Nella foto: Jurij
Al centro commerciale le ragazze si sbizzarriscono. Come da programma. Dovevamo prendere solo qualcosa da mangiare e invece... chi più ne ha, più ne metta. Scarpe, magliette, maglioni, gonne. I ragazzi sono carichi come muli.
"Che ne dici se sopportiamo il peso della croce insieme?" chiedo avvicinandomi a Igor. Lui sorride e mi passa due buste. Sono le più leggere.
Lo guardo male. "Mi prendi in giro? Riesco a sopportare ben altro".
"Lo so" risponde senza guardarmi.
"Allora perché non mi dai qualcos'altro?". Sorride ancora ma non risponde. Voglio strozzarlo.
"Passiamo oltre. Hai qualcosa di interessante da raccontarmi? Magari che hai trovato la ragazza?" lo stuzzico appena. Sono sinceramente curiosa. "Mmm... fammi pensare. A parte il fatto che ho concluso la scuola con il massimo dei voti e sono diventato campione incontrastato sul ghiaccio in Russia. Nulla. Ah e non c'è nessuna ragazza" conclude accennando un altro sorriso.
"Non mi aspettavo altro da te. Come stanno i tuoi genitori?". "Stanno bene anche loro. Sai, è stata mia madre a dirmi che avevi ripreso a gareggiare. Sono davvero felici per te". Fa un breve pausa. "Tu invece? Cosa mi dici?".
"Mah. Anche io ho concluso la scuola non con il massimo dei voti ma non siamo tutti dei geni, quindi mi devo accontentare. Quando ho smesso di pattinare i miei hanno divorziato e io ho iniziato a lavorare per la zia di Ella in una compagnia di moda. Mia madre sta per risposarsi con il padre della ragazza che ha distrutto la mia carriera e ho fatto pace con il mio ex". I suoi occhi si fanno tristi.
"Mi dispiace che i tuoi non stiano più insieme. Erano una splendida coppia".
"Grazie" dico con un filo di voce. Mi soffermo a osservarlo qualche istante, aspettando che continui a parlare. Ma lui apre e chiude la bocca come un pesce fuor d'acqua, mentre le pupille scattano da me ai nostri amici ogni tre secondi. So che vuole fare una domanda. Sembra indeciso se chiedere o meno. Sorrido.
"Cosa vuoi chiedermi?". Lo pungolo appena toccandogli il braccio con dito. Igor è fatto così. Tutto il contrario di me. Lui pondera bene le parole prima di parlare. Tiene sempre in considerazione i sentimenti di chi lo circonda. È eccezionale. Non potevo desiderare un amico migliore.
"Spiegami questa cosa che ti sei riappacificata con il tuo ex". Oh oh. Il tono che ha usato mi preoccupa. I suoi lineamenti si sono induriti e mi guarda malissimo. Ci impiego un po' a capire il perché e mi metto a ridere.
"Ma che hai capito! Siamo amici e basta". Grazie a Dio mi crede. Vedo la rabbia abbandonare il suo corpo. Sorrido sollevata e lui ricambia.
"Scusa. Non sopporto vederti piangere." Quanto può essere dolce? Gli cingo il collo con entrambe le braccia e gli do un bacetto sulla guancia. "Sai che ti adoro?".
Igor inarca un sopracciglio e si porta una mano sotto il mento. Gli do una sberla. "Ci pensi pure? Non ti parlo più" dichiaro mettendo il broncio.
Lui, in risposta, si ferma e ride.
"Ehi piccioncini! Affrettate il passo altrimenti vi lasciamo indietro". Jurij ci prende in giro pochi metri più avanti. Le mie amiche si lasciano scappare dei risolini che non lasciano spazio a dubbi su quello che stanno pensando. Oh cavolo! Il mio viso assume una tonalità color cremisi. Ci stavamo davvero comportando come una coppia di fidanzati? Guardo il mio amico e noto che è leggermente arrossito anche lui. Che figura.....
"Questa te la faccio pagare, Jurij" lo sento dire sottovoce in russo. Non ho pensato quando l'ho abbracciato. Per me è una cosa assolutamente normale. Però, è anche vero che non siamo più dei bambini. Ci scambiamo uno sguardo e ci mettiamo a ridere in contemporanea.
Rientriamo a casa dopo due ore. Ci siamo divertiti parecchio.
"Kay, ci sentiamo più tardi per decidere a che ora incontrarci" dice Ella salutandomi. Jos e Clara la imitano e ci separiamo.
"Meno male. Non ce la facevo più. Voi ragazze siete pazze. Cosa ve ne fate di tutta quella roba non lo capirò mai" sbuffa Jurij alzando gli occhi al cielo.
"Dobbiamo sempre essere al nostro meglio. Ci piace essere carine e ricevere complimenti".
"Tu non hai preso niente" mi fa notare.
"Non ne avevo bisogno". Liquido la cosa con un gesto della mano.
"Donne. Le creature più complicate del pianeta. Noi non ci facciamo simili seghe mentali" borbotta sottovoce. Guarda che ti sento, idiota.
Finalmente arriviamo a casa mia. Appena entro vedo mia madre con Cedrick e voglio vomitare. Mio padre invece parla con un uomo e una donna. Lei si accorge di noi, sorride. "Sabina! Anton!" esclamo al settimo cielo. "Kayley! Da quanto tempo! Sei cresciuta tantissimo. Ma guardati, sei proprio una bella ragazza". Sabina Sanchez è la madre di Igor e la migliore amica della mamma. Si conoscono da quando sono bambine. Sono un po' come me e Ella. Mi abbraccia calorosamente. Sono davvero felice di rivederla. È fantastica, e non solo come pattinatrice. Ho dei ricordi sfocati del periodo che loro hanno trascorso qui in Canada, ma in compenso rammento perfettamente che mi dava sempre del cioccolato. Non posso non amarla.
"Loro crescono e noi invecchiamo". Anton Vorobiev non sorride quasi mai, tant'è vero che l'ho soprannominato 'l'uomo di ghiaccio'. Sembra non invecchiare ed è di poche parole. È un mito. Perfetto quando vuoi sfogarti insomma.
Abbraccio anche lui, che ricambia impacciato. "Ti trovo bene, bambina".
"Non sei cambiato di una virgola, Anton. Ti fa ancora male la schiena?".
"L'umidità mi ha sempre creato problemi". Lo prendo come un si.
"Dedushka*" affermo con un sorriso. Lui emette una specie di grugnito.
"Congratulazioni per essere passata Kayley. Davvero sublime. Non mi aspettavo niente di meno dalla figlia di Francis" si intromette Sabina con un sorriso a trentadue denti. Anton si limita ad annuire. Solo adesso noto quanto Igor somigli ad entrambi. Da sua madre ha preso i capelli scuri e il carattere. Da suo padre i lineamenti del viso e gli occhi.
"Grazie mille".
Una mano si posa sulla mia spalla. "Congratulazioni". Anche Cedrick si complimenta con me.
"Grazie" ripeto. "Le tue figlie sono passate". Lui annuisce. "Rebecca me l'ha detto".
La conversazione finisce lì e cala un silenzio imbarazzante che non ho alcun intenzione di colmare.
Per fortuna mia madre interviene e spezza l'atmosfera tesa.
"Chi vuole un tè?".Note autrice:
Dedushka significa 'nonnino'.
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Ali di ghiaccio [IN REVISIONE]
RomanceKayley Masons,16 anni, è una giovane pattinatrice di grande talento destinata ai campionati mondiali, ma la sua luminosa ascesa viene bruscamente interrotta da un incidente alla gamba che la tiene bloccata per un anno, escludendola automaticamente d...