Capitolo 33

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Scusate l'attesa :)

Stranamente sono il ritratto della calma. Dentro di me sono furiosa ma facendola pagare a quella stronza adesso non otterrei nulla, ho capito che se voglio darle una lezione con i fiocchi devo battere Kristen ai nazionali. Rebecca è ancora sconvolta ma nonostante questo ha voluto continuare ad allenarsi. Ha detto che l'avrebbe aiutata a calmare i nervi prima di vuotare il sacco. Non ho avuto niente da obbiettare. Mia madre mi ha lanciato uno sguardo confuso e preoccupato, non so dirvi se per me o per lei. Molto probabilmente per tutte e due. Non dobbiamo avere una bella cera. Dopo quelle scoperte... o mio Dio, stento ancora a crederci.
Mi vengono i brividi se penso a come reagiranno Cedrick e i miei genitori. E Jeremy. Tutti. Nessuno escluso. Per non parlare poi dell'incidente sventato. Nuovi brividi. Freddi. Ho paura di Alexis. Una persona come lei, che è disposta a tutto pur di vincere, non va presa sotto gamba. Come pure sua figlia.
Sarà la più temibile e agguerrita tra tutte le rivali che ho avuto sino ad ora.
Anche mia mamma non avrà vita facile. Dovremo guardarci le spalle perché giocheranno sporco. Lo hanno fatto una volta, è logico che ci riproveranno. Dovremo essere ancora più unite di prima se vogliamo uscirne solo con dei graffi, proprio come durante i mesi successivi al mio infortunio. Una per tutte e tutte per una.
"Kayley, perché hai chiesto a Frenny di chiamare me e Cedrick con tanta urgenza? Sei pallida, sicura di non aver esagerato con le figure?". Papà mi cinge le spalle e mi costringe a sedermi sul divano una volta tornati.
"Scusa se ti ho disturbato mentre eri a lavoro" sussurro talmente piano che non sono sicura mi abbia sentito.
"Nessun problema bambina mia". Oh fidati, il problema ci sarà presto.
Jeremy entra in soggiorno come un ciclone seguito da Sabina e Anton.
"Kay stai bene? Ti sei fatta male?" chiede agitato, squadrandomi da capo a piedi con occhi sgranati.
Nego frettolosamente con un cenno del capo e lui sospira di sollievo.
"La mamma ci ha detto che eri strana, il tuo viso era... che parole ha usato?" borbotta mio fratello aggrottando le sopracciglia nel tentativo di ricordare.
"Ah si, 'una maschera di sofferenza e tristezza'. Ho pensato subito che ti fossi rotta la gamba un'altra volta!".
Trattengo una smorfia e mi sforzo di sorridere. "Non pensavo che nostra madre fosse così tragica". Sospiro.
"Sto bene... più o meno. Non è una ferita fisica. Rebecca deve parlarvi di una cosa importante. Non vi piacerà" li avverto. La ragazza trema al suono del suo nome e sposta lo sguardo sul tavolino davanti a sé, una zona sicura. Vedo Alan stringerle la mano mentre gli altri si voltano e aspettano che lei prenda la parola.
Suo padre arriva in quel momento e non appena lo vede, scoppia in un pianto pieno di dolore e rimorso.
Lui non capisce cosa stia succedendo e guarda mia madre prima di andare a consolare sua figlia.
Igor si siede al mio fianco e bisbiglia nel mio orecchio. "Vuoi spiegarmi...?".
"Adesso saprai tutto. Solo... non arrabbiarti con la persona sbagliata".
Si scosta da me e mi guarda con un'espressione interrogatoria.
Non dico più niente. È il turno di Rebecca. E non si risparmia.
Man mano che il discorso prosegue i volti dei presenti diventano pallidi per l'incredulità e lo sgomento. Cedrick da l'impressione di essere a corto di ossigeno, tant'è vero che disfa il nodo della cravatta e si toglie la giacca, aveva una conferenza di lavoro oggi. Il sudore gli imperla la fronte e non riesce a stare fermo. Mia madre si porta più volte le mani alla bocca in procinto di urlare ma si trattiene sempre. Mio padre invece digrigna i denti e stringe i pugni, vuole fare a pezzi un qualunque oggetto per calmarsi. Non lo avrebbe certamente aiutato a sopprimere la rabbia però... sempre meglio che sfogarsi su un altro essere vivente giusto?
Anton e Sabina se ne sono stati leggermente in disparte, in silenzio. Sono sconvolti anche loro, non c'è niente che possano dire o fare per migliorare le cose. Per quanto riguarda J... beh lui le urla contro, pesta i piedi e piange. Non avrei dovuto coinvolgerlo, è solo un bambino. Per mio fratello il mondo o è bianco o è nero. Non capisce che ci sono diverse sfumature nei colori.
Per fortuna Igor è riuscito a placarlo. Lo ha fatto sedere accanto a lui e gli ha dato dei colpetti sulla schiena. Ciononostante trema ancora.
Quello che mi preoccupa però... è proprio il mio ragazzo. Nei suoi occhi arde l'ira nella sua forma più pura. Nemmeno io riuscirei ad estinguerla ora come ora. Ce l'ha con Rebecca e Alan, di nuovo. Non me la sento di biasimarlo anche se io li ho perdonati.
Eppure ci provo ugualmente.
"Moya lyubov'*" lo chiamo teneramente. "Posmotri v moi glaza*".
Lui lo fa. I suoi occhi azzurri si legano ai miei e mi trafiggono l'anima.
Il mio cuore accellera i battiti ogni singola volta che questo succede.
" È tutto a posto. Prendersela con loro non serve a niente. Quel che è stato è stato. Ti prego". Vedendo il mio sguardo sereno, assottiglia il suo. Altro silenzio, nessuno osa fiatare. Assistono al nostro scambio e basta.
"Non sei arrabbiata?".
"Certo che lo sono. Ma con Alexis".
"Ti devo ricordare che per colpa di Rebecca tu hai smesso di pattinare per tre anni e sei finita in ospedale?!".
"Non l'ho dimenticato ma... lei è una vittima Igor".
"Una vittima? Lei?! Non credo. Avrebbe potuto rifiutarsi e invece..." la sua voce si spezza. È alterato con me. Per come sto reagendo.
"Ognuno affronta le cose in modo diverso. Era sola. So che il suo comportamento non può essere giustificato. Non ti sto chiedendo di accettare il mio pensiero né di perdonare se non sei disposto a farlo, ti sto chiedendo di analizzare i fatti e di metterti nei suoi panni. Puoi provarci?".
Si mette una mano tra i capelli.
"Mi chiedi molto moy angel". Sorrido.
"So anche questo". Mi guarda per un lungo momento e poi annuisce.
"Grazie" sussurro dandogli un bacio.
"Non voglio il perdono di nessuno" interviene Rebecca riportando l'attenzione su di sé. "Tranne quello di mio padre. È l'unico che mi interessa".
Padre e figlia si abbracciano, incuranti della nostra presenza. Piangono entrambi. "Mi dispiace" sussurra Cedrick tra le lacrime.
"Perdonami se non mi sono reso conto prima...".
"Non è colpa tua. Non volevo che te ne accorgessi papà". Passano pochi minuti, poi Cedrick decide di tornare a casa sua insieme a Rebecca. Mia madre promette di chiamarlo più tardi e li accompagna alla porta. Alan va con loro, ma non prima di avermi stretto una mano in segno di ringraziamento. Prima di andarsene però la bella bionda si gira verso i miei genitori con una nuova determinazione negli occhi. E un velo di tristezza.
"Francis, devo dirvi un'ultima cosa".
Di che cosa si tratta? Hai la nostra attenzione, spara.
"Riguarda il vostro divorzio. Tuo marito non ti ha mai tradita. Anche quello era un piano architettato da mia madre".

Nota autrice:
Moya lyubov': amore mio
Posmotri v moi glaza: guardami negli occhi

Ali di ghiaccio [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora