21.[...no...]

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Mi svegliai di soprassalto con il fiato corto e gli occhi fuori dalle orbite che fissavano il muro ai piedi del mio letto cercando di metabolizzare cosa fosse successo.
Un incubo,anche se la mia mente non riusciva a far comparire nitide le immagini di quello che la mia testa aveva elaborato mentre dormivo profondamente.
Mi sentivo vuota.
Come se una voragine si fosse instaurata dentro di me e stesse risucchiando le mie emozioni come un grande buco nero,una sensazione di tristezza mi pervase le membra.
Diedi la colpa all'influenza per la mia tristezza e la stanchezza,così decisi di alzarmi definitivamente dalla mia piccola cuccia,dove ormai avevo scavato un solco e mi sedetti tra le morbide coperte che avvolgevano il mio corpo snello facendogli mantenere il tepore difficilmente ottenuto,dati i frequenti brividi che avevo,dovuti alla febbre.
Racimolai tutta la mia forza di volontà e mi trascinai a passi pesanti fino alle scale,tra sbadigli e starnuti.
Cominciai a scendere la scalinata appoggiata al corrimano per evitare che i miei occhi assonnati mi giocassero brutti scherzi.
Passo dopo passo,scalino dopo scalino una fitta sempre più affilata mi penetrava il cuore,ma cosa mi prendeva?
Dovetti fermarmi per fare un respiro profondo per poi arrivare alla fine delle scale.
«Mamma...»
Chiamai la bruna dato che non riuscivo a scorgere la sua testa corvina,mi fermai un attimo perché le forze mi stavano abbandonando e sentii qualcuno farfugliare ma,data la distanza,non riuscivo a distinguere le singole parole che componevano il discorso.
Mi diressi a passetti piccoli verso la porta d'entrata,che era il luogo da dove provenivano le voci da me percepite.
Non appena arrivai davanti alla porta vidi mia madre girata di spalle che fissava gli occhi di un uomo in divisa da poliziotto, che parlava lentamente a mia madre tenendo il cappello tra le mani.
Mi bloccai e la sensazione di vuoto aumentò.
La voragine ormai stava prendendo il sopravvento e sentivo il cuore che pian piano veniva risucchiato,qualcosa non andava.
«Mamma...»
Dissi con un filo di voce richiamando l'attenzione della mia migliore amica che si girò passandosi le dita sotto gli occhi gonfi di pianto,anche se cercava in tutti i modi di mantenere la calma davanti a me.
I miei occhi scorrevano velocemente tra quelli di mia madre a quelli del poliziotto in cerca di una spiegazione,mia mamma diede una rapida occhiata al agente e poi mi disse con un falso tono rassicurante.
«Tesoro,vieni un attimo a sederti...»
Seguii i due adulti fino al divano,dove mi sedetti a gambe incrociate e mi avvolsi nella coperta che stavo trascinando in giro per casa.
Dopo alcuni attimi di esitazione l'agente fece un profondo respiro e poi,rivolgendosi a me,disse con tono autoritario.
«Signorina Ferri...»
Io annuii per incoraggiarlo ad andare avanti,ma era come bloccato.
Dalla sua bocca uscivano solo suoni staccati e senza senso,come se tutto d'un tratto il suo fare autoritario si stava liberando dalla sua anima per fare posto alla compassione umana.
«Signorina Ferri...»
Ripeté dopo aver riacquistato il coraggio parlare
«...lei è un'amica di Owen...»
OWEN!?
il mio cuore accelerò fino ad arrivare a una velocità assurda e dovetti ingoiare il sorso di saliva che si stava accumulando nella mia bocca prima di rispondere al uomo.
«Sono la sua ragazza...»
Dissi con tono sicuro e cercando di auto convincermi che sarebbe andato tutto bene,che non era nulla di grave.
Le mie iridi quasi scomparvero da quanto le mie pupille erano dilatate in quel momento.
Tensione.
L'uomo sembrò nuovamente esitare,così prese fiato e le parole che pronunciò uscirono senza interruzione.
Tutto d'un fiato.

«Mi dispiace signorina Ferri,abbiamo ritrovato il corpo ormai senza vita di Owen in un vicolo a pochi metri dalla sua abitazione.
Signorina.
Pensiamo ad un suicidio.»

Rimasi immobile.
Non riuscii ad esprimere una minima emozione e l'unica cosa che la mia bocca emise fu un sensibilissimo e balbettato
«...no...»
Poi sentii freddo.
Tanto freddo.
Mi lasciai inghiottire dalle tenebre,il buio si impossessò delle mie membra e io gli concedetti anche la mia anima.
I sensi attorno a me scomparvero.
Così come la mia lucidità,che lentamente scivolò tra le braccia del demone che mi fece perdere i sensi.

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Vi giuro che a me sto capitolo fa stare male,non volevo uccidere Owennnnn
Vabbe,spero che comunque almeno a voi sia piaciuto...
~Lolly🍭

Bad Boy ||Lorenzo OstuniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora