley, sapevo di non sbagliare chiamando te" bisbiglia mentre mi abbraccia. Restiamo poco in questa posizione poi, mi allontano da lui e vado da Igor. Vedendo la mia espressione sorride e allarga le braccia, non esito un istante. Il suo profumo mi avvolge e nascondo il viso nell'incavo del suo collo.
"Molto brava" si complimenta schioccandomi un bacio sulla fronte.
"Grazie mille. È andata meglio di quanto pensassi, sono certa che si unirà a noi domani".
"Lo penso anch'io. A proposito moy angel, mi ha chiamato Jurij prima. Voleva sapere dove fossimo e perché, i tuoi genitori erano in pensiero e...".
"KAYLEY!" ci interrompe una voce familiare. Una furia dai capelli rossi che conosco bene sta correndo nella nostra direzione. Non prende nemmeno fiato mentre parla a macchinetta. "Jurij mi ha detto tutto! Sono venuta non appena mia madre mi ha lasciata andare, ho inventato una balla. Le ho detto che avevi dei problemi e avevi bisogno di me, spero non ti dispiaccia. Sai che ti adora e per te mi spedirebbe anche su Marte.
Allora... è tutto vero? Vuole veramente ritirarsi?".
"Si, voleva farlo ma...". Non mi lascia finire di parlare.
"Non può farlo!" urla così forte da costringermi a coprire le orecchie con il berretto di lana che porto in testa. Che male!
"No, non lo accetto! Se necessario le lego mani e piedi, le applico un cerotto su quella bella boccuccia che si ritrova e ce la porto di peso ai nazionali! Mi deve la rivincita! È da mesi che aspetto questo momento e..." si interrompe all'improvviso e fissa un punto oltre le mie spalle. I suoi occhi si accendono e mi supera per andare a passo di carica verso il motivo di quel trambusto.
"Aspetta Ella! Non..." provo a fermarla ma non mi da minimamente retta, è già partita per la tangente.
Si mette male...
"Aiuto! Dici che dobbiamo chiamare l'ospedale? Non credo che ne usciremo senza che qualcuno si faccia male, Ella sembra pronta a scatenare l'inferno". Manco a dirlo le vedo e le sento gridarsi in faccia insulti e provocazioni, spero non passino alle mani. Alan fa due passi indietro e le lascia fare con un sorriso stampato in faccia, evidentemente non vede alcun pericolo all'orizzonte.
Beato lui.
"Lasciale fare, in realtà Ella era preoccupata per Rebecca".
"Dici? A me sembra tutto fuorché preoccupata".
"Si. In realtà, mi sorprende che Jurij non sia venuto qui con lei".
"Sarà già per strada, la tua amica deve essere stata più veloce" ridacchia divertito.
Mi accorgo che le urla si sono placate così mi giro e vedo Ella con un sorriso pericoloso sulle labbra.
Cos'è successo?
"Kay! Perché non mi hai detto che l'avevi convinta?" chiede minacciosa.
"Non me lo hai chiesto" rispondo semplicemente prima di infilarmi in macchina, soddisfatta.

Note autrice
*Thoren: è un salto da un giro che parte dal filo destro esterno indietro e atterra sul filo sinistro interno indietro. Viene usato nelle sequenze di salti per passare dal piede destro al piede sinistro, il che permette di aggiungere alla sequenza un flip o un salchow.
















Ali di ghiaccio [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora