Capitolo 31

552 22 2
                                    

Durante la riproduzione del film ho riso talmente tanto in alcune scene che mi sorprende non mi abbiano cacciato dalla sala. Le figuracce che hanno fatto fare alla protagonista erano fantastiche. Verso il finale Ella stava già piangendo come una fontana e ho sentito Rebecca tirare su con il naso diverse volte. E confesso che anche io avevo una patina di lacrime che mi avvolgeva gli occhi. Non ho pianto, ma mi si è stretto il cuore. Perché ha scelto comunque di andarsene?
"Allora... commenti?" esordisce Ella per intavolare una conversazione.
"Bello". Io non mi sbilancio e lei rilascia uno sbuffo. Cosa ho detto?
"Devo ammettere che non è stato male. Le corde si sono rivelate inutili alla fine". Quando siamo arrivati al cinema ho scoperto che Alan si era effettivamente portato dietro una fune per fare scena. Anche Josephine si è unita a noi insieme al suo ragazzo, mentre Clara non è potuta venire perché doveva badare alla sorellina di due anni. È una fregatura essere responsabili, per certi versi. Fatevelo dire da un'esperta.
"Bel film, con una buona dose di umorismo. L'ho apprezzato anche se avrei preferito un horror". Igor, come Jurij e Alan volevano convincerci a vedere una proiezione intitolata 'The Boy'. Non sembrava così terribile. La protagonista, Greta, si trasferisce in Inghilterra e lavora come balia per il figlio di una coppia benestante, Brahms, mentre loro sono in vacanza. I suoi genitori le danno delle regole molto rigide, da seguire senza eccezioni. Non appena decide di ignorarle perché viene a sapere che il presunto bambino in realtà è una bambola di porcellana, nella casa succedono dei fatti strani. Io e Rebecca abbiamo accettato, ma Ella e Josephine hanno rifiutato senza che potessimo opporci. La mia amica ha cominciato a dire cose come 'se sei davvero mia amica e ci tieni a me allora fa qualcosa per salvaguardarmi, sai che non posso rischiare un attacco né posso avere incubi se voglio allenarmi'. L'altra invece ha preso a tremare come una foglia aggrappandosi al braccio del fidanzato. Non ci hanno lasciato molta scelta. Non avevo alcuna voglia di avere due persone sulla coscienza.
"Si, carino" dichiara Rebecca dopo un pò. Ho notato che non ha fatto commenti pungenti o lanciato insulti gratuiti su come ci siamo vestite. Primo progresso.
Fuori dall'edificio, come previsto, fa un freddo cane e io mi maledico per aver preso dall'armadio, senza guardare, quel giubbotto di pelle striminzito. I brividi mi assalgono e muovo le mani lungo le braccia per tentare di ricevere calore, inutilmente. Tutt'un tratto sento qualcosa posarsi sulle mie spalle. È una giacca, e la persona che me la sta prestando è Igor.
"Spasibo*" sussurro dandogli un bacio sulla guancia.
"Ma non hai freddo adesso?".
"Sto bene. Sono più resistente della roccia". Sorride e mi fa l'occhiolino.
"Come vuoi. Non lamentarti se ti viene la febbre però".
"Se mi verrà la febbre sarai tu ad occuparti di me. Quindi... non mi lamenterò" annuncia con voce angelica.
Ah sì? Una risata scaturisce spontanea dalla mia gola.
"E cosa ti fa pensare che lo farò?".
Il suo sorriso cresce sino ad arrivargli alle orecchie, come se sapesse esattamente quello che succederebbe in quel caso caso.
Posa le mani sui miei fianchi e il mio corpo si ritrova incollato al suo. Il cuore riprende vita e il sangue affluisce sino alle guancie. Accorcia la distanza tra le nostre labbra e si ferma poco prima che si tocchino. Istintivamente, chiudo gli occhi e sospiro. Lo sento ridacchiare.
"Perché mi ami e non riesci a resistermi" sussurra suadente. Mi lascio scappare un gemito afflitto. Ha ragione e non posso negarlo. Non avrebbe senso. Quando nascondo il sorriso sulla sua spalla, un fischio nella nostra direzione ci costringe ad allontanarci.
"Ehi voi due! Avrete tutto il tempo per flirtare e sbaciucchiarvi quando tornerete a casa. Per il momento... separatevi! È un ordine" ringhia Ella prendendomi per un braccio e trascinandomi in avanti. Dal tono sembra arrabbiata ma non lo è davvero. Alle mie spalle sento Jurij ridere di gusto e questo non fa altro che confermare la mia ipotesi. Si divertono a prenderci in giro. Come tutti quelli che ci circondano ultimamente. Persino Josephine, che è sempre stata la più riservata del nostro gruppo, non ci risparmia.
"Va bene ragazzi, ora basta. Perché non rivolgete la vostra attenzione su qualcos'altro? Ad esempio... cosa sta succedendo tra te e Ella, moy drug*?" propone Igor per distogliere l'attenzione da noi. Funziona. La mia amica assume lo stesso colore dei suoi capelli e Jurij impreca in russo contro il mio ragazzo. Non posso fare a meno di ridacchiare. Ora posso divertirmi anch'io, almeno un pochino.
"Non credo interessi a nessuno questa storia" borbotta Ella.
"A me interessa" interviene Rebecca, Alan alza la mano e sorride. Anche lui vuole saperlo.
"Ovvio. Così puoi sputare ancora del veleno?".
Lei sorride. "Vedo che stai imparando a conoscermi. Tormentarti è la mia ragione di vita, dovresti saperlo" le fa l'occhiolino. Stasera è simpatica e rilassata. Mi piace molto di più questa Rebecca dell'altra. Anche Ella sembra pensarlo, poiché sorride. Subito dopo torna a fulminarla, per non tradirsi.
Alan mi guarda. "Grazie" mima in silenzio. "Non c'è di che" rispondo.
Continuiamo a parlare e divertirci sino a tardi. Non ci siamo resi conto che il tempo è volato. È stato elettrizzante passare dei bei momenti con gli amici. Voglio rifarlo, è il mio ultimo pensiero prima di addormentarmi.

L'indomani gli allenamenti vanno lisci come l'olio. Almeno per me. Adesso è Rebecca ad avere dei problemi. Fa errori banali, come quelli che facevo io ieri. È arrivata persino in ritardo. A cosa sta pensando?
"Rebecca, concentrati" la rimbecca mia madre. "Cosa avete tutti in questi giorni? Prima Kayley e adesso tu. Hai preso l'influenza?". Premurosa, le controlla la temperatura. Ormai la considera una figlia, la tratta come tale. Non sono gelosa, sembra stare davvero male. Sta tremando.
Con la coda dell'occhio vedo Alan alzarsi da quello che ormai è diventato il suo posto fisso.
I suoi occhi neri guardano la ragazza preoccupati e pensierosi. Probabilmente sta cercando di capire la causa del suo malessere.
"Scusatemi... io..." la sua voce si spezza. "Scusatemi" esclama prima di dirigersi verso l'uscita, togliendosi i pattini in maniera affrettata. Ho avuto l'impressione di vedere una lacrima.
"Rebecca!".

Nota dell'autrice:
Scusate il ritardo, ho avuto un abbiocco spaventoso. Non so spiegarvi la ragione.
Ora... le traduzioni:
*Spasibo significa 'grazie'
*Moy drug significa 'amico mio'

Ali di ghiaccio [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora