22.[a dream.]

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La testa girava,girava come una trottola che veniva continuamente ricaricata per evitare che si accasci al suolo senza alcun moto.
Aprii lentamente gli occhi,ma mi accorsi che erano già aperti.
L'oscurità mi avvolgeva e non riuscivo a distinguere nulla se non qualche oggetto illuminato dai raggi che si erano infiltrati attraverso la finestra chiusa.
Misi la testa tra le mani,cercando di far sparire lo strano senso di vertigine che mi avvolgeva.
Mi sedetti in quello che mi sembrava il mio letto e in quel momento qualcuno accese la luce facendomi chiudere di scatto gli occhi abituati al buio.
«Tesoro,sei sveglia?»
Mi ci vollero alcuni minuti prima di riconoscere la persona che,amorevolmente e con un tono balbettato,mi aveva parlato e ora mi stava accarezzando il capo,chinata sulla mia figura.
Era mia mamma.
I miei occhi finalmente decisero di mettere a fuoco le immagini e mi apparve chiara la figura di mia madre che preoccupata aspettava un qualsiasi suono emesso dalla mia gola secca.
La mia mente era vuota e faticavo a ricordare cosa fosse successo,come se la mia memoria avesse deciso che sarebbe stato meglio archiviare le ore precedenti il mio sonno.
Mi guardavo intorno come se cercassi un qualcosa di famigliare che mi aiutasse a capire,ero confusa.
Non appena i miei occhi incontrarono quelli marroni e velati di mia madre un altro atroce attacco di mal di testa mi fece arricciare il naso e corrugare le sopracciglia.

Memoria,era meglio se non ricordavi.

Di nuovo quel vuoto,solamente che sta volta sapevo la causa di quel tremendo senso di tristezza che stava prendendo il sopravvento facendomi diventare apatica.
Guardai mia mamma e le dissi flebilmente tra i singhiozzi
«Mamma,dimmi che è stato solo un brutto sogno.»
Lei non mi rispose,quasi sperasse anche lei che tutto fosse solo un incubo,abbassò il capo e si mise a piangere accompagnata dalle mie lacrime.

Mio piccolo angelo,perché sei dovuto tornare in cielo?

***

«...Owen era un ragazzo fantastico...»
Cominciai il mio discorso,reso poco chiaro dai miei singhiozzi alle persone che erano venute in chiesa per un ultimo saluto a quello che era il mio ragazzo.
Tra di loro cercai lo sguardo di Clara,la mamma di Owen,quasi come per avere un appiglio per ritrovare la forza di continuare.
La intravidi che mi sorrideva al ricordo del figlio in mia compagnia,annuì impercettibilmente con la testa come per dirmi "Tranquilla Eva,lui ci sarà sempre".
Sospirai e tornai a parlare nel microfono che avevo davanti alla mia bocca tremolante.
«...Penso che solo lui poteva vantarsi di avere un anima buona quanto il suo carattere.
Quando ho saputo la terribile notizia mi sono subito chiesta,come poteva un ragazzo sparire così,da un giorno al altro.
Senza lasciare traccia.
I primi giorni non avevo risposta,ma ora ho capito.
Non può.
Una persona non muore,perché continua a vivere nel cuore delle persone che lo hanno amato.
Owen,mio piccolo angelo,spero solo che mi aspetterai a braccia aperte nel paradiso dove ora risiedi...
Amen»
Scesi i piccoli gradini che portavano all'altare tra gli applausi delle persone dentro cui Owen vivrà per sempre.
Andai da Clara,lei mi guardò come per ringraziarmi delle parole che avevo dedicato al nostro angelo.
I nostri occhi,che portavano i segni di troppe notti insonni,si incontrarono quasi a cercare di salvarsi a vicenda dal oblio.
Prima che potessi aggiungere parola delle braccia mi cinsero il busto stringendolo possessivamente,ma dolcemente;ricambiai quel abbraccio di qui entrambe avevamo bisogno cercando di sostenere quella donna che stringevo tra le braccia.

Le lacrime scendevano copiosamente mentre la bara contenente il mio fidanzato veniva calata nella fossa dove riposerà per il resto della sua vita.
Al mio fianco avevo Clara che,come me,si tratteneva dal gettarsi addosso alla bara per farsi seppellire con il nostro Owen.
Ascoltavo in maniera disattenta le parole del prete mentre recitava la preghiera di saluto,la mia mente era concentrata su quello che era successo in quei pochi mesi in qui il biondo aveva fatto parte della mia vita e sul fatto che,per quanto i poliziotti potevano esserne convinti,per me Owen non si era suicidato.
Lo sapevo.
Non ne avrebbe avuto il motivo.
Appena i miei pensieri fecero largo alla realtà mi resi conto che la cerimonia era finita e che ormai tutti erano tornati tristemente alle proprie abitazioni,portando il ricordo di una persona importantissima nel cuore.
Le mie gambe non tenevano più.
Si accasciarono sulla terra appena smossa macchiando il mio vestito nero di fango,appoggiai anche le mani e fissai la terra sotto la quale giaceva il corpo unanime di Owen.
Le mie lacrime sembravano innaffiare il terreno sotto il mio viso,le mie guance si bagnarono di lacrime nere e amare;in quel momento provavo solo tristezza e rabbia contro chi aveva fatto questo a quel fisico perfettamente scolpito,a quei capelli biondi che contornavano il viso statuario,ornati dagli smeraldi che spesso facevano perdere le mie perle nere in un mondo totalmente a parte.
Le lacrime scendevano senza alcuno sforzo da parte mia di fermarle;perché io volevo lui,e se non potevo avere lui volevo le lacrime.

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Vedo che a molti non è dispiaciuta la morte di Owen hahah,va bhè in ogni caso,tenetevi pronti per la furia Ostuni che,più stronzo che mai,non ha intenzione di lasciar affogare Eva nella sua tristezza.
~Lolly🍭

Bad Boy ||Lorenzo OstuniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora