«Tanti auguri a te, tanti auguri a te, tanti auguri a Evangeline, tanti auguri a te!»
Chiusi gli occhi e arricciai il naso prima di soffiare con foga sulle candeline della deliziosa torta alla panna e vaniglia con su scritto "buon diciassettesimo compleanno" che si ergeva davanti ai miei occhi, mentre venivo sommersa di applausi e urletti.
Staccai i numeri uno e sette dalla torta che poi cominciai a tagliare a fette tra le urla generali della mia famiglia.
Sono passati dei mesi dall'ultima volta che ho parlato con Ostuni, esattamente due,ma sinceramente la cosa non mi tocca minimamente, anzi forse preferisco che le cose stiano così.
Non voglio avere a che fare con la sua anima sporca quanto la coscienza.Mentre ero immersa nei miei pensieri ed ero concentrata per combattere contro la mia incapacità di tagliare decentemente la torta sentii qualcuno avvolgermi il busto da dietro e baciarmi leggermente il collo, provocandomi dei lunghi brividi che mi passarono per la schiena lasciata nuda dalla canottiera scollata che indossavo; mi voltai incontrando gli smeraldi verdi di Owen,sorrisi dolcemente a quella visione angelica e gli diedi un leggero bacio sulla fronte, tra i capelli scompigliati del mio ragazzo.
Mia madre si affrettò a prendere la macchina fotografica e, più ansiosa che mai, cominciò a urlare per cercare di sovrastare le voci dei miei cuginetti piccoli, arrivati a Torino per l'occasione.
«Wow ma quanto siete carini!»
Allungo l'ultima lettera della frase per creare più enfasi alla situazione già per me abbastanza imbarazzante, dopodiché ci fece cenno di sorridere per poi sparaflasharci con la macchina fotografica.
Ebbene si.
Io e Owen stiamo insieme.Ed oggi, oltre che il mio compleanno, è anche il nostro primo mesiversario da quando il ragazzo biondo, che ora mi sta dolcemente tenendo per i fianchi, mi ha fatto entrare nella sua piccola e docile vita accogliendo a braccia aperte i miei piccoli difetti che erano accompagnati a braccetto con la mia anima.
***
"Girai la testa per leggere le lancette del grande orologio a muro che avevo in camera mia, i ticchettii dei secondi mi mettevano ansia.
Il tempo correva veloce e io avevo appuntamento con Owen alle quattro di pomeriggio.Sbuffando e piagnucolando riagganciai le mie perle nere sul armadio con le ante spalancate che ormai fissavo da un quarto d'ora.
«Cosa mi metto!?»
La mia mente si affollava di idee che poi io stessa scartavo ritenendole inadatte al occasione.
«Ma da quando mi preoccupo così tanto di come mi vesto? Fanculo!»
La mia coscienza ebbe la meglio e afferrai dei leggins neri abbinati ad una canotta bianca e una camicia a quadri nera e grigia.Indossai ciò che avevo scelto dopo venti minuti di pura indecisione e mi specchiai per cercare di convincermi che quel abbinamento andava bene.
Dopo aver scrutato attentamente il mio corpo longilineo coperto da quei semplici vestiti scossi la testa e mandai tutto al diavolo, afferrai la borsa contenente il mio amato telefono e uscii di casa sbattendo la porta.
Ero in ritardo.
Come al solito.Camminavo a passi veloci e ogni tanto davo una rapida occhiata al piccolo arnese malefico che in quelle settimane mi aveva tenuta incollata alla tastiera per parlare con Owen.
Ia scritta sul display sembrava cambiare anche troppo velocemente.16.14
24 AprileRiposai il telefono nella borsa.
Basta.
Mi metteva ansia.
Era una giornata calda per essere primavera, gli uccellini cantavano e il sole faceva capolino da qualche nuvola di panna sparsa qua e là nel falso azzurro che era il cielo.
Respirai profondamente cercando di placare le farfalle che dai fiori circostanti si erano ficcate nel mio stomaco e che mi creavano subbuglio.«Eva!»
Una voce famigliare mi riportò alla realtà facendomi saltare un battito.
«Owen!»
Risposi io di rimando al cordiale saluto del biondo che a passi lenti si stava dirigendo verso di me.
Cuore ti prego rallenta."***
Girai leggermente la testa per vedere il biondo su cui ero seduta mangiare la torta da me offerta; i suoi capelli biondi risplendevano come oro e i suoi lineamenti sembravano quasi incastonarsi perfettamente nella visione che mi si presentava davanti,un misto tra affascinante e poetica.
Feci un piccolo sorriso e lui mi diede un tenero bacio a stampo.***
"Il mondo non esisteva.
Non sentivo alcun suono.
Le uniche cose che riuscivo a captare erano il respiro irregolare di Owen, il tepore che emanavano le sue mani appoggiate ai miei fianchi ed il freddo glaciale che mi faceva rabbrividire per il contatto con il muro che avevo alle mie spalle.
Tenevo i miei occhi aggrappati agli smeraldi di Owen, quasi per paura che in un attimo potesse scomparire, quasi per cercare di tenerlo issato a me.«Dio quanto sei bella...»
La sua voce profonda risuonava nel vicolo stretto dove eravamo andati a rintanarci per l'acquazzone improvviso; le sue mani lentamente stavano passando dai miei fianchi a sotto la mia maglietta fino ad arrivare alla mia vita,ma non era un gesto villano o da pervertito.
Era un gesto fatto con amore.
Perché infondo è vero, io lo amo; perché infondo anche lui mi ama; perché infondo è vero.
Lui è la mia verità.
Ci desideravano entrambi.
Un desiderio che appagammo quando io appoggiai lentamente le mie labbra su quelle perfettamente scolpite di Owen e le nostre lingue si unirono in un gioco di baci e d'amore.
Perché questo è.
Amore.Tutto scompariva, lentamente, mentre fuori la pioggia scrosciava persistente e noi che in confronto al mondo eravamo minuscoli, in quel momento potevamo conquistare l'universo."
***
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Eccomi ragazzi❤️
So che vi aspettavate la spiegazione del anello?ma il capitolo veniva troppo lungo e l'ho diviso in due...
PUBBLICO PRESTO PROMESSO
P.s.
Per chi non l'avesse capito le parti delimitate da "***" sono i ricordi del appuntamento tra Eva e Owen un mese prima...ma dato che non mi piace scrivere *flashback* ho usato "***"
~Lolly🍭
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Bad Boy ||Lorenzo Ostuni
Teen Fiction"Non volevo avere niente a che fare con gli occhi di quel demone che mi stregavano come un mago" Contenuto violento e/o sessuale