Capitolo 39

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Ho gli occhi semichiusi e le braccia abbandonate sull'addome mentre Igor mi accarezza delicatamente il viso. Lui è seduto sul divano e io uso le sue gambe come cuscino.
Nonostante stia provando a non pensare, sono un fascio di nervi. In questo momento mia madre si trova in tribunale con Cedrick e Rebecca. Mi ha riferito che il loro avvocato è molto capace, speriamo sia vero.
Eh sì, sono passati tre giorni da quando abbiamo avuto quel
tête-à-tête e lei ha continuato a venire agli allenamenti per la gioia del padre, che non smetteva di osservarla rapito.
Sospiro e mi tiro su, sono via ormai da più di quattro ore. Non credevo che una causa potesse durare tanto, non ce la faccio ad aspettare... ma se chiamassi adesso probabilmente la mamma non mi risponderebbe.
"Kayley... smettila di camminare avanti e indietro per la stanza. Non risolverai nulla". Igor cerca di rassicurarmi e mi costringe a sedermi, poi mi porge un bicchiere d'acqua.
Lo bevo tutto d'un fiato.
"Lo so... ma non ci riesco" borbotto provando ad alzarmi di nuovo.
Però le sue braccia mi avvolgono i fianchi, impedendomelo.
Mi dà un bacio.
"Respira" sussurra a pochi millimetri dalle mie labbra. "E pensa ad altro".
Sento il mio cuore sfarfallare.
"A cosa dovrei pensare?".
"Qualunque cosa, basta che non siano le parole 'Rebecca', 'tribunale' e 'affidamento' ". Sbuffo sonoramente.
"Li hai appena nominati" dico sarcastica. Lui sorride "Ce li avevi già in testa moy angel. Io non ho colpe".
"Tu non hai mai colpe vero?".
"Già, sono un santo".
Rido, è incredibile! Come ci riesce?
"Mi viene spontaneo fare il buffone. Adoro la tua risata" risponde alla mia domanda inespressa.
Io arrossisco, ovviamente. Non sono ancora abituata ai suoi complimenti sdolcinati, anche se mi fa piacere riceverli. Sono un po' contraddittoria.
"Amo quando arrossisci".
Appunto, sento la faccia andare in fiamme e il cuore balla un tip-tap forsennato. Sorrido come una scema.
"E io amo i tuoi occhi".
Con il cervello annebbiato, mi accorgo in ritardo delle parole che mi sono uscite di bocca. Merda...
Si irrigidisce un istante e sbatte le palpebre sorpreso.
"Ti piacciono i miei occhi moy angel?" chiede con un tono troppo divertito per i miei gusti.
Emetto un verso che è a metà tra l'afflizione e l'imbarazzo e cerco di alzarmi. È un tentativo inutile, la sua forza è superiore alla mia: in un attimo sono sotto di lui. Ma perché deve finire sempre così? Perché la natura ha voluto che l'uomo fosse fisicamente più forte della donna? Non potevamo essere alla pari?
"Allora? Non hai risposto alla mia domanda" mi provoca premendo le labbra sul mio collo. Cado all'indietro e milioni di brividi mi attraversano la schiena, non è giusto. "Sei sleale moy lyubov' " esalo senza fiato. Lo sento ridacchiare, non oso guardarlo perché so che il tempo si fermerebbe se lo facessi, così come le mie pulsazioni.
"Usare i mezzi a propria disposizione per sedurre la persona che si ama non è essere sleali". Mmm...
Voleva distrarmi e ci è riuscito.
Mi bacia le guancie, il naso, le palpebre, le labbra...
Come possono dei gesti così piccoli scatenare in me sensazioni tanto devastanti? Sono pazza di lui.
Sussulto quando sento la sua mano fredda entrare in contatto con la mia pelle accaldata. Disegna dei piccoli cerchi immaginari con la punta delle dita, con l'altra invece accarezza il tessuto dei pantaloni che fasciano le mie gambe. Poi, si stacca leggermente da me e mi solleva il maglione. Lo osservo baciarmi il ventre, baci a stampo delicati ma comunque pieni di amore. Tremo estasiata e mi sfugge un gemito, che però non sfugge alle sue orecchie. Sento il suo sorriso. Bastardo... adesso io...!
Un sospiro leggero come una piuma però, mi fa desistere dai miei propositi di 'vendetta'. Trovo il coraggio di guardarlo negli occhi, al loro interno vi leggo incertezza e desiderio in egual misura.
Igor... mi desidera. Sento il mio petto stringersi in una morsa, dolorosa e piacevole.
Perché si è fermato? Non lo stavo respingendo, tutto il contrario semmai. Aspetta... non sarà...?
Mi ci vuole poco per intuire il motivo e questo mi fa sorridere. Devo ammettere che non ci avevo mai pensato, eppure è una cosa così scontata.
È normale per due innamorati volere qualcosa di più dal proprio partner, sia dal punto di vista emotivo che da quello fisico. Che sciocca!
Avrò quasi vent'anni ma ragiono ancora come una ragazzina. D'altronde, non avrei mai potuto immaginare che il primo ragazzo in assoluto sarebbe stato il mio caro amico di infanzia, neanche nelle mie fantasie più rosee. Rido.
"Cos'è che ti fa ridere tanto?" chiede inarcando un sopracciglio, un timido sorriso sulle labbra. È bellissimo.
Scuoto la testa e gli prendo il viso tra le mani, lo bacio e mi siedo sulle sue ginocchia. "Grazie Igor, ti amo" affermo piano con gli occhi lucidi.
"Ti amo anch'io ma... perché mi ringrazi? Non ho fatto niente per cui essere ringraziato, ti ho solo fornito una piccola distrazione per far passare il tempo più velocemente" scherza lui. Non ha capito.
"Non mi riferivo a quello. Il mio era un grazie per... esserti fermato nonostante fosse evidente che volessi spingerti oltre".
Alle mie parole, sbarra gli occhi e li sposta sul camino accesso. Il suo rossore mi intenerisce.
"Io... n-on... so c-che tu..." balbetta e capisco che sta faticando molto a trovare i termini giusti con cui esprimersi. "Scusa" dice infine.
"Non hai ragione di scusarti o di vergognarti, sto bene quando sei con me e so che per te è lo stesso. Hai ogni diritto di provare determinate sensazioni, le provo anch'io. Mi dispiace solo di non poterti dare quello che vuoi, non sono ancora pronta" mormoro in un soffio.
"Non farò mai niente che tu non voglia, aspetterò. È il minimo".
Le mie labbra trovano di nuovo le sue mentre le lacrime scendono finalmente sulle gote, silenziose e discrete. Vorrei cristallizzare questo istante per farlo durare in eterno.
"Kayley!".
La porta si spalanca con un tonfo secco e noi siamo costretti a separarci. Le mie amiche e Jurij ci raggiungono, vogliono essere aggiornate.
"Novità? Ha chiamato tua... Ho interrotto qualcosa?" chiede Ella inarcando un sopracciglio.
"Si" ringhia Igor a bassa voce per non farsi sentire. Ridacchio divertita e, voltandomi verso di loro, nego con un cenno. In questo modo rispondo a entrambe le domande.
Lei non se la beve, almeno per quanto riguarda la seconda affermazione. E infatti...
"Scusate, eravamo in pensiero. Però è una fortuna che siamo arrivati prima di Jeremy, lo avreste traumatizzato. Un consiglio... quando volete fare sul serio, prendete una stanza e chiudete la porta a chiave".
Diventiamo scarlatti.
"ELLA!".

















Ali di ghiaccio [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora