Quasi si guardò intorno per vedere chi aveva parlato. Non poteva essere stato lui, giusto?Gli occhi scintillanti del ragazzo gli dissero che sì, era stato lui. Prima che potesse maledire sé stesso od obliviare il moccioso, il corpo di Harry si era lanciato contro il suo, afferrandolo attorno ai fianchi. La forza assolutamente inaspettata del piccolo ma solido corpo gli levò il fiato, e gli occorse un momento per poter parlare... O, almeno, questo fu quello che si disse fieramente."Sì, d'accordo, d'accordo," esclamò in tono seccato, assestando piccole pacche caute sulla spalla del moccioso. Tutti i bambini erano così... infantili?"Diceva sul serio?" Harry guardò verso di lui, ma mantenne la stretta ferrea attorno alla vita di Severus. Questo causò al piccolo mento appuntito del moccioso di piantarsi nel suo plesso solare, e fece venir fuori la voce di Severus un po' più priva di fiato del solito - be', così è come spiegò la cosa a sé stesso."L'ho detto, no?" sbottò. "Mi stai accusando semplicemente di insincerità oppure di pura disonestà?""No, no!" protestò Harry, gli occhi che si spalancavano per l'orrore. "Intendevo solo dire - Non pensavo -""Ovviamente." Piton gli rivolse un'occhiataccia. Per qualche ragione le sue mani si trovavano ancora attorno alle spalle del piccolo mostro, malgrado la sua intenzione fosse stata chiaramente quella di respingerlo già da un pezzo.Harry chinò la testa e affondò il capo nelle vesti di Piton, colpendo nuovamente lo stomaco dell'uomo e forzando un grugnito fuori da lui."Grazie," disse piano il moccioso contro i suoi vestiti."Prego," replicò burberamente.Merlino - che cosa ho fatto? Ora come mi libererò del moccioso?"Sto facendo bene?" chiese Harry con incertezza, ancora tenendo stretto Piton come se avesse intenzione di non lasciarlo andare mai."Facendo bene cosa?" chiese Piton, irritato. Ora di che cosa stava parlando il piccolo orrore? Era così che sarebbe andata avanti? Le infinite domande? Il bisogno di costante rassicurazione? Lui non era mai stato così pieno di necessità! ... Tu non hai mai avuto nessuno al quale potessi esprimere i tuoi bisogni, puntualizzò una voce traditrice nel fondo della sua mente."Abbracciare." Harry guardò verso l'alto, ancora, con espressione preoccupata. "L'ho fatto solo una volta, prima, quando la signora Weasley ha salutato me e Ron alla stazione. Lei ha abbracciato prima lui e poi me. Non ero sicuro di cosa dovessi fare. Ron si era tirato via, ma sembrava sgarbato, così non l'ho fatto, ma non sapevo se c'era qualcos'altro invece che avrei dovuto fare."Questo pose effettivamente fine ad ogni dubbio che Piton potesse aver avuto riguardo al modo in cui i Babbani avevano trattato il ragazzo."Giusto." La sua furia omicida, impossibilitata a scatenarsi sui bersagli appropriati, trovò una via di uscita in un'altra direzione. Tirò via il ragazzo e lo fece sedere ancora sul divano, inchiodandolo sul posto con gli occhi. "Tu ed io abbiamo bisogno di fare una piccola chiacchierata."Harry sussultò immediatamente, ritraendosi, gli occhi che si scurivano per il panico. Stupido! Lo zio Vernon aveva fatto di queste "chiacchierate" con lui, prima. Si assestò mentalmente un calcio. Come aveva potuto essere così idiota? Sapeva di non dover provare ad abbracciare qualcuno - era stato schiaffeggiato a sufficienza per averci provato con i suoi parenti - e solo perché il professore era così gentile da aiutarlo ad evitare l'orfanotrofio non significava che volesse essere toccato da un mostriciattolo come Harry. Non appena Piton aveva acconsentito ad essere il suo tutore, Harry era saltato su e l'aveva abbracciato. Nessuna meraviglia che stesse per prenderle; poteva solo sperare che il professore non avrebbe cambiato idea su tutto il resto. "Mi dispiace molto," farfugliò. "Non lo farò più. Ero solo eccitato. Non la toccherò più. Davvero."Gli occhi di Piton si strinsero. Così il piccolo prezioso Grifondoro non voleva toccare lo sporco Serpeverde? "E precisamente cosa c'è di sbagliato in me che non osi macchiarti toccandomi?" domandò in tono minaccioso. Se il mocciosetto pensava di essere in grado di insultarlo impunemente...La faccia di Harry si velò di confusione. "Non è lei. Sono io. So di non dover toccare le persone normali." Subito dopo andò veramente nel panico davanti all'espressione di Piton. "Mi dispiace!" esclamò, rannicchiandosi prima dell'inevitabile colpo."Potter!" Piton si sforzò di reprimere la propria furia. Sarebbe stato così felice di visitare quei Babbani. "Smetti di raggomitolarti e di scusarti!""Mi disp -" Harry si trattenne. Guardò Piton con occhi spaventati. Non riusciva a capire perché, malgrado la rabbia ovvia dell'uomo, questi non avesse ancora colpito Harry. Cosa stava aspettando?Il professore prese un respiro profondo e usò tutte le proprie abilità nell'Occlumanzia per calmarsi. "Potter," disse, in un tono molto più pacato. "Chi, precisamente, tu consideri persone 'normali'?"Harry sbatté le palpebre. "Uhm, sa. Le persone che non sono mostri.""E chi è precisamente un mostro?""Io," disse Harry con un'assoluta mancanza di autoconsapevolezza. Avrebbe potuto star parlando del colore dei suoi capelli.Piton snudò i denti. Quei Babbani avrebbero pagato per questo. "E perché sei un mostro?""Uhm, be', perché sono diverso. Sa, dalle persone normali." Harry studiò il suo professore con confusione. Perché stava facendo tali semplici, ovvie domande? Avrebbe potuto quasi chiedere perché il sole era caldo."E le persone normali sono i tuoi parenti?" sputò Piton.Harry annuì."Dunque sei considerato un mostro per essere diverso dai Babbani?" Un altro cenno di assenso. "Per essere un mago?" Un altro assenso. "Perciò, ovviamente, consideri anche me un mostro."Colto dal panico, Harry cominciò a scuotere la testa. No, no! Non aveva avuto intenzione di insultare il professor Piton!"E di conseguenza non hai bisogno di evitare di toccarmi, dato che siamo entrambi mostri," proseguì Piton inesorabilmente, talmente preso dalla propria rabbia verso i Dursley da non essersi reso conto del fatto di aver appena dato al ragazzo il permesso di abbracciarlo. "In effetti, puoi abbracciare chiunque nel Mondo Magico, il che include chiunque qui ad Hogwarts eccetto Gazza, e non riesco a immaginare che neanche tu saresti sufficientemente disperato da abbracciare quel Magonò." Harry lo stava fissando, la bocca spalancata. "Comunque, se anche solo contemplerai l'ipotesi di abbracciare quel tricheco di tuo zio o qualunque altro di quegli spregevoli Babbani, ti farò rinchiudere da Madama Chips in Infermieria fino a quando i guaritori del San Mungo non potranno venire a prenderti." Piton gli lanciò uno sguardo torvo. "Ragazzino idiota, come osi pensare di essere tu il mostro? Ogni parola che ti hanno detto è stata o deliberatamente errata o una menzogna lampante. La prossima volta che li citerai, ti laverò la bocca con il sapone. Le loro bugie sono più sporche di quanto non potrebbe essere qualunque imprecazione."Harry batté le palpebre, sbalordito da questo filo di pensiero. Sì, aveva saputo che i suoi parenti non erano stati onesti con lui fin dal momento in cui Hagrid aveva aperto - be', aveva fatto esplodere - la porta, ma non aveva ancora del tutto afferrato quanto assolute fossero state le loro menzogne. Finché Piton non aveva esposto le cose in questo modo non aveva realizzato che la sua intera visione del mondo potesse essere in qualche modo... sbagliata."Ti ricordi le orribili regole di quei Babbani?" chiese Piton. Harry inghiottì e annuì. "Ottimo. Devi dimenticarle. Interamente." Harry sgranò gli occhi.iton gli rivolse un'occhiataccia. Il ragazzo sembrava imbecille, con la bocca spalancata a quel modo. "Che c'è di così difficile da capire, Potter. Io sono il tuo tutore, ora, e tu avrai un nuovo elenco di regole.""Sì, signore," Harry riuscì a balbettare. Questo, almeno, aveva un senso."Tu seguirai ovviamente le classi come precedentemente sistemato e vivrai nel dormitorio con i tuoi compagni di Casa. Comunque, mi accorderò con il Preside affinché un'altra stanza sia aggiunta ai miei quartieri per te, così che -""Una stanza? Un'intera stanza? Per me?" Harry non aveva potuto farne a meno, gli era semplicemente scappato.Piton alzò gli occhi al cielo. Merlino lo salvasse dai Grifondoro imbecilli. Perché il ragazzo non poteva essere quantomeno un Corvonero? "Sì, Potter. Una stanza. Per te. In quale altro posto vorresti dormire? In un ripostiglio?" Per suo sbalordimento, Harry annuì meramente. Uno spaventoso sospetto si fece strada nella mente di Piton."Potter, dove vivevi, esattamente, nella casa di quei bastardi Babbani?""Come era scritto sulla mia lettera da Hogwarts," spiegò Harry, chiedendosi perché questo giungesse come una novità al professore. "Nel ripostiglio sotto le scale."Piton non aveva voluto così tanto maledire qualcuno dal giorno in cui il padre e il padrino di Harry avevano provato a sabotare la sua pozione per i M.A.G.O.. "E com'era esattamente una giornata tipica in quella casa?"Harry si morse il labbro inferiore, domandandosi perché Piton fosse così curioso. Poi capì. Probabilmente voleva sapere in quale genere di compiti Harry era bravo, così che potesse assegnargli i suoi nuovi incarichi. Harry si raddrizzò a sedere - con un po' di fortuna sarebbe riuscito ad impressionare Piton con tutte le cose che poteva fare. L'uomo non sarebbe rimasto deluso di averlo adottato, una volta che avesse realizzato quanto utile Harry poteva rendersi. "Mi alzavo per primo e preparavo la colazione per tutti," cominciò ubbidiente. "Dopo aver servito tutti e aver pulito la cucina, mi occupavo dei compiti della mattina. Se non era un giorno di scuola, di solito cominciavo con il giardino, poi la casa, e le domeniche lavavo sempre la macchina. Dopo aver preparato il pranzo in genere potevo avere un panino o qualche avanzo prima di cominciare i compiti del pomeriggio. Se zia Petunia aveva invitato il suo club di giardinaggio o di lettura o qualcosa del genere, allora preparavo il soggiorno per loro prima di fare il tè. Finivo di solito tutti i compiti in giardino prima di preparare la cena - allo zio Vernon piaceva che riverniciassi il capanno e la recinzione tutte le volte che sembravano sporche, così lo facevo spesso. Quando i miei parenti avevano finito di cenare, se mi era permesso di mangiare, lo facevo prima di pulire la cucina e lavare il pavimento, e poi andavo a dormire." Fece una pausa, riflettendo. "Oh, e sono un bravo cuoco. Anche le signore del club di bridge lo dicono. E riesco a dipingere le cose molto bene, senza sgocciolature o niente del genere. Ho fatto un sacco di giardinaggio, dal piantare semi al tagliare il prato allo strappare le erbacce e al potare le siepi. E posso pulire il bagno davvero in fretta, così da non stare in mezzo ai piedi. So che devo stare attento sulle impronte di dita e cose così, perciò non deve preoccuparsi."Piton lo stava fissando. Quella vecchia folaga idiota aveva trasformato Harry nel Ragazzo Sopravvissuto Per Essere un Elfo Domestico Per Babbani. Anche il padre di Piton, con tutta la sua brutalità, non si era aspettato un tale livello di servilità da parte sua. A che cosa stava pensando Silente quando aveva permesso a quegli orridi Babbani di maltrattare così il ragazzino? "Pensi veramente che io abbia acconsentito ad essere il tuo tutore perché ho bisogno di un elfo domestico?" Davanti allo sguardo vacuo di Harry, Piton si ricordò che il ragazzo era nuovo a tutte le cose magiche. "Uno schiavo."Harry aggrottò la fronte. "In quale altro modo mi posso guadagnare da mangiare, signore?"Piton strinse la radice del naso tra due dita. Questo stava diventando orribilmente deprimente. "Fammi indovinare. Un'altra regola dei Dursley era niente lavoro, niente cibo."Harry annuì. "Se non faccio un buon lavoro, non merito di mangiare, e vengo punito."Gli occhi di Piton si strinsero. "Punito come? In aggiunta all'essere affamato, intendo," aggiunse con sarcasmo.Harry abbassò gli occhi. Immaginava fosse solo giusto che il suo nuovo tutore sapesse come i suoi parenti l'avevano punito, ma sperava veramente che il professore potesse non essere esattamente tanto severo come lo zio Vernon. Certo, si ricordò, consolandosi, mentre frequentava Hogwarts c'erano tre pasti al giorno, così, a qualunque altra punizione fosse andato incontro, probabilmente non sarebbe rimasto senza cibo... A meno che il professore non decidesse di ordinargli di saltare i pasti."Ebbene?" La voce dura di Piton interruppe le sue riflessioni, ed Harry si affrettò a rispondere."Soprattutto con uno schiaffo od una sculacciata o venendo chiuso nel mio ripostiglio," spiegò Harry. "Ma se finivo in grossi guai, come a scuola o per aver fatto -" gettò un'occhiata veloce al professore "- strane cose, allora con la cintura.""Che mi dici della restrizione di privilegi? Togliere regali o giocattoli? Compiti in più?" Davanti allo sguardo perso di Harry, Piton alzò gli occhi al cielo. Ovvio che il ragazzo fosse confuso. Come potevi togliere privilegi o giochi da un bambino che non ne aveva sin dall'inizio? E suonava come se non ci fossero compiti in più per il ragazzo da fare, perché li stava già facendo tutti."Per curiosità, Potter, come punivano quella balena di tuo cugino? Lo colpivano mai?""Dudley?" chiese Harry, sorpreso. "Non penso che abbiamo mai punito Dudley.""E non vedi nulla di strano in una situazione così iniqua?"Harry indovinò cosa "iniqua" significasse. "Be', loro volevano lui. Con me, erano solo rimasti incastrati.""Potter, tu mi farai diventare matto con la tua incapacità di vedere le cose," lo rimproverò Piton. "Tu eri unbambino. Tu sei un bambino. E' responsabilità degli adulti trattare appropriatamente ogni bambino sotto le loro cure. I bambini sono da nutrire e da tenere al riparo e da vestire e da proteggere dai danni. Sono -"Harry guardò verso Piton con preoccupazione. Questo suonava come un sacco di lavoro. E se il professore avesse deciso che Harry sarebbe stato un problema troppo grosso? "Per favore, signore, sarò buono. Non sarò di alcun disturbo, e farò qualunque lavoro lei voglia io faccia, e ..."Piton interruppe quella patetica litania prima che la pressione potesse alzarglisi troppo. "Zitto, Potter. Ho già acconsentito; non hai bisogno di provare a convincermi ulteriormente."Harry si rilassò con un sospiro di sollievo. Il professore era veramentegentile. Magari non sarebbe stato colpito per quell'abbraccio, dopotutto. Magari la "chiacchierata" sarebbe stata nulla più che questo.Piton si accigliò. Non voleva davvero iniziare il discorso successivo, ma sapeva di doverlo fare. "Potter, in infermeria hai detto che non capivi perché le mie azioni durante la tua punizione fossero inappropriate. Pensavi che il modo in cui ti avevo trattato fosse giustificato.""Sì, signore.""Non lo era. Gli insegnanti ad Hogwarts non colpiscono gli studenti. Ancora peggio, il mio colpo era eccessivamente duro. Nessun bambino dovrebbe essere trattato in quel modo." Fece una pausa. "Questa è una regola."Harry provò seriamente a capire cosa il professore stesse dicendo. "Ma se i professori non puniscono così gli studenti," disse lentamente, pensando ad alta voce, "allora perché mi hacolpito?"Piton cercò di non contorcersi. Si poteva contare sul moccioso per fare l'unica domanda alla quale davvero lui non voleva rispondere. Ma doveva al piccolo mostro la verità. "Non stavo colpendo te, Potter," ribatté. Davanti all'occhiata assolutamente sconcertata di Harry, si sforzò di elaborare. "Sì, certo, ho colpito te, ma non stavo veramente mirando a te. Io -" si interruppe, frustrato, e decise di tentare un diverso approccio. "Tu... assomigli fortemente a tuo padre, Potter," iniziò. Il ragazzo si sedette più dritto a quelle parole."Davvero?"Piton gli gettò un'occhiataccia. "Certo che sì. Non hai visto delle foto?" Oh. Ovviamente no. Non in quella casa.Nello stesso momento in cui lo pensava, Harry scosse la testa. "Mia zio e mio zio dissero che non volevano avere nessuna fotografia di 'inutili ubriaconi' in casa. Non ho visto nessuna foto dei miei genitori ed io -" arrossì, come se stesse confessando un doloroso peccato. "-non li ricordo veramente."Piton combatté contro la pietà. "E' naturale che non li ricordi, sciocco moccioso. Eri poco più grande di un anno quando sono stati uccisi." Doveva? Non doveva? Alla fine, disse quel che sapeva che Lily avrebbe voluto. "Ho qualche fotografia di tua madre. Te le mostrerò, un giorno o l'altro."Per un momento pensò che il moccioso si sarebbe lanciato di nuovo verso di lui, e si preparò per l'impatto dell'ossuta, piccola figura; ma Harry si contenne, malgrado la sua scintillante espressione di gratitudine fosse infinitamente eloquente.Piton si schiarì la gola. "Sì, be', suppongo che ci siano anche pitture di tuo padre da qualche parte nella scuola. Era sempre impegnato ad attrarre l'attenzione su di sé," sputò. "Parlerò con il resto degli insegnanti e vedremo se hanno delle foto che possano essere copiate.""Grazie," Harry riuscì a far uscire fuori attorno all'enorme groppo in gola. Piton poteva insultarlo ed essere brusco con lui, ma le azioni gentili dell'uomo tradivano il suo tono ringhioso."Hmf." sbuffò Piton, messo grandemente a disagio sia dai ringraziamenti del ragazzo che dall'espressione di adorazione che stava crescendo sul viso di Harry. "Come stavo dicendo," riportò a forza la conversazione sul tema. "Tu assomigli a tuo padre e e-"Di nuovo, il ragazzo lo interruppe. "Non assomiglio per niente alla mia mamma?" chiese supplichevole."Tu... hai i suoi occhi," ammise Piton con riluttanza, prima di soffocare uno sbuffo quando il ragazzo praticamente incrociò gli occhi cercando di vedere le proprie stesse fattezze. Con uno sguardo torvo al pensiero del ritardo, Trasfigurò uno specchio con il manico e lo porse alla problematica creatura. Harry fissò la propria faccia come se non l'avesse mai vista prima, cercando di sentire qualche connessione con i suoi parenti morti.Piton sentì la gola cominciare a serrarglisi per la pietà, e si affrettò a Trasfigurare nuovamente lo specchio nella sua forma originaria. "Se hai finito di interrompermi," sbottò verso il ragazzo, ed Harry docilmente annuì "Tu sei praticamente una copia carbone di tuo padre, come appariva la prima volta che l'ho incontrato. Durante la tua punizione, il tuo aspetto mi ha fatto pensare a tuo padre, e quando ho male interpretato qualcosa che stavi dicendo, io -" Piton si sentì arrossire "-ho perso il controllo. Ti ho colpito piuttosto brutalmente mentre pensavo a tuo padre, e per questo mi sono scusato."Con suo assoluto choc, Harry si sporse in avanti e gli batté lievi pacche sul braccio. "Qualche volta mi confondo anche io," bisbigliò nel tono di una confidenza. "Come quando il mio insegnante si è chinato sul mio banco, ed io ho pensato che fosse lo zio Vernon sul punto di colpirmi."Meraviglioso. Il moccioso aveva dei flashback. Come se Piton avesse avuto bisogno di ulteriori conferme di quanto la vita domestica di Potter fosse stata orribile. Era sorprendente che il bambino non fosse catatonico, e malgrado tutto Albus pensava che Piton fosse la persona migliore per custodire questo bimbo rotto, danneggiato? Il Preside era veramente pazzo. Forse lui e Potter avrebbero potuto seguire una terapia di gruppo da uno psichiatra.Si schiarì la voce a disagio. "Sì, be', probabilmente questi ricordi cominceranno a svanire ora che sei lontano da quell'ambiente spaventoso," spiegò, " e dal momento che non sarai più trattato in quel modo."Harry lo fissò. "Intende dire che non sarò picchiato? Mai più?" Questo suonava pericolosamente simile alle parole insensate che gli altri insegnanti avevano detto. Gettò verso Piton un'occhiata sfiduciata."Tu non sarai colpito dai tuoi istruttori," replicò Piton, sollevato che stessero abbandonando il discorso specifico dei suoi errori verso temi più generali. "Questo è contro la politica della scuola. Se chiunque dovesseprovare a ferirti, mi aspetto che tu ti difenda."Harry lo fissò come se avesse improvvisamente cominciato a sputare follie, e lui suppose che, per il ragazzo, così fosse stato. "Potter, quando tuo zio ti colpiva, eri obbligato a rimanere fermo e zitto, giusto?" Il ragazzo annuì. "Queste erano le sue regole." Harry annuì. "E cosa ti ho detto riguardo a queste regole?"Gli occhi di Harry si spalancarono. "Ha detto di dimenticarle. Allora intendeva dire, io - io non dovo rimanere fermo?""Non ti ho appena esplicitamente detto che non devi farlo?" chiese Piton."Sì, ma..." Harry lasciò la frase in sospeso. Non aveva veramente pensato che l'uomo fosse serio."Quando ti dico di fare qualcosa, mi aspetto che tu la faccia!" lo ammonì Piton, severamente. Così andava molto meglio. Era bravo in questo genere di cose. "Pensi che io parli unicamente a mio beneficio?""No, signore!" Harry scosse la testa vigorosamente. "Mi dispiace, signore!"Piton si fermò, riflettendo. Quanto doveva raccontare al ragazzo? Sarebbe stato meglio avvertirlo ora di Voldemort e dei Mangiamorte e del fatto che, per molti nel Mondo Magico, Harry era un bersaglio irresistibile? Avrebbe dovuto spiegargli che avrebbe avuto bisogno di seguire lezioni speciali per difendersi e duellare? Guardò verso il ragazzino, da così poco liberato da una forma di servitù ed entrato in un altro tipo di obbligazione - questa volta con l'intero Mondo Magico. Decise di non rivelare tutto subito. Innanzitutto Harry doveva abituarsi a non essere più un sacco da boxe: ci sarebbe stato tempo in abbondanza per spiegargli che era ancora un bersaglio."Tu sei il mio pupillo," Piton decise la piega del discorso. "Come tale, la tua disciplina è mia responsabilità. Gli altri insegnanti possono assegnarti punizioni o togliere punti, ma nessuno di essi deve alzare un dito su di te. Se lo fanno -" si sforò duramente di non pensare in particolare a Raptor "- devi difenderti e impedire loro di farti del male. Questo vale anche per i tuoi compagni di classe. Se chiunque di loro cerca di ferirti, devi difenderti. Energicamente." Lui era il professore più odiato di Hogwarts per una buona ragione, e non era improbabile che qualcuno tra gli studenti più sciocchi potesse cercare di saldare i conti con Piton attaccando il suo protetto.Harry avrebbe dovuto dimostrare che non era una preda facile per scoraggiare gli assalti, malgrado, con un po' di fortuna, la posizione di Piton in Serpeverde e l'appartenenza di Harry al Grifondoro avrebbero ridotto le possibilità di simili aggressioni. Ipotizzando che i leoni o i serpenti non l'avrebbero attaccato, questo lasciava solo i Corvonero o i Tassorosso, e Piton non era poi molto preoccupato di queste Case. Oltretutto, rendere Harry un Weasley onorario avrebbe dovuto fornirgli abbondanza di supporto."Merlino ti aiuti se inizi una lite," continuò, gettando ad Harry un'occhiata minacciosa, "ma se un altro piccolo idiota è sciocco a sufficienza da tentare qualcosa con il mio pupillo, farai meglio a dimostrare che sei in grado di proteggerti. Non permetterò che la mia reputazione cali; mi hai capito?"Questo Harry poteva capirlo perfettamente. Anche i Dursley erano molto preoccupati per la loro reputazione; aveva senso che il professor Piton non volesse che Harry sembrasse debole o stupido, ora che sarebbe divenuto responsabile per lui."E per questa ragione mi aspetterò che tu abbia successo a scuola," continuò Piton fermamente. "Non sarò messo in imbarazzo da bassi voti."Harry si morse il labbro. "Ma io non sono bravo nelle cose di scuola.""Chi te l'ha detto, questo?" chiese Piton."Mia zia ha detto -""E cosa ti ho detto riguardo al citare loro?" Piton lo interruppe prima ancora che Harry avesse finito di parlare. Era parzialmente tentato di mettere in atto la minaccia di prima."Ha detto che erano bugiardi e che non dovrei citarli?" tentò Harry, nervosamente, la mente intenta a seguire un percorso simile a quella di Piton."Esattamente. Devo fartelo scrivere cinquecento volte perché tu lo ricordi?" minacciò Piton. "O preferisci il sapone?"Harry provò a distrarre l'uomo accigliato. "Ma io non ho mai preso buoni voti, signore. Mi mettevo nei guai perché mi addormentavo in classe e i professori mi urlavano sempre contro.""Potter," Piton riuscì a mantenere il controllo. Di questo passo avrebbe sviluppato un'ulcera prima della fine della settimana. "Non capisci che parte di questo era dovuto al modo in cui i tuoi parenti ti trattavano? La tua piccola mente riesce a comprendere che essere malnutrito e sovraccaricato di lavoro rovinava i tuoi risultati scolastici? I tuoi genitori erano abili maghi ed eccellenti studenti, e io non mi aspetto di meno da te." Lo faceva soffrire ammettere questo riguardo a Potter, ma era innegabilmente vero."Ma mio zio ha detto che i mostriciattoli sono stupidi e che i miei genitori erano inutili ubriaconi che non riuscivano a tenersi un lavoro onesto," protestò Harry. Non voleva che il professore pensasse che lui era intelligente per poi esserne deluso dopo. "Ecco perché devo imparare come guadagnare il mio mantenimento facendo lavori.""I tuoi parenti sono creature disgustose che ti hanno maltrattato sin da quando eri un neonato. Tu sei un bambino. Tu non devi "guadagnare il tuo mantenimento". Sono gli adulti che sono tenuti ad occuparsi di te, non il contrario. Tu sei tenuto a seguire le lezioni ed obbedire alle regole. Io sono responsabile di nutrirti, vestirti, darti una casa, curare la tua maturazione emozionale e fisica, e oltre a ciò di assicurare il tuo benessere e la tua sicurezza. Capisci?" Ecco fatto. Così era messo chiaramente in parole piccole. Anche un Potter avrebbe dovuto capirlo.Naturalmente, il ragazzo parve confuso. "Ma lo zio Vernon ha detto -"Fu la goccia che fece traboccare il vaso. "Cinquecento righe, Potter! Ti ho detto di non prestare attenzione a quel pallone ripieno di lardo!"Harry sussultò davanti al tono, ma non poté trattenere una risatina alla descrizione di suo zio fatta da Piton. "Sì, signore. Proverò a prendere buoni voti. Ma, veramente, io non so molto."Piton alzò gli occhi al cielo per l'esasperazione. "Mi rendo conto che sei il figlio di tuo padre, Potter, ma magari potresti considerare l'ipotesi di studiare o di fare i compiti? Magari di leggere un libro una volta ogni tanto?""Mi è permesso?" chiese Harry, cautamente. "Non dovrei leggere o fare i compiti, per non rischiare di prendere voti più alti di Dudley.""E chi ti ha detto questo?" chiese Piton, la voce flautata. Avrebbe assegnato al moccioso altre 500 righe e gli avrebbe lavato la bocca con il sapone se avesse pronunciato il nome del Babbano, giurava che l'avrebbe fatto."Zi -" Harry si trattenne e sorrise davvero. "Oh. Giusto."Piton gli gettò un'occhiataccia prima di continuare. "Da quel che mi dici, è ovvio che avrai bisogno di lezioni di recupero. Parlerò con il tuo Capocasa. Se - come sospetto - Grifondoro manca di opportuni tutori, ti presenterai nelle mie stanze diverse volte alla settimana fino a che non sarò soddisfatto con i tuoi risultati." Piton salutò tristemente le sue pacifiche serate prive di orribili, lamentosi mocciosi. Almeno gli incontri di Mangiamorte erano riservati agli adulti."Così devo solo andare a scuola e seguire le regole?" chiese Harry in un tono di confusa felicità. "Tutto qui?""Questo era anche troppo per tuo padre," ghignò Piton. "Confido che tu non abbia ereditato il suo talento per i guai, o non ti piaceranno le conseguenze. Scoprirai che io sono, quantomeno, difficile da manipolare."La fronte di Harry si corrugò. Voleva davvero sentir parlare di più di suo padre - malgrado il tono di Piton fosse tutto meno che incoraggiante - ma era più preoccupato riguardo a quelle minacciate "conseguenze". "Sarò buono, signore!" promise."Farai meglio ad esserlo," ribatté Piton; ma si chiese cosa avrebbe fatto se il ragazzo si fosse comportato male. Be', oltre a sfilettarlo verbalmente. Era riluttante a fare qualunque cosa che ricordasse al ragazzo la sua vita precedente, e pulire calderoni od essere confinato nella sua stanza erano cose spiacevolmente simili a quello che i Dursley avevano fatto. Oh, Harry non sarebbe uscito da Hogwarts senza avere un paio di punizioni con Gazza, ma Piton voleva che queste fossero legate alla sua condizione di studente. Un conto era essere punito allo stesso modo dei suoi compagni di classe, un altro era essere trattato - di nuovo - come un elfo domestico o un prigioniero dal suo tutore.Dunque, cosa restava? Il ragazzo non aveva oggetti o passatempi che potessero essere temporaneamente proibiti. Righe e saggi potevano funzionare, rifletté Piton, ma avrebbe avuto bisogno di fare una visita ai negozi di giocattoli di Diagon Alley per trovare qualcosa che piacesse al ragazzo: solo per poterglielo togliere come punizione, si rassicurò in fretta. Non era come se fosse disperatamente desideroso di rendere Potter felice, per amor di Merlino.E ancora, considerando quando abissalmente ignorante fosse il moccioso riguardo alla società Magica, avrebbe dovuto probabilmente portarlo regolarmente in visita a varie destinazioni per maghi, come Diagon Alley ed Hogsmeade. Poi, quando il piccolo mostro si fosse comportato male, gli potevano essere negate le escursioni. Questo gli avrebbe strappato qualche lacrima. Piton sorrise, soddisfatto. Che non fosse detto che non poteva trovare modi per torturare un Potter, anche se questo significava un'ulteriore riduzione del proprio tempo libero."Davvero, signore!" Harry inghiottì. "Non avrà bisogno di usare la cintura quasi per niente!""Non hai sentito quel che ti ho detto prima?" Esclamò Piton, arrabbiato. "Irritante ragazzino! Tu imparerai a prestarmi attenzione!""Ma - ma -" Harry lo fissò ad occhi sgranati, confuso. "Cosa ho fatto?""Ti ho detto che non ti avrei maltrattato." Di nuovo, aggiunse Piton silenziosamente. "Non sarai picchiato con una cintura."Stranamente, Harry non parve rassicurato. "Per favore, signore, non il bastone."Oh, per amor di Merlino. Doveva davvero comprare al ragazzo degli occhiali adatti. "Vieni con me," ordinò Piton, trascinando Harry in piedi e tirandolo lungo il corridoio dalla porta fino alla sua classe.Il cuore di Harry batteva selvaggiamente. Perché aveva deciso di chiedere cose tanto ridicole? Dopo che il professore era stato così gentile da promettergli che nessun altro l'avrebbe colpito, e che avrebbe potuto scappare e schivare ed anche proteggersi dai bulli, cosa aveva fatto Harry? Aveva ringraziato Piton? O promesso di renderlo orgoglioso? No, aveva piagnucolato sul non voler essere picchiato con il bastone. Gli sarebbe servita da lezione se il professore l'avesse picchiato per la sua ingratitudine e sfacciataggine.Infatti, Harry vide con una sensazione di nausea che era precisamente quel che stava per accadere: erano passati attraverso una porta nascosta ed ora si trovavano nella classe del professore, proprio accanto alla sua scrivania. Era precisamente dove Harry era quasi stato bastonato poche notti prima; questa volta dubitava che sarebbe sfuggito miracolosamente allo stesso modo.Be', dovrai solo accettarlo, si disse fermamente. Almeno non doveva più preoccuparsi di restare fermo e di mantenere il silenzio. Il professore era molto più gentile dello zio Vernon in questo senso.Il professore frugò sotto la scrivania ed estrasse il suo mestolo per calderoni di lucido legno di cedro. "Vieni qui, Potter!" ordinò.Harry si costrinse a muoversi in avanti, sforzandosi di non guardare il bastone stretto nella mano del professore."Sai cos'è questo?" chiese Piton."Sissignore." Harry inghiottì, gli occhi distolti. "E' un bastone, signore.""Idiota. Pensi che i bastoni abbiano iscrizioni sopra che si complimentano con me per aver vinto la centoquarantatreesima Competizione Annuale di Pozioni Di Tutte Le Contee?" chiese Piton, brandendo il mestolo sotto al naso del piccolo semplicione. "Questo è un mestolo incantato per calderoni, Potter. E' raro e costoso, e non dev'essere rovinato portandolo in contatto con i posteriori di bambini irritanti."Harry sbatté le palpebre e strizzò gli occhi verso il mestolo. "Ma - ma - lei vuole dire..." Guardò verso Piton, un sorriso incredulo che si apriva sulla sua faccia. "Non ha intenzione di colpirmi con quello?"Il professore alzò gli occhi al cielo. "No, Potter," Esclamò Piton con voce strascicata e sarcastica. "Ho fatto tutta la fatica di vincere questo premio solo per poterlo rompere sul tuo sedere impervio."Harry ridacchiò. Il professore era divertente, una volta che ti abituavi al suo senso dell'umorismo.Grande. Ora il mocciosetto pensava che lui fosse un comico. "Piantala con quel ridicolo risolino, Potter. Non era così divertente.""Sissignore," replicò Harry allegramente.Piton gli rivolse un'occhiataccia. Così, con la minaccia del bastone rimossa, improvvisamente il ragazzo era tutto sorrisi, eh? Non gli avrebbe fatto danno realizzare che non era del tutto immune all'unica forma di disciplina che avesse mai conosciuto. "Scoprirai che non ho bisogno di affidarmi a crudeli bastonature per punirti, Potter." Perché da quando un Serpeverde degno del suo nome deve contare sulla forza bruta? "Ma sentiraila mia mano se violerai le mie due regole più importanti." Fece una pausa per impressionarlo. "Tu non -" si interruppe. Che cosa era assolutamente improbabile che il piccolo disgraziato facesse? L'ultima cosa che Piton voleva era dover tener fede alla minaccia che stava per fare. Adocchiò il bambino, ora in apprensione, che aveva di fronte. " - mi disobbedirai deliberatamente -" questo avrebbe dovuto funzionare; al ragazzo era stata insegnata da quei Babbani l'assoluta obbedienza a suon di botte. "- né metterai te stesso in pericolo." questa era un'altra buona idea. Il ragazzo era timido fin quasi alla catatonia; non si sarebbe messo da solo nel mezzo del pericolo. Oltretutto Piton aveva raggiunto il massimo dando un'alta considerazione alla vita del moccioso, in tal modo aiutando a superare l'importanza di un decennio di disprezzo e svalutazione da parte dei Dursley, e la loro propensione per la definizione di "inutile mostriciattolo".Gli occhi di Harry si spalancarono. "Non lo farò!" giurò.Senza scherzare. "Vedi di non farlo," disse Piton cupamente, "o il tuo posteriore lo rimpiangerà.""Ma queste sono le uniche cose per le quali verrò picchiato?" chiese Harry, incerto. "Non per altre cose?""Ad esempio?"Harry scrollò le spalle. "Non fare bene i compiti. Essere irrispettoso. Rompere qualcosa. Non ascoltare.""Tu potrai anche pensare che io non abbia niente di meglio da fare con il mio tempo che essere ossessionato dalle tue piccole malefatte, Potter, ma ti assicuro che ce l'ho," disse Piton austeramente. "Non ho intenzione di spendere ogni mio minuto da sveglio pedinandoti, controllando le tue infrazioni minori, e poi colpendoti per esse. Ti ho già detto quali azioni sono sufficientemente da farmi ricorrere a una punizione corporale. Vedi di evitare queste azioni e non avrai bisogno di preoccuparti." Finse di non vedere l'espressione di incredula gioia del ragazzo."E se qualcuno prova a farmi male, posso picchiarlo?" Harry cercò chiarimenti."Non solo hai il permesso di farlo, Potter. Io mi aspetto che tu lo faccia. Ti è assolutamente proibito di restartene lì seduto come una lumaca ad aspettare che qualcun altro - probabilmente me! - venga a salvarti. Ho abbastanza da fare, grazie tante. Se qualcuno sta provando a ferirti, allora tira su quel tuo pigro sedere e fermalo. Devo spiegartelo più chiaramente?" Gli istinti da Serpeverde di Piton stavano vibrando. Se e quando Voldemort fosse tornato, avrebbe sicuramente cercato questo bambino; per quel momento, Piton voleva che Harry fosse del tutto a proprio agio con l'idea di combattere per difendersi - o anche di lanciare un attacco preventivo.Harry sorrise lupescamente, e Piton fu stranamente confortato dal vedere un lampo di suo padre. Certo, l'ultima volta che aveva visto quell'espressione, Potter padre e Black stavano perseguitando lui. "A cosa stai pensando?" chiese al bambino, curioso."Solo che mi piacerebbe molto tornare indietro e fare una visita a mio cugino, signore," replicò Harry con uno scintillio nello sguardo."Ti ho detto che non devi cominciareniente," lo ammonì Piton, ma fu sollevato dall'apprendere che lo spirito del ragazzo non era stato del tutto domato."Oh, non importa. Non appena mi vedesse, Dudley proverebbe di sicuro a fare qualcosa," disse Harry in tono confidente. Poi la sua espressione si rabbuiò. "Ma probabilmente avrebbe un branco di amici con sé. In genere era così per la sua "caccia ad Harry"."Gli occhi di Piton si strinsero davanti a quelle parole, e qualunque pensiero potesse aver avuto di risparmiare al cucciolo dei Dursley la sua vendetta se ne uscì dalla finestra. "Così si coalizzavano contro di te?"Harry annuì con aria depressa. "Erano generalmente in tre o quattro. Non potrei sperare di combatterli tutti insieme."Caro Lord Voldemort, la mente di Piton scrisse alacremente una lettera immaginaria, scrivo per conto del Ragazzo Che E' Sopravvissuto. Vorresti essere così gentile da evitare di mandare contro di lui più di un Mangiamorte alla volta? E' decisamente poco sportivo da parte vostra coalizzarvi contro il ragazzo."Potter," disse severamente, "devi imparare a difenderti contro forze superiori alle tue. Fare qualunque altra cosa è scioccamente poco realistico.""Questo è fa-" Harry si interruppe.Piton inarcò un sopracciglio. "Cosa? Facile per me da dirsi?" Harry annuì, il viso vergognoso. "Ti informo, Potter, che quando ero studente qui, ero sistematicamente aggredito da una banda di quattro bulli, e più spesso che no ero in grado di tener loro fronte."Gli occhi di Harry stavano scintillando. "Davvero? Mi potrebbe insegnare come?"Piton si pavoneggiò un po'. "Suppongo di sì," acconsentì con apparente riluttanza.Improvvisamente gli occhi di Harry si adombrarono. "Signore...?"Piton aggrottò la fronte davanti all'improvviso cambiamento nell'atteggiamento. "Che c'è?" "Signore, uno di quei quattro era..." Si interruppe e riprovò. "Era mio padre - è per questo che non andavate d'accordo? Perché mio padre era uno di quei quattro bulli?" Harry fissò ansiosamente il professore.Le difese di Piton scattarono, giusto in tempo per evitare che il suo choc si rivelasse. Ora, questa era stata una deduzione straordinariamente veloce. Ma cosa, nel nome di Merlino, si supponeva che ora lui replicasse? Se avesse detto la verità il ragazzo avrebbe probabilmente deciso che il suo defunto e santificato padre sapeva cos'era meglio, e avrebbe respinto sul posto la custodia di Piton; ma mentire era insopportabile. C'erano troppe persone intorno ad Hogwarts che sapevano la verità; il ragazzo l'avrebbe appresa, prima o poi.Oltretutto, rimproverò sé stesso, perché si stava comportando come se la rinuncia del moccioso sarebbe stata una brutta cosa? Non aveva cominciato questa conversazione cercando disperatamente un modo per abbandonare quella custodia?Ignorò l'improvviso martellare del suo cuore e disse con tutto il freddo disprezzo che riuscì a racimolare, "Sì, Potter. Tuo padre era uno di loro."Gli occhi del moccioso si abbassarono. Ecco che veniva - lo sguardo di disgusto o di repulsione. La richiesta di sapere cosa avesse fatto Piton per incorrere nell'ostilità di Potter padre. L'implicito pensiero - o magari l'esplicita dichiarazione? - che tali sentimenti dovevano essere stati meritati, e di conseguenza Piton era ovviamente un custode inappropriato per l'unico figlio di Potter.Ma invece, quando si rialzarono lentamente, gli occhi di Harry erano umidi di lacrime non versate. "Mi dispiace davvero, professore. Mi dispiace che mio padre fosse un bullo. Dev'essere stato orribile, proprio come mio cugino, per prendersela con lei così."C'era un ruggito nelle orecchie di Piton. Era incredibile. Inconcepibile.Se chiunque avesse chiesto ad un più giovane Severus Piton quale fosse il suo più caro desiderio, la risposta sarebbe stata che James Potter e Sirius Black pregassero il suo perdono in ginocchio: ma improvvisamente Piton vide che neanche quello sarebbe stato sufficiente.Quanto era meglio, quanto era più ineffabilmente dolce, avere l'unico figlio dell'uomo scusarsi per conto suo, ripudiare il padre in quell'occasione. Ora, questa era veramente una vendetta da Serpeverde - e per rendere il tutto ancora meglio, non aveva neanche dovuto manipolare il moccioso per ottenerla. Lui aveva, se mai, preso la strada moralmente più alta; e, malgrado ciò, aveva ancora ottenuto le sue scuse. Davvero, niente avrebbe mai potuto superare questo momento.Si crogiolò nell'inesprimibile soddisfazione di quell'attimo, l'indecibile dolcezza della vendetta, prima di riuscire a celare le sue emozioni e annuire brevemente al ragazzo. "Scuse accettate, Potter." Riuscì anche ad aggiungere. "Non pensare troppo severamente di tuo padre; i ragazzi fanno cose sciocche.""Lei non le ha fatte."Piton si strozzò e quasi inghiottì la propria stessa lingua. "Cosa?""Lei non ha aggredito in gruppo qualcuno mentre era ad Hogwarts," disse Harry, rabbiosamente. "Non si è comportato da bullo verso nessuno. Non deve fingere che mio padre fosse migliore di quel che era.""Potter," Piton si sforzò goffamente di cercare le parole. Improvvisamente non si sentiva poi così moralmente superiore: lui era, dopotutto, quello che aveva permesso ad un po' di bullismo infantile di condurlo tra le braccia del Signore Oscuro e di fargli commettere atrocità migliaia di volte peggiori di qualunque cosa che Potter e Black gli avessero fatto. "Tutti noi facciamo cose sciocche. Alcuni di noi più sciocche che altri. Devi solo - devi solo cercare di non ferire gli altri con le tue azioni."Gli occhi di Harry contenevano sia lacrime che fierezza. "Io non farei maimale a nessuno così. Io proteggerò le persone dai bulli, non diventerò uno di essi.Piton sentì i capelli drizzarglisi sulla nuca. E così ha inizio...
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Harry's new home
FanficUn ragazzino solo. Un sarcastico, irritante bastardo. Quando la salvezza dell'uno è affidata all'altro, tutti sanno che non finirà bene... oppure sì