Piton tenne un occhio sul moccioso e l'altro sul tempo che passava. Con una nuova conoscenza dei principi dell'appropriato uso della penna e con una piuma funzionante, Harry riuscì a dimostrare un miglioramento sostanziale prima della fine delle sue 200 righe, che terminò poco prima di cena.
"Fatto, professore!" esclamò Harry allegramente. "Ho contato due volte per essere sicuro di averle fatte tutte." Sventolò la pergamena con orgoglio.
Normalmente, a questo punto Piton avrebbe bruciato con un Incendio la pergamena per dimostrare al furfante semplicemente quanto inutile la punizione fosse stata: tutto quel tempo e quello sforzo spesi su qualcosa del tutto privo di significato e di valore anche agli occhi dell'uomo che aveva richiesto fosse fatto. Più di una volta quest'atto indifferente di crudeltà aveva portato gli studenti a lacrime impotenti, mentre realizzavano quanto spietato e crudele fosse veramente il loro professore di Pozioni.
Ma, in qualche modo, guardando la soddisfazione con la quale Harry contemplava le sue 200 righe, il risultato di un intero pomeriggio di laborioso sforzo con la lingua tra i denti, Piton non poté farlo. "Hmf," scorse la pergamena con gli occhi. "Non del tutto atroce come avrebbe potuto essere," disse a malincuore.
"Perciò, invece che zampe di gallina, magari sono... zampe di scimmia?" chiese Harry sfacciatamente.
Piton strinse gli occhi. "La tua grafia non ha ancora raggiunto il livello evolutivo dei primati, Potter."
"Zampe di tacchino? Zampe di gufo? Zampe di pinguino -" Harry stava divertendosi troppo con questa linea di pensiero, e Piton abbatté la mano sulla scrivania con un tonfo echeggiante.
"POTTER. Stai venendo punito!"
"Oh," disse Harry, il tono colpevole. Fece del suo meglio per apparire penitente. Il professore non avrebbe dovuto aver bisogno di ricordarglielo. Ora l'uomo si sentiva probabilmente come se non avesse fatto davvero un buon lavoro nel disciplinare Harry. Povero professor Piton! Harry sapeva com'era quando ti facevano sentire come se non avessi fatto davvero un buon lavoro, malgrado aver provato a fare del tuo meglio. Non voleva far sentire il professore in quel modo.
Malgrado quel che il signor Weasley aveva detto, era chiaro ad Harry che il professore semplicemente non era capace di essere terribilmente severo. Tuttavia, solo perché Piton davvero non capiva tutta questa cosa delle punizioni, non significava che Harry dovesse farlo sentire depresso per le sue carenze. "Mi dispiace, signore." Pensò in fretta. Cosa avrebbe potuto dire che avrebbe fatto credere al suo professore che la "punizione" aveva fatto effetto? "Erm, sono veramente molto dispiaciuto per aver rischiato di farmi male. Ho imparato la lezione, davvero." Guardò il professore, preoccupato. Avrebbe funzionato? Davvero, non aveva avuto intenzione di far sentire inadeguato il professor Piton.
Piton adocchiò il moccioso con le palpebre socchiuse. Così andava meglio. Appariva ansioso, adesso, e si stava mordendo nervosamente il labbro. Ovviamente lo sbotto di Piton aveva spaventato la piccola minaccia. I suoi parenti gli avevano probabilmente urlato contro parecchio.
Piton si mosse a disagio mentre un senso poco familiare di colpa si piazzava nel suo petto. Harry era molto più fragile che l'orribile studente medio di Hogwarts. Doveva ricordarsene e non essere tagliente come al solito, per non rircordare al moccioso quei disumani Babbani.
"Sono felice di sentirlo, Potter," disse, la voce ancora severa ma più tranquilla. "Il tuo benessere è troppo importante perché tu lo consideri con indifferenza o corra dei rischi quando non è necessario. Io non diventerò più indulgente su questo, perciò, a meno che tu non desideri trascorrere più pomeriggi copiando righe, scrivendo saggi e massaggiandoti un sedere dolorante, ti suggerisco di mostrare maggior cautela nelle tue attività quotidiane."
STAI LEGGENDO
Harry's new home
Hayran KurguUn ragazzino solo. Un sarcastico, irritante bastardo. Quando la salvezza dell'uno è affidata all'altro, tutti sanno che non finirà bene... oppure sì