Capitolo 15

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La gara è entrata velocemente nel vivo. Ci sono talmente tante pattinatrici e pattinatori che riesco a malapena a contarli. Sono tutti ad un livello alto, proprio come mi aspettavo. Sorrido. L'ansia che provavo da ragazzina è andata a rintanarsi in un angolo remoto del mio cuore. Sono felice e eccitata. Non riesco a stare ferma.
"Porca miseria. Non sarà facile". La mie amiche sono impressionate. Per me tre anni fa questo era una routine.
Scrollo le spalle. "Andrà bene".
"Si, andrà bene. Il telecronista però fa salire l'ansia, cavolo! Non può stare zitto invece di riempire di lodi già preparate i partecipanti? Che nervi! Non lo sopporto!". Ella sta per avere una crisi. Pochi istanti prima appariva il ritratto della tranquillità, mentre ora è divorata dalla preoccupazione. È fatta così. Lo posso vedere e sentire molto bene. Ho sottolineato che lo posso sentire non solo perché ha parlato alla velocità del suono ma anche perché si sta limando le unghie sul mio braccio.
"Comunque non c'è niente da temere. Kayley ce la farà. Non può non farcela, è la migliore. I giudici lo capiranno. Giusto?". Vuole una conferma e si rivolge sia a me che a Jos e Clara. Loro la fissano stranite e io scoppio a ridere. Non cambierà mai.
"Respira El. Che fine ha fatto tutta la tranquillità di prima?" le chiedo avvolgendole le spalle con il braccio che ho appena liberato dalle sue grinfie.
"Non ti fidi di me?".
"Certo che si" ribatte all'istante. "Ma non riesco a non pensare al fatto che sono stata io a chiederti di prendere il mio posto quel giorno. Magari in un'altra circostanza avresti potuto allenarti di più. Mi sento uno schifo". Non riesco a credere alle mie orecchie. "Ella, dimmi che stai scherzando. Non è colpa tua se ho smesso di pattinare e poi non sei tu che hai deciso di cadere e farti male. Non voglio mai più sentirti dire una cosa simile. Hai capito?". Finalmente fa un sorriso e smette di agitarsi. "Sissignora". "Bene. Ora sparite dalla mia vista, devo studiare gli avversari. Su! Circolare". Mi lasciano da sola per andare a prendere i posti migliori e quindi torno ai bordi della pista.
La ragazza che si sta esibendo ora è brava. Non spreca nessun movimento.
"Ed ecco che conclude la gara. Amanda Scott è stata incredibile. Siete d'accordo con me?". Ella ha ragione. È leggermente irritante. Anche se sta solo facendo il suo lavoro.
"Vediamo scendere in pista Kristen Holsen, una delle più grandi promesse giovanili di questo sport". Alt! Fermi tutti! Ha detto Holsen?! Non sarà mica...? No, è impossibile. È solo una coincidenza. Cerco di autoconvincermi prendendo dei respiri profondi, ma vedo una ragazza dai capelli biondi e gli occhi azzurri molto simile a Rebecca. Merda! Ma cos'è? Una congiura?! Non sapevo che avesse una sorella e sinceramente non mi è mai interessato saperlo. Mi lascio sfuggire un gemito afflitto. Perché a me?
L'esibizione ha inizio. Non ho neanche il tempo di lasciarmi sopraffare dallo sconforto quindi mi rassegno e la guardo. La musica non è cantata ma la riconosco. Canon in D di Pachelbel. È persino più brava di Rebecca. Io suoi movimenti non hanno nemmeno la più piccola sbavatura e il suo sguardo deciso la dice lunga. Sa di essere ad un livello superiore e non esita a mettersi in mostra per intimidire i pattinatori e le pattinatrici più inesperti. Ho deciso. La odio. È questione di genetica. Ne sono sicura ormai. I miei geni e i loro non andranno mai d'accordo. Si prenderanno a pugni sino alla fine dei nostri giorni.
"Non male, vero?". Sobbalzo. Non ho bisogno di girarmi per capire di chi si tratta. "Mia sorella è sempre stata un gradino sopra di me. E per quanto io mi sforzi non riesco mai a raggiungerla... così come non riesco a raggiungere te. Ti odiavo proprio per questo" dice senza guardarmi. "Perché usi il passato? Non mi odi anche ora?" chiedo con finta noncuranza. Sono stupita. "Non più. Allenarmi con te mi ha fatto capire tante cose. Quel disprezzo era insensato dopotutto. Grazie a tua madre ho potuto aprire gli occhi e lasciarmi alle spalle l'ombra di mia madre e di Kristen. Almeno in parte. Perciò di chiedo scusa per tutto ciò che ti ho fatto". Adesso mi giro per guardarla in faccia e lei mi imita. "In quale pianeta alieno sono finita? Chi sei e che fine hai fatto fare alla mia peggior rivale?". Rebecca scoppia a ridere. "Solo perché ho riconosciuto di aver sbagliato non significa che adesso saremo amiche. Tu non mi piaci". Figuriamoci. La cosa è reciproca tesoro. Vorrei dirlo ma non ce n'è bisogno. So che lo sa. "È per questo che non stai più tormentando me e le mie amiche?". Lei annuisce. "Voglio che mio padre sia felice. Io non lo sarò mai, però desidero che lui rimanga l'uomo allegro e affettuoso di sempre. Non voglio che cambi, e con tua madre sta bene. Dunque se provo a tollerarti, lui e Francis si potranno sposare senza preoccuparsi di noi". Sono senza parole. Vorrei urlarle in faccia che mia madre non si sposerà mai con Cedrick ma ci ripenso. So che prima o poi accadrà anche se non voglio. Decido di cambiare argomento e penso. Per fortuna mi viene in mente una cosa. "Cosa ti ha detto mia madre?". Sono davvero curiosa di sentirlo. Sorride.
"Ci vediamo in pista". Se ne va piantandomi in asso e con la bocca spalancata come una scema. Accidenti. Gli applausi fragorosi mi riportano con i piedi per terra. Kristen ha finito. Ora è il mio turno. Raggiungo la mia famiglia. Mi sorridono. Prendo l'ennesimo respiro, e senza degnare di uno sguardo la ragazza che mi passa accanto scendo sul ghiaccio. "Oh ma guarda chi abbiamo qui! Nessuno se lo aspettava. La più giovane e talentuosa pattinatrice del Canada che sia mai riuscita a sfiorare i mondiali da trent'anni a questa parte. Kayley Masons, signori e signore. La fama dei suoi genitori la precede, anche se sappiamo che non sono mamma e papà a vincere le gare per noi. Concordate? Nonostante ciò, Kayley si è dimostrata all'altezza del suo nome. Dopo il suo ritiro improvviso tre anni fa, nessuno pensava di vederla gareggiare ancora ma, che io sia dannato, è proprio di fronte ai nostri occhi. Quale esibizione ci regalerà per suggellare il suo ritorno? Siamo tutti ansiosi di saperlo".
Sgrano gli occhi. Non mi aspettavo questa presentazione. Poi sorrido. È bello che le persone si ricordino di te. Raggiungo il centro della pista e le danze cominciano. La canzone che ho scelto è totalmente diversa da quella che ho preparato perciò improvvisero'. Stavolta non volevo cambiare ma dopo aver ascoltato cos'è successo alla mamma e a Jeremy non potevo non farlo. Sto rischiando grosso ma ne vale la pena. Le note di 'When you believe' di Mariah Carey e Whitney Houston accompagnano la mia coreografia. La conosco a memoria. La canzone è la stessa che mia madre ha usato durante il suo debutto all'età di 12 anni. Spero che i miei sentimenti ti raggiungano, lo spero con tutto il cuore. Questa canzone parla di sogni che si possono realizzare solo se ci credi con tutto il cuore. Di dolore. Di miracoli. Di speranza. È perfetta. Sto mettendo la mia intera anima nel pezzo. Non sento più il pubblico o la voce del telecronista. Nella mia testa c'è mia madre. I suoi movimenti, che ho visto tante volte nei video. Il suo sorriso. I suoi insegnamenti. Tutto ciò che è mia madre, è racchiuso in me. Quando si dice che i figli sono un riflesso dei genitori non sempre si intende che sono simili, ma che possiedono la stessa capacità di affrontare la vita. Io finalmente lo sto facendo. E questo è solo grazie a lei e a papà. Sono felice che siate voi i miei genitori. Grazie di cuore.
Termino la prova con una trottola ad angelo e rimango immobile per lunghi momenti, interminabili direi. Un baccano assordante mi perfora i timpani e noto con meraviglia che tutte le persone della platea si sono alzate. Mi cimento in un inchino e torno indietro. Quando mi giro vedo i volti dei miei cari. J sta saltando ed esultando come un matto. Mio padre ha un sorriso che gli va da un orecchio all'altro. Potrei giurare che ha persino gli occhi lucidi. Mia madre invece, lei.... sta piangendo e ridendo contemporaneamente.

Ali di ghiaccio [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora